Il Tarì, Vincenzo Giannotti:«La formazione è sempre stata il nostro fiore all’occhiello.»
Le partnership del Centro Orafo si consolidano: con Bulgari prosegue la proficua sinergia per la nuova Scuola della manifattura valenzana e con Apple Academy si avvia il percorso dell’incubatore di start up. La parola chiave del 2023 per il Tarì sarà sicuramente Sfida. Dalle Partnership di prestigio alla Formazione, dalla Innovazione alla Sostenibilità, le sfide che il Centro orafo ha in pista sono numerose, e tutte di altissimo livello.
Le illustra il Presidente Giannotti: “Abbiamo molto seminato in questi anni, e in particolare in questi ultimi mesi, e siamo adesso in dirittura di arrivo per molti dei progetti in corso. Viviamo con forte senso di responsabilità le nuove sfide, che rappresentano per il Tarì un percorso evolutivo che richiede impegno, coerenza e competenza. Tengo a sottolineare, come vera filosofia del mio mandato di presidenza, il tema della aggregazione di valori e della coesione. Il Tarì punta per sua natura a condividere progettualità con Università, grandi aziende, mondo associazionistico e territorio. Da tavoli inclusivi e aperti al dialogo non possono che nascere idee e opportunità per diffondere una nuova cultura d’impresa”.
A proposito di Partnership illustri: si è letto in questi giorni della collaborazione del Tarì con Bulgari. Quali sono i progetti in corso?
VG «Questo tema recentemente ha avuto molta evidenza sui media internazionali, e cioè il contributo della Scuola del Tarì TaDS all’ambizioso progetto di Bulgari di espansione della sua manifattura a Valenza, con la nascita di una Scuola di 4.500 mq. Dopo molti anni di collaborazione, nel corso dei quali abbiamo preparato presso la nostra sede di Marcianise, secondo le esigenze formative di Bulgari, circa 150 giovani gioiellieri (inseriti con successo nella loro fabbrica a Valenza), la Maison ha chiesto al Tarì di rafforzare la sinergia supportando la nascita della sua nuova Scuola, trasferendo il modello organizzativo che hanno già apprezzato in questi anni. Una grande sfida per il nostro staff, da molti mesi impegnato nella progettazione del nuovo percorso di collaborazione con il management di Bulgari».
La formazione dunque si conferma fiore all’occhiello del Tarì?
VG «Si. Oggi più che mai la Scuola orafa del Tarì rappresenta il passaporto per il futuro delle nostre aziende. La lungimiranza che ci guidò, ormai 30 anni fa, nella costituzione di una straordinaria e innovativa realtà dedicata alla formazione si è rivelata vincente, ed oggi la nostra Scuola è punto di riferimento nazionale per grandi aziende, e vanta prestigiose collaborazioni. Ciononostante, il nostro obiettivo principale resta la crescita delle nostre aziende. Sono sempre più le aziende insediate al Tarì, che chiedono di inserire le loro giovani generazioni in percorsi di formazione professionale completi, che comprendano non soltanto competenze tecniche e manuali ma anche, e sempre più manageriali».
Le aziende sono in crescita: qual è il suo consiglio per chi fa impresa oggi?
VG «Per crescere hanno necessità di puntare su due forme di investimento: l’innovazione e i giovani. L’esperienza del Tarì insegna che la migliore strategia è quella che guarda al futuro, con una prospettiva di medio-lungo termine. Da questo punto di vista, il Tarì è un incubatore naturale di imprese. Qui la formazione, le competenze, la stessa posizione in area Zes, rappresentano degli eccezionali facilitatori per aziende giovani, o in espansione. Oggi guarderei con grande attenzione alle opportunità offerte delle aree Zes, al consolidato sistema di servizi a supporto, ma soprattutto all’inserimento in azienda di professionalità giovani, adeguatamente formate sugli standard di qualità più elevati, capaci di influire positivamente sulla cultura d’impresa».
Il primato del Tarì fa ancora scuola?
VG «Il Tarì è stato il primo Centro produttivo di eccellenza nel mondo della gioielleria italiana. Un primato che ha fatto scuola, tanto da continuare ad affermare in tutta Europa la propria identità di Centro produttivo di eccellenza, che punta sempre più sulla innovazione come leva competitiva di successo. I numeri parlano da soli: oltre il 60% delle aziende presenti al Tarì è impegnato nella produzione di gioielli. Un impegno premiato dal mercato, sempre più orientato sull’alta qualità e sulla creatività, punti di forza delle aziende del nostro Centro orafo. I numeri degli appuntamenti fieristici del Tarì del 2022 testimoniano questa tendenza positiva, che indica la crescita di un business di qualità, che trova nel Tarì tutte le risposte».
Torniamo alle partnership eccellenti: si è parlato in questi mesi della nascita di un Incubatore di start up in collaborazione con Apple Academy, e l’aspettativa è tanta. A che punto è il progetto?
VG «Il percorso è molto ambizioso: stiamo per dare il via a un vero e proprio Hub di idee e strumenti innovativi. Tre le direttrici: organizzazione, sostenibilità e comunicazione digitale, a beneficio delle aziende orafe e di tutto il distretto industriale del territorio. Dal punto di vista operativo presenteremo a inizio d’anno l’importante accordo di collaborazione con l’Università degli Studi Federico II, che stabilisce le basi del trasferimento di competenze ed esperienze come parte integrante del Progetto, e siamo pronti a dare il via alla strutturazione del modello organizzativo dell’Incubatore».
Concludiamo con la Sostenibilità: per il Tarì è un punto di arrivo o di partenza?
VG «Sicuramente un punto di partenza. Intraprendere, come abbiamo fatto nel corso del 2022, un impegno di gruppo nel campo della sostenibilità significa chiaramente acquisire un punto di vista innovativo su tutti i progetti e le azioni sia in corso che in fase di pianificazione. Anche in questo ambito, la parola guida è coesione. Abbiamo già fatto una parte del percorso, che è stato presentato in occasione di una giornata formativa nel mese di giugno, e stiamo lavorando per la presentazione del primo Bilancio di sostenibilità del Tarì. È stato un lavoro metodologico molto complesso, che ci ha consentito di portare in evidenza molti requisiti positivi ed attività già consolidati nel tempo e di acquisire consapevolezza sul lavoro ancora da fare. Anche qui, l’obiettivo è ambizioso: fare del Tarì, entro il 2030, una Comunità Sostenibile».
POST COMMENT