Preziosa Young 2020, il gioiello concettuale spazza via quello ornamentale
Avreste mai detto che un monile potesse essere costituito da rifiuti alimentari? O che la pietra ollare traslocasse dai fornelli al décolleté? O che un anello fosse in grado di sondare la psiche umana? C’è questo ed altre sorprendenti bizzarrie nei manufatti realizzati dalle sette designer che sono state selezionate dalla giuria internazionale (Giovanni Corvaja, Eugenia Gadaleta, Kazumi Nagano, Cóilín O’Dubhghaill, Renzo Pasquale, Carla Riccoboni, Sam Tho Duong) del concorso Preziosa Young 2020 indetto da LAO, Le Arti Orafe Jewellery School, attiva in questo ambito dal 2008. Tra le sette vincitrici, un’ulteriore selezione ne premierà due che si aggiudicheranno premi speciali messi in palio dalla scuola: un soggiorno a Firenze di tre mesi in veste di “artista residente” offerto da LAO, durante il quale la vincitrice si impegna a creare una collezione che sarà presentata in occasione della mostra Preziosa Young 2021 a Firenze, ed uno spazio espositivo gratuito alla fiera di Monaco Inorghenta 2021.
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Chi sono le magnifiche sette: Elwy Schutten, olandese, recentemente assegnataria anche del Talent Prize, interessata in particolare al concetto d’identità in rapporto con l’ornamento e l’abbigliamento; Chia-Hsien Lin viene da Taiwan, ha sintetizzato nel suo progetto “Smelling Memories” la connessione tra ricordi ed odori; Zihan Yang, cinese, è artista che lavora in oro ed argento, ricavandone costruzioni che indagano la psiche umana; sperimenta nuovi linguaggi la francese Marie Masson, accostando tecniche di pelletteria, gioielleria e plumasserie; le graffette utilizzate negli uffici hanno nuova vita e diventano raffinati monili tra le mani della statunitense Jess Tolbert;
è ideata dall’inglese Rachael Colley la serie Sha-green, costituita da rifiuti alimentari biodegradabili, (è realizzata con scorze di agrumi denaturati e alluminio sinterizzato).
Una volta indossata, e quindi riscaldata dal corpo, emana una fragranza fruttata. La durata limitata degli ornamenti evidenzia la natura fugace e complessa dell’esistenza umana e il passare del tempo; infine, Dongyi Wu, ancora dalla cina. Ama definirsi storyteller, si avventura tra materili e, soprattutto, volumi molto inconsueti, al punto tale che i suoi gioielli potrebbero essere definiti installazioni indossabili.
Il gioiello, insomma, cambia completamente anima e sostanza, può diventare riflesso di uno stato, di una percezione o di una nostra proiezione, e s’impone con nuovi linguaggi.
La prestigiosa competizione internazionale, di cui Preziosa Magazine è media partner, prevede una successiva mostra itinerante (inizialmente programmata con partenza in maggio, poi spostata per evidenti motivi di emergenza sanitaria). Prima tappa sarà la Galleria di Palazzo Coveri sul Lungarno fiorentino (dal 29 ottobre all’8 novembre), a seguire la Hanna Gallery di Barcellona a gennaio, a febbraio a Berlino all’Atelier Martina Dempf. Si chiude in Italia, all’Oratorio San Rocco di Padova.
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