Gianni Battistoni. Via dei Condotti, a street with a view

Nel 2015 gioielli e orologi crescono del 33% rispetto al 2014 e via Condotti consolida la sua fama come meta commerciale e artistica. Ce ne parla Gianni Battistoni, presidente dell’associazione via Condotti.

Gianni Battistoni

In principio era la ‘via Trinitatis’ perché da lì si arrivava direttamente alla Scalinata di Trinità dei Monti, poi ribattezzata ‘via dei Condotti’ per le condutture dell’Acqua Vergine che erano state fatte passare nel suo sottosuolo. Senza dubbio già nel 1500 un luogo di elezione che, ieri come oggi, non ha analogie con nessuna strada al mondo.

Con circa il 70% dei top spender in arrivo da Russia, Cina, India, Medioriente, Roma consolida il suo secondo posto per essere scelta come meta dello shopping dal 19% dei turisti. A cosa si deve questo successo? Ce lo spiega Gianni Battistoni, Presidente dell’Associazione via Condotti.

Cosa rappresenta oggi per l’immaginario del turista e del romano via Condotti? Ci regala una sua definizione?
Via Condotti può definirsi la strada più bella tra tutte quelle che nel mondo ospitano i brand famosi, essendo l’unica ad avere una vista mozzafiato rappresentata dalla Scalinata di Trinità dei Monti e dalla Barcaccia del Bernini, capolavoro del Barocco romano. L’attrazione che via Condotti esercita sui turisti è pertanto duplice: commerciale e artistica.

Qual è la ‘fotografia’ del panorama retail? Quali sono gli equilibri tra moda, gioielli, accessori e design?
I negozi dei grandi marchi hanno bisogno di grandi spazi e questo ha provocato degli accorpamenti di locali che prima avevano perlopiù caratteristiche artigianali. Recentemente ai brand della moda si sono affiancati quelli delle gioiellerie più famose del mondo con il risultato di essere numericamente in perfetto equilibrio.

Nel 2015 ci sono stati importanti opening del segmento ‘Jewels and Watches’. Quanto pesa questo business sul fatturato globale della strada?
Notoriamente l’italiano è restio a fornire dati sensibili e pertanto, volendo essere seri, le uniche fonti attendibili sono quelle che gestiscono il rimborso dell’IVA per gli acquirenti non europei. Il Tridente (intendendo l’area compresa tra piazza del Popolo e piazza di Spagna) influenza la dinamica su Roma in ragione del 60%, mentre il settore dei gioielli e degli orologi pesa per il 18%, con una crescita rispetto all’anno precedente del 33% e uno scontrino medio che ammonta a 3.135 euro, con un aumento dell’8% (fonte Global Blue).

Come opera la vostra Associazione? C’è un progetto che le sta a cuore ma che ancora non è riuscito a realizzare per via Condotti?
L’Associazione Via Condotti, fondata nel 1962, tutela la via confrontandosi con le diverse autorità al fine di migliorare la sicurezza per i frequentatori e il decoro per i luoghi. Promuove diverse iniziative culturali che si integrano con le attività commerciali. Il Premio via Condotti, attribuito a “chi, non romano, ama Roma ed è riamato dai romani”, ha stimolato l’affetto per la città con i prestigiosi personaggi premiati.
Il progetto che ci sta a cuore e che quest’anno sicuramente realizzeremo, grazie anche al grande interesse dimostrato dal direttore artistico Antonio Monda, sarà quello di dedicare una sera alla Festa del Cinema di Roma facendo rivivere alla via quell’atmosfera che, tra gli anni ‘50 e ‘60, fruttò alla capitale il soprannome di “Hollywood sul Tevere”.

In un momento purtroppo non molto felice per l’immagine di Roma, via Condotti come riesce a mantenere intatto il suo prestigio?
Roma, nella sua storia, ha subito barbarie e invasioni da tanti popoli ed è, non solo sopravvissuta, ma è diventata ogni volta più bella. Il prestigio di via Condotti è rimasto immutato nel tempo, anzi si è accresciuto, grazie a tutti coloro che vi operano, vi risiedono e la visitano.

Le nuove aperture dei big brand del lusso colpiscono il negozio di tradizione o via Condotti riesce a conservare la sua anima artigianale?
L’industria dei brand di lusso aveva inizialmente provocato un naturale mutamento rispetto alle caratteristiche artigianali delle “boutique” della via, per poi fortunatamente recuperare quei valori che sembravano perduti.

Può fornirci dei dati sul flusso turistico e dei principali paesi di provenienza?
Le vendite effettuate “in italiano” sono sempre più rare mentre ai tradizionali clienti americani si sono prepotentemente affiancati i russi, i cinesi e i mediorientali.

Chi è il cliente tipo di via Condotti?
Una persona di buon gusto.

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