Stretta sull’uso dei contanti. Aquilino: “non è questa la strada per combattere l’evasione fiscale”

La Legge di Bilancio del 2020 aveva già annunciato il nuovo ridimensionamento dell’uso del contante.

Con un gioco di parole, potrebbe dirsi: ore contate per il contante. Nuovi limiti all’uso delle banconote, infatti, entreranno in vigore dal 1 gennaio 2022. La stretta era già prevista da tempo, infatti, il nuovo limite era stato fissato dal Decreto Fiscale n. 124/2019 e inserito nella Legge di Bilancio del 2020. Quindi, non si tratta di una novità. Dal primo giorno del nuovo anno per l’utilizzo dei contanti cambia la soglia dei pagamenti da 1.999,99 euro a 999,99. La precisione è necessaria perché può costare una sanzione: pagare 999,99 euro in contanti dal 1 gennaio del 2022 è lecito, pagare 1.000 euro, cioè un centesimo in più, no.

La predilezione verso i pagamenti elettronici che consentono una maggiore tracciabilità e  la conseguente lotta alla piaga dell’evasione fiscale sono gli obiettivi del Governo Draghi che però, pare, non abbia fatto i conti con il duro momento storico che il commercio sta vivendo.

Giuseppe Aquilino

«Quanto può servire limitare ulteriormente l’utilizzo del contante a 1000 euro da gennaio quando le transazioni pro-capite sono stimate a 75 nel 2020 rispetto ad una media europea di circa 150?»

Giuseppe Aquilino
presidente Federpreziosi

«Il nostro Paese altro non è che un tessuto di piccole aziende, di cui sono parte integrante le oltre 15000 gioiellerie, per lo più a conduzione familiare, strangolate da un sistema fiscale che troppo spesso si perde nel baratro della burocrazia. Tutti provano a metterci mano ma inevitabilmente si sceglie sempre la scorciatoia per compiere l’atto di eroismo. Da qui la dura battaglia contro gli evasori, coloro che sfuggono alle maglie del fisco e, incuranti dei limiti all’utilizzo di banconote, hanno ben altri sistemi per farla franca.  La mia è una opinione che ho già espresso con toni anche accesi in passato e che, nonostante il passare del tempo, resta attuale. – ha commentato Pino Aquilino, presidente di FederpreziosiÈ un dato di fatto oramai acclarato che l’evasione fiscale non si argina con provvedimenti estemporanei. La tanto auspicata rivoluzione cashless stenta a decollare malgrado incentivi quali la lotteria degli scontrini o quant’altro. La nostra categoria ha dimostrato una “disponibilità responsabile” senza mai esitare nel segnalare provvedimenti talvolta contradditori e spesso insufficienti che hanno messo il bastone tra le ruote creando disorientamento e una caccia all’untore. Abbiamo affrontato l’emergenza con grandi sacrifici mettendo in gioco il nostro lavoro, un lavoro che stiamo ricostruendo con la stessa “disponibilità responsabile” pur in un Paese ancora fortemente innamorato del contante che continua a prelevare banconote dagli ATM. Quanto può servire limitare ulteriormente l’utilizzo del contante a 1000 euro da gennaio quando le transazioni pro-capite sono stimate a 75 nel 2020 rispetto ad una media europea di circa 150? Il rapporto con monete e banconote appare tutt’altro che in crisi e non sarà questo ulteriore abbassamento di soglia ad invogliare i nostri concittadini ad essere cashless. Oggi il fisco ha a disposizione tutti i movimenti bancari e i redditi dichiarati di ciascuno di noi. Se vuole vedere discrepanze tra gli uni e gli altri ha occhi per vedere da lontano e con precisione, senza bisogno di tenere al guinzaglio le banconote.  Se poi non vuole o non sa vedere, la soluzione non sarà certo il limite al contante. Infine, se la memoria non mi inganna, nel giugno 2020 l’allora Ministro all’economia Roberto Gualtieri – oggi alle prese con una non meno impegnativa resurrezione di Roma – affermò che stava mettendo in campo una seria azione di contrasto all’evasione con l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale. “Abbiamo” disse oltre 100 miliardi di evasione fiscale in un sistema di imposte progressivo e la progressività la manterremo. Vogliamo ridurre le aliquote, soprattutto su chi produce e lavora e cercare di colmare questo gap. La fatturazione elettronica è stata un successo e penso che il Paese sia pronto a fare un ulteriore passo in avanti sui pagamenti elettronici. Chissà se la mia sfera di cristallo saprà farmi vedere un futuro cashless anche nel nostro Paese, con una tassazione equa che non intralci la libertà di alcuno. Sono fiducioso. Intanto, continueremo ad essere né felici né contanti».

