Afemo. Il mercato è molto attivo, c’è fermento, e la reattività dei nostri associati e dei buyer è palpabile

Gianluigi Barettoni: “Innovazione e ricerca per noi sono tutto. Negli anni, abbiamo sempre investito in ricerca e sviluppo”

L’edizione 2022 T-Gold si è svolta in concomitanza con la kermesse Vicenzaoro e chiude con segno positivo. Un sentiment condiviso anche da Gianluigi Barettoni, Presidente di AFEMO. L’associazione Italiana di Fabbricanti ed Esportatori di Macchine Orafe è nata nel 1983 e oggi rappresenta il numero uno al mondo del settore.

Gianluigi Barettoni, presidente di Afemo

Presidente, AFEMO è partner di IEG nell’organizzazione del salone T-GOLD. Com’è andata quest’ultima edizione?
“Al netto delle difficoltà che sta vivendo il mondo intero, il bilancio è più che buono. Il mercato è molto attivo, c’è fermento, e la reattività dei nostri associati e dei buyer è palpabile. Non sussistono attualmente difficoltà legate al mercato. Purtroppo non posso dire lo stesso guardando alle vicissitudini internazionali che sono emerse in modo inequivocabile e hanno certamente influito sulla partecipazione al salone di marzo. Ad esempio alcuni nostri buyer, penso soprattutto a quelli provenienti da Cina e Giappone, hanno dovuto affrontare tempi e costi di trasferta triplicati rispetto agli anni precedenti. Nonostante questo abbiamo lavorato molto, con flussi di presenze simili a quelli delle passate edizioni. Purtroppo, al netto del grandissimo impegno profuso per organizzare l’appuntamento vicentino, questa volta, non tutte le aspettative generate dal brand T-Gold sono state centrate: del resto, sia noi che IEG alziamo di volta in volta l’asticella e puntiamo ad obiettivi sempre più ambiziosi. Ora confidiamo in una distensione globale per tornare ad affrontare il nostro business in modo più sereno”.

Presidente, guardando proprio al futuro, quali sono le novità che riguardano l’associazione?
“Da tre anni abbiamo intrapreso un incisivo percorso di rinnovamento per offrire servizi integrati legati all’intenazionalizzazione e alla collaborazione con gli enti istituzionali. Ne sono un esempio i rapporti che intratteniamo proficuamente con il Ministero dello Sviluppo Economico, con il Ministero degli Esteri, con ITA ma anche con le Ambasciate Italiane all’Estero e con quelle estere in Italia. Per noi è fondamentale fare rete e questo atteggiamento ci ha permesso di essere sempre più conosciuti e presenti a livello globale.
Inoltre stiamo vagliando la possibilità di costituire una nostra società di servizi per centralizzare determinate tipologie di acquisti e creare conseguenti economie di scala. Mi riferisco, ad esempio, alla partecipazione alle fiere, alla filiera della logistica con le spedizioni. Sono azioni commerciali che come associazione non possiamo portare avanti, ma con una nostra società di servizi, si”.

Qualche azione concreta sui mercati?
“Assieme al governo dell’Uzbekistan, con il sostegno di ITA, stiamo sviluppando un progetto rivolto ai paesi dell’area CIS (la comunità degli stati indipendenti che include anche Moldavia, Armenia e Kazakistan). Si tratta di veri e propri workshop durante i quali i nostri associati potranno incontrare one-to-one, gli importatori locali. Lo stesso tipo di progetto lo stiamo sviluppando nei paesi del sud est asiatico, in questo caso con il supporto di ITA e IEG. Questi sono i progetti più importanti che ci vedono protagonisti da qui al 2023. Speriamo di riuscire a realizzarli entrambi perché molto dipenderà dalle evoluzioni socio economiche globali. Ci spiacerebbe metterli in stand by”.

Ci ha parlato di mercati molto delicati e di progetti ambiziosi. A livello generale, qual è l’andamento dei mercati di riferimento per AFEMO?
“In questo momento subiamo influssi negativi che però non riguardano la domanda di tecnologia ma l’impossibilità, o la comunque altissima difficoltà, nel reperire materie prime e semilavorati per la produzione dei nostri macchinari. Alluminio e acciaio sono sempre più complessi da trovare. Non è un problema di mercato: la domanda è altissima e costantemente in crescita, basti pensare che durante i due anni di Covid i nostri associati hanno aumentato il fatturato, qualcuno anche a doppia cifra, a testimonianza che la richiesta non è calata. Al netto di questo, Turchia, Cina e India sono i nostri migliori acquirenti: affidabili e continui. Per quanto riguarda i mercati che stiamo aprendo, cito l’Indocina mentre, per il vecchio continente, i più importanti per AFEMO rimangono, oltre l’Italia, la Francia e la Germania, assieme alla Spagna”.

L’innovazione è elemento costituente e fondante della vostra attività…
“Innovazione e ricerca per noi sono tutto. Siamo i numeri uno a livello mondiale perché, negli anni, abbiamo sempre investito in ricerca e sviluppo e chi cerca di copiarci riesce a farlo solo per minime componenti, ma noi siamo comunque sempre più avanti. La produzione tecnologica è in rapidissima evoluzione anche per ciò che concerne le fasi di lavorazione dei metalli”.

In materia sostenibilità, come si sta muovendo l’associazione?
“I nostri associati fanno moltissimo: tutte le aziende che si occupano di impianti di affinazione (ovvero del passaggio dalla miniera alla lavorazione) utilizzano sempre meno sostanze inquinanti e pericolose per l’ambiente e l’uomo. Le tecnologie che stiamo sviluppando sono talmente avanzate che ci permettono anche di estrarre e recuperare metalli preziosi da strumenti da device dismessi, ad esempio vecchi cellulari o pc, così come dalle marmitte catalitiche esauste: sono tutte fonti strategiche di reperimento delle materie prime e noi riusciamo a recuperarle, con un vantaggio anche a favore dell’ambiente”.

Presidente, i prossimi impegni di AFEMO?
“Saremo ad Arezzo con alcuni associati ma stiamo anche valutando la partecipazione alla fiera di Singapore a settembre e saremo in Algeria ed Egitto nell’ultima metà del secondo semestre 2022”.

www.afemo.it

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