Sondaggio: Gioielleria, le cerimonie spingono il fatturato ma non è boom

«La ripresa delle cerimonie si sente, abbastanza in linea con gli altri anni, anche se non pesa come nel 2021, quando si sono recuperati matrimoni, cerimonie e feste che erano stati rinviati».

Cerimonie e feste spingono il fatturato delle gioiellerie. Non è il boom dell’anno scorso, quando il recupero dei riti rinviati per pandemia diede un impulso notevole alla ripresa, ma l’arrivo della primavera e l’inizio della stagione di comunioni, cresime e matrimoni ha portato anche a un aumento delle vendite nelle gioiellerie. Al di là delle imprescindibili fedi, infatti, resta intatta anche l’usanza di regalare qualcosa di prezioso ai testimoni, accanto a quella del gioiellino per la comunione, che possa poi restare un ricordo negli anni.

Abbiamo analizzato la situazione con un sondaggio, al quale hanno risposto 476 gioiellerie, prevalentemente collocate nei centri storici (67,9%), vie dello shopping (17,9%) e periferie (7,1%) che ci hanno raccontato come sta andando il momento e anche le sensazioni riguardo all’anno in corso.

I NUMERI.

Tra le aziende che hanno risposto prevale la soddisfazione per l’andamento delle vendite conseguente alla ripartenza delle cerimonie, che riguarda i tre quarti del campione. Il 64,3% dice infatti che stanno andando bene e il 10,7% benissimo, mentre per il 10,7% male e per il 14,3% addirittura malissimo. Le occasioni d’acquisto più gettonate sono in parti uguali (35,7%) matrimoni e altre occasioni, come feste compleanni, anniversari e lauree, mentre le comunioni incidono per un 21% e i battesimi per un 7,2%. Questi ultimi, del resto, sono più dilatati nell’arco dell’anno.

La tipologia più acquistata sono i gioielli (75%) mentre il restante quarto sceglie il bijoux. Relativamente basso lo scontrino medio di chi ha risposto, che va dai 50 ai 100 euro per il 32,1%, fino a 200 per il 35,7% e oltre i 200 euro per un altro 32,1%. Il 67,8% resta insomma al di sotto di questa cifra.

E i fatturati precovid non sono più un miraggio per la maggior parte delle gioiellerie. Il 42,9% prevede infatti di superarli e il 17,9% che saranno in linea con il 2019 (in totale il 60,8%), mentre il 39,3% dubita di riuscire a raggiungerli.

I COMMENTI.

Su questi dati abbiamo ascoltato le voci di quattro gioiellerie di tipologia e provenienza differente, che ci hanno raccontato la loro esperienza.

«I dati sono realistici anche se poi la situazione può variare in base alla tipologia di attività. La ripresa delle cerimonie si sente (…) Matrimoni e comunioni stanno andando bene ma un grosso contributo lo danno anche le feste private, soprattutto i compleanni “tondi” per i quali i festeggiati fanno da noi la lista per acquistare l’orologio o il gioiello che non potrebbero altrimenti permettersi»

JOHNNY DE MEO
De Meo Gioielleria, Castellammare di Stabia, Na

«I dati sono realistici – afferma Johnny De Meoanche se poi la situazione può variare in base alla tipologia di attività. La ripresa delle cerimonie si sente, abbastanza in linea con gli altri anni, anche se non pesa come nel 2021, quando si sono recuperati matrimoni, cerimonie e feste che erano stati rinviati per la pandemia e che hanno consentito un certo recupero dopo la chiusura per Covid. Non ho mai venduto tante fedi come lo scorso anno. Poi, ovviamente, alcuni hanno ripreso a performare bene e altri, che magari avevano già un prodotto non in linea col momento, no».

E anche se la guerra sta condizionando, un dato positivo, oltre alle cerimonie, è quello, appunto, dei compleanni. «Matrimoni e comunioni stanno andando bene – continua De Meo – ma un grosso contributo lo danno anche le feste private, soprattutto i compleanni “tondi” per i quali i festeggiati fanno da noi la lista per acquistare l’orologio o il gioiello che non potrebbero altrimenti permettersi. Per le comunioni si resta invece sui classici, soprattutto braccialetti e collanine, mentre per i matrimoni resiste il regalo prezioso ai testimoni, ma meno. Chi acquista sono sia amici che parenti di entrambi i sessi, con uno scontrino medio superiore ai 200 euro».

La visione dell’anno, invece, è ancora incerta. «I conti li faremo a dicembre, ma per ora siamo ancora sotto al periodo precovid. Potremmo però recuperare, si vedrà più avanti».

«Maggio/giugno è soprattutto il periodo delle comunioni, che in questo periodo muovono di più, ma stiamo lavorando anche per i matrimoni, che saranno un po’ più avanti, sia per quanto riguarda fedi e anelli di fidanzamento, ma anche i regali ai testimoni: prima il classico era la ciotola d’argento, adesso si punta più su bracciali, gemelli e orologi e si tende a fare qualcosa di personalizzato»

MIRIAM DISTEFANO
Distefano gioielleria, Catania

Vede un inizio di ripresa proprio grazie alle cerimonie Miriam Distefano, titolare dell’omonima gioielleria catanese.

