Top500. Il settore orafo vicentino vola a +90%

Fatturato in crescita ed Ebitda che vola a +90% per il settore orafo vicentino, secondo lo studio Top500, realizzato dal dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Verona su commissione di Pwc, organizzazione internazionale di servizi professionali alle imprese, e pubblicato su Il Giornale di Vicenza.

FATTURATO.

L’analisi ha preso in esame 315 bilanci relativi al 2021 pubblicati sul database Aida, con dati quindi che rispecchiano la bella ripartenza del settore dopo l’annus horribilis della pandemia. In totale, il fatturato cumulato è di 1,78 miliardi di euro, con un +50,29% sull’anno precedente segnato, però, appunto dai cali dovuti al Covid. Ancora migliore il dato delle Top20 del distretto, che da sole rappresentano il 67% di fatturato (1,19 miliardi), con una crescita media di fatturato superiore alla media, +51,99%.

ALTRI PARAMETRI.

Dati decisamente positivi anche per tutti gli altri parametri, a partire appunto dall’Ebitda, in crescita dell’89,57%. Di conseguenza sale anche il margine lordo sulle vendite (Ebirda/fatturato) che passa dal 6,33% al 7,90%.

Salto importante anche per l’Ebit, il reddito ante oneri finanziari, che aumenta del 109,48% trascinando con sé anche il Roa (redditività del totale attivo) che passa da 6,50% all’11,72%, la redditività delle vendite (Ros) che fa registrare un 6,51% contro il 4,72% del 2020, il Rot (l’indice di rotazione del capitale, che passa da 1,36 a 1,78 e il Roe (redditività netta) che aumenta da 8,77% a 17,59%.

PATRIMONIO.

Sale anche il patrimonio netto (+17,89) e questo a fronte di un indebitamento finanziario in calo del 4,40% porta a un miglioramento del rapporto debito/capitale, che scende da 0,43 a 0,35. L’aumento dell’Ebitda e la diminuzione dell’indebitamento porta anche alla diminuzione del periodo medio potenziale di ripianamento dei debiti tramite il flusso di cassa potenziale generato dall’Ebitda (debt/Ebitda), che scende da 2,82 a 1,42. E se gli oneri finanziari aumentano del 2,46% a compensare questo incremento ci pensa l’aumento di fatturato, che fa scendere l’indice OF/fatt da 0,51% a 0,35%. Infine la capacità di copertura degli oneri finanziari da parte del cash flow operativo (Ebitda/OF) registra un incremento da 12,37 a 22,90.

LE AZIENDE.

Poche le variazioni nella Top20 rispetto al 2020. Unica modifica l’uscita di Fossil Italia e l’ingresso in 20ma posizione di Dibi.

Sul podio restano Filk (197,27 milioni di fatturato in crescita del 42,4%) e Vieri (121,47; +51,62), mentre entra Karizia (110,88; +90,56%), ultima azienda sopra i 100 milioni, che sale sul terzo gradino al posto di Alessi Domenico (98,67; +42,17), subito dietro. Alle loro spalle Chrysos (96,66; +68,53) e il primo brand, Roberto Coin (66,66; +68,14). Chiudono la Top10 Lac (63,93; +56,21%), Rgs (63,09; +72,79%), Better Silver (59,35; +52,63%) e Flavio Fraccari (48,78; +39,76%). Per quanto riguarda i marchi seguono Fope (39,25; +46,68%), Marco Bicego (33,99; +38,30%), D’Orica (28,67; +79,13%), Cielo Venezia 1270 (27,51; +21,38%), Muraro Lorenzo (20,74; +55,59%) e World Diamond Group (19,52; +8,66%).

Se si considera l’incremento di fatturato, invece, il balzo più importante è quello di Karizia, seguita da D’Orica, Rgs, Chrysos e Roberto Coin. 

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