“Precious Fashion”, il mondo dell’accessorio tra presente e futuro: quattro panel durante Oroarezzo
Innovazione, stato attuale del mercato e tendenze, Made in Italy e responsabilità – sono gli argomenti introdotti da Matteo Farsura, global exhibition manager delle fiere orafe di IEG, e da Matteo Rovelli marketing manager di “Leather & Luxury” per esaminare il settore degli accessori di alta gamma da ogni prospettiva.
Il saluto istituzionale del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha inaugurato “Precious Fashion“, l’evento che Italian Exhibition Group ha organizzato per Oroarezzo, in collaborazione con Confindustria Federorafi e il magazine “Leather & Luxury”. Il ministro ha parlato di “evento di riferimento per il settore degli accessori di alta gamma” e proprio alle aziende che producono accessori si è rivolto il sondaggio sulle aspettative per il futuro.
Il 70% dei produttori ritiene che tra dieci anni il mondo accessori sarà diverso e il 37% ritiene che questo cambiamento sarà completo, totale nel settore. Il salone internazionale della manifattura orafa e della gioielleria di IEG è stato, dunque, occasione privilegiata per organizzare un confronto tra due industry – il gioiello e l’accessorio – che perseguono strategie diverse pur condividendo la stessa visione riguardo l’utilizzo di tecnologie sostenibili.
L’innovazione è il grande alleato nel momento di difficoltà. Innovare, infatti, significa sopravvivere ed evolvere. “Il settore adesso vive un momento di crisi ed i tempi della produzione sono dettati dai brand – ha detto Gianluigi Barettoni, presidente AFEMO – La tecnologia, però, ha un ruolo centrale, perché permette alle aziende di proporre ai brand nuove soluzioni e materiali“. Innovazione come alleata, dunque bisogna investire in questo ambito. L’Italia a che punto è? Ecco Massimo Poliero, CEO di Legor Group: “In Italia si investe una media dell’1,4% dei ricavi in ricerca e sviluppo rispetto alla media europea del 2,7. Bisogna creare sinergie tra aziende diverse del settore orafo”. Per Matteo Sgatti di Remira una leva importante è l’Intelligenza Artificiale per velocizzare lo sviluppo di nuovi prodotti. Lorenzo Cavaciocchi, manager di Bluclad, ha posto l’accento sulle tecniche che evolvono verso la sostenibilità e sull’obiettivo “zero waste”.
Di mercato e tendenze ha parlato Beppe Angiolini, presidente onorario della Camera di buyer Moda. “Lo scenario attuale è caratterizzato da acquirenti più attenti, spesa più oculata in un contesto in cui i prezzi aumentano. I mercati internazionali sono diversi da quelli di un tempo”, ha detto. “L’accessorio resta una produzione di nicchia”, ha osservato Alessandro Pacenti, Presidente Consorzio Physis Società Benefit. In che modo intervenire? Innovazione e sostenibilità devono disegnare la nuova rotta, perché in questo modo la fascia intermedia delle imprese si sposta verso la fascia alta di produzione. “Le aggregazioni aumentano la redditività”, ha detto Goggioli di Azimut e la dottoressa Giusti della Direzione Ricerche e Studi di Intesa Sanpaolo ha fatto riferimento alle grandi opportunità provenienti da transizione digitale e verde.
Il terzo panel si è soffermato su cinque esempi di aziende Made in Italy che sviluppano alta tecnologia. Ha affrontato anche il tema delle scadenze dei fondi PNRR, di stringente attualità. E poi la prossima “transizione 5.0” voluta dal governo. Ne ha parlato Francesco Colli, CEO di Ingfor. L’ad Alfredo Rosini ha ricordato l’impegno di Iren Ambiente Toscana per la raccolta di RAEE importanti per l’industria orafa e del gioiello con un nuovo impianto in costruzione nell’Aretino. Fabio Coradin di MTWH e Stefano Macinai di Mami hanno parlato di peculiarità che gli accessoristi possono proporre ai brand interessati ad investire in tecnologie e materiali nei territori piccoli. David Diracca di Giovanni Lanfranchi Spa ha analizzato il rapporto privilegiato tra scuola e impresa che può favorire sempre la competitività, al netto delle pastoie burocratiche.
Nel panel dedicato alla responsabilità, infine, sono stati affrontati tre temi e obiettivi che l’Europa segue con grande rigore: sostenibilità, Due diligence e direttiva contro il green washing. «Occorre, però, una metrica comune per misurare davvero la concorrenza», ha ammonito Cristina Squarcialupi, presidente Chimet S.p.A e vicepresidente nazionale Federorafi. Opinione condivisa da Paolo Tempesti di Fondazione Leaf, che ha aggiunto: “Se le certificazioni sono science based, i parametri non spaventano le imprese”. Rispettare l’ambiente non è solo un fatto etico ma che aumenta la competitività di un’azienda: “Non dobbiamo sottovalutare la capacità di applicare e far rispettare norme molto severe sulla tutela ambientale, ma comunicare al meglio la nostra cultura e i nostri valori. Dobbiamo l’esempio alle nuove generazioni”, ha concluso Carlo Salomoni, quality manager di Prada.
Precious Fashion’, the world of accessories between present and future: four panels during Oroarezzo
The institutional greeting of the Minister of Enterprise and Made in Italy, Adolfo Urso, opened ‘Precious Fashion’, the event that Italian Exhibition Group organised for Oroarezzo, in collaboration with Confindustria Federorafi and the magazine ‘Leather & Luxury’. The Minister spoke of a ‘benchmark event for the high-end accessories sector’ and it was precisely to the companies that produce accessories that the survey on expectations for the future was addressed. 70% of manufacturers believe that in ten years’ time the accessories world will be different and 37% believe that this change will be complete, total in the sector.
The IEG International Gold and Jewellery Exhibition was, therefore, a privileged opportunity to organise a confrontation between two industries – jewellery and accessories – that pursue different strategies while sharing the same vision regarding the use of sustainable technologies.
At the moment, jewellery is experiencing exponential growth. The accessory, on the other hand, is affected by a fluctuating market, in which even rising autumn temperatures can generate a change in consumption. Four panels – innovation, the current state of the market and trends, Made in Italy and responsibility – were introduced by Matteo Farsura, global exhibition manager of IEG’s jewellery fairs, and Matteo Rovelli marketing manager of ‘Leather & Luxury’ to examine the high-end accessories sector from every perspective.
Beppe Angiolini, Honorary President of the Chamber of Fashion Buyers, spoke about the market and trends. ‘The current scenario is characterised by more careful buyers, more prudent spending in a context where prices are rising. International markets are different from what they used to be,’ he said. ‘Accessories remain a niche production,’ noted Alessandro Pacenti, President of Consorzio Physis Società Benefit. How to intervene? Innovation and sustainability must chart the new course, because in this way the mid-range of companies will move towards the high-end of production. ‘Aggregations