Quando i gioielli Cartier illuminano il grande schermo
Cartier e l’arte, un legame ininterrotto, ancora più intimo con il cinema, iniziato nel 1926 con il film Il figlio dello sceicco, di G. Fitzmaurice, grazie alla eccentrica richiesta del protagonista, Rodolfo Valentino, di indossare in scena il suo orologio Tank. Fu poi la volta nel 1946 di Jean Cocteau che si rivolse a Cartier perché Josette Day piangesse lacrime di diamanti ne La bella e la bestia.
Nel 1950, Gloria Swanson indossò invece due spettacolari bracciali di diamanti e cristallo di rocca nel film Viale del tramonto, di B. Wilder; Grace Kelly, nella sua ultima interpretazione in Alta società, sfoggiò l’anello che le aveva regalato il Principe Ranieri di Monaco; e ancora, l’iconico collier coccodrillo indossato dall’attrice messicana María Félix, nota per il suo stile audace e la sua personalità prorompente.
Un rapporto con il grande schermo che nel 2021 ha visto iniziare la collaborazione ufficiale della Maison con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che quest’anno porterà alcune di queste sue straordinarie creazioni – parte della Collection Cartier nata nel 1983 e comprendente circa 3500 pezzi realizzati tra gli anni ‘60 del 1800 e gli anni 2000, in esposizione a Venezia dal 30 agosto all’11 settembre, in occasione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – Biennale Cinema 2022, allestita da Sylvain Roca e curata dal critico di cinema Jean-Pierre Lavoignat.
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