«L’inizio dell’anno è stato terribile, con i primi mesi praticamente fermi a causa dei timori dovuti alla guerra, che è anche peggio del Covid – racconta – Adesso con la ripresa delle cerimonie e delle feste, invece, stiamo vendendo un incremento delle vendite. Maggio/giugno è il periodo soprattutto delle comunioni, che quindi in questo periodo muovono di più, ma stiamo lavorando anche per i matrimoni, che saranno un po’ più avanti, sia per quanto riguarda fedi e anelli di fidanzamento, ma anche i regali ai testimoni: prima il classico era la ciotola d’argento, adesso si punta più su bracciali, gemelli e orologi e si tende a fare qualcosa di personalizzato. Sia per le comunioni che per i testimoni va sempre il classico bianco su bianco, ma stanno aumentando le pietre colorate, sempre però con montatura classica. E accanto alle cerimonie vanno molto le liste per i compleanni importanti».

C’è, insomma, una voglia di festeggiare che ha anche un impatto positivo sulle gioiellerie.

«Da un paio di settimane, per fortuna, si sta vedendo una ripartenza proprio grazie a questo, ma siamo all’inizio. Lo scontrino medio è molto variabile, perché i nostri prodotti vanno dai 100 alle migliaia di euro. Diciamo che nel quotidiano si vendono soprattutto argento e pietre dure, perché c’è voglia di qualcosa di nuovo, ma si stanno muovendo anche gli acquisti sui 1.500-2.000 euro. Poi ci sono quelli più importanti. Rispetto al precovid stiamo appunto iniziando a riprenderci e pensiamo che il fatturato resterà inferiore, ma capiremo meglio tra qualche mese».

«Non sentiamo più la stagionalità, ma lavoriamo tutto l’anno su tutto, anche se ovviamente quando si avvicinano battesimi, cresime e comunioni si vende, mentre gli acquisti per i matrimoni sono un po’ tutto l’anno. Con l’online, comunque, copriamo tutte le esigenze con continuità. L’e-commerce è una parte importante della nostra crescita, che nel primo quadrimestre del 2022 è stata del 45% sullo stesso periodo 2021»

ANTONIO CICALA
Gioielleria Cicala, Genova

Non vede “boom” legati alle cerimonie, invece, Antonio Cicala, dell’omonima gioielleria genovese, che da tempo utilizza anche molto l’online.

«Non sentiamo più la stagionalità, ma lavoriamo tutto l’anno su tutto, anche se ovviamente quando si avvicinano battesimi, cresime e comunioni si vende, mentre gli acquisti per i matrimoni sono un po’ tutto l’anno. Con l’online, comunque, copriamo tutte le esigenze con continuità. L’e-commerce è anche una parte importante della nostra crescita, che nel primo quadrimestre del 2022 è stata del 45% sullo stesso periodo 2021, e questo è dovuto ai prodotti giusti, ma anche a un presidio migliore delle aree online, con una costante presenza di personale a rispondere alle domande, gentilezza e cercare di capire il cliente. L’online l’abbiamo da 10 anni, è seguito in maniera professionale e sul fatturato pesa quanto un negozio, con uno scontrino medio di circa 300 euro».

Per quanto riguarda il fisico, invece, fatica a fare una media. «Abbiamo un range di vendite molto ampio, quindi è difficile dire una cifra. È comunque più alto dell’online. Tra i prodotti che trainano nel campo delle cerimonie ci sono gli orologi e i gioielli, mentre ai testimoni si regalano soprattutto acquemarine alle donne e gemelli agli uomini. Il parterre di clienti, comunque, è variegato, va dai ragazzi che fanno i regali agli amici che hanno avuto bambini alle nonne che acquistano per le nipoti».

Il cliente, insomma, è ancora legato ai regali preziosi, anche se non ci sono più i “boom” nei momenti principali delle cerimonie. «Quelli sono finiti almeno 10 anni fa, ma se ti muovi bene tutto l’anno i risultati arrivano».

«Confermo che il mercato si sta svegliando. Il 2022 sta andando molto bene e per quanto riguarda le cerimonie l’impatto si vede, anche se non è enorme. Quelli per cui si acquistano gioielli sono soprattutto i matrimoni e le comunioni. I primi, chiaramente, pesano di più, perché una coppia di fedi ha un costo superiore agli orecchini o al braccialettino che si regalano alla comunione.»

ANDREA SANGALLI
Orologeria Gioielleria Sangalli dal 1900, Milano

Vede un 2022 positivo anche Andrea Sangalli, dalla gioielleria-orologeria di famiglia, per il quale, parlando di cerimonie, sono soprattutto i matrimoni a incidere.

«Confermo che il mercato si sta svegliando – afferma – Il 2022 sta andando molto bene e per quanto riguarda le cerimonie l’impatto si vede, anche se non è enorme. Quelli per cui si acquistano gioielli sono soprattutto i matrimoni e le comunioni. I primi, chiaramente, pesano di più, perché una coppia di fedi ha un costo superiore agli orecchini o al braccialettino che si regalano alla comunione. In questo caso ad acquistare sono soprattutto i parenti: mamme, papà, nonne, zie, più difficilmente gli amici. I battesimi, invece, li sentiamo meno, anche perché erano già stati recuperati. Sempre parlando di matrimoni, poi, resta l’abitudine di regalare qualcosa di prezioso ai testimoni, anche se non è facile accontentare gli sposi, per via del budget. Sempre di più, comunque, si punta su qualcosa di personalizzato».

Nella sua attività, ovviamente, incide molto sui fatturati anche la vendita degli orologi. «Quelli senz’altro, e anche la gioielleria, più dell’oreficeria. Lo scontrino medio rispetto a qualche anno fa si è alzato molto, praticamente raddoppiato rispetto al 2019. All’epoca era sui 340 euro, oggi supera i 600. Non solo abbiamo ripreso, ma stiamo andando meglio rispetto al precovid».     

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