Andrea Sangalli

«Con la reintroduzione del limite, nelle regioni del Nord Italia (ma non solo!) dove ci sono confini molto prossimi con nazioni che hanno regimi più liberisti riguardo all’utilizzo del contante, le ripercussioni negative saranno evidenti».

Andrea Sangalli
Presidente Associazione Orafa Lombarda

Questo ulteriore limite all’uso dei contanti viene duramente criticato anche dal presidente dell’Associazione Orafa Lombarda, Andrea Sangalli che ha spiegato: «La reintroduzione del limite all’uso contante a 1000 euro è, purtroppo, una sorta di déjà vu. Diversi anni fa era stato introdotto lo stesso limite con il Governo Monti. L’Associazione Orafa Lombarda, insieme a Federpreziosi, aveva ottenuto un’audizione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per dimostrare quanto fosse pretestuoso e dannoso per il sistema economico un limite all’uso del contante così basso. Il limite dei 1000 euro, alla fine, era stato rimosso. Con la reintroduzione del limite, nelle regioni del Nord Italia (ma non solo!) dove ci sono confini molto prossimi con nazioni che hanno regimi più liberisti riguardo all’utilizzo del contante, le ripercussioni negative saranno evidenti. Per un cittadino di Milano, che ha a disposizione del contante da spendere, è molto facile recarsi in Svizzera o in Austria e procedere all’acquisto di beni o servizi utilizzando lecitamente i propri contanti, cosa vietata in Italia. Ma tutti questi contanti non sarebbe meglio farli spendere in Italia e farli diventare economia reale che produce reddito e, di conseguenza, gettito fiscale?  Ritengo che il tabù dei contanti ha come conseguenza un doppio “danno”: non solo le somme rimarranno sempre in un circuito a parte rispetto all’economia ufficiale ma andranno anche ad arricchire gli stati esteri confinanti con regimi fiscali più “furbi”. La reintroduzione del limite all’utilizzo del contante è un errore che è già stato commesso in passato, possibile che le nostre Istituzioni se lo siano già scordato? Posso sperare che questo ritorno al passato non danneggi più di tanto, ma sicuramente molta ricchezza andrà a finire all’estero. Cui prodest?».

Johnny De Meo

«Questa nuova stretta sicuramente incute paura al consumatore che non vuole rischiare di essere segnalato per l’acquisto di un regalo in gioielleria ma inevitabilmente poi si riverbera su di noi».

Johnny De Meo
Presidente Ascom di Castellammare di Stabia

Tra le voci raccolte c’è anche quella di Johnny De Meo, titolare delle gioiellerie De Meo e presidente Ascom di Castellammare di Stabia oltre che consigliere nazionale di Federpreziosi: «Già in passato, con il Governo Monti accadde la medesima cosa sulla quale poi si fece retromarcia. Questa nuova stretta sicuramente incute paura al consumatore che non vuole rischiare di essere segnalato per l’acquisto di un regalo in gioielleria ma inevitabilmente poi si riverbera su di noi. Al Nord, accadrà quello che abbiamo già visto negli anni scorsi, ovvero una fuga dei consumatori verso Paesi dell’Unione dove questa soglia non è così bassa. Le aziende serie, dunque, si adegueranno alla normativa ma il resto invece aggirerà la legge, come già accade per altre normative come quella relativa all’utilizzo del pos per gli acquisti. In Italia, dunque, ci sono tante leggi ma poi nessun controllo. E poi, questa ulteriore stretta è anche un tendere la mano alle attività illegali. Perché non possiamo adeguarci alle normative europee in fatto di acquisto con contanti? Questo non è il sistema per combattere l’evasione fiscale».

È bene specificare inoltre che la nuova soglia dei contanti a 999,99 euro viene applicata per qualsiasi tipo di pagamento tra persone fisiche o giuridiche. Dunque, per l’acquisto di un bene o la prestazione di un professionista ma anche per una donazione o un prestito a un figlio per una cifra di almeno 1.000 euro dovrà essere sempre utilizzato un tipo di pagamento tracciabile, come un bonifico. Nulla cambia per quanto riguarda prelievi e versamenti in banca.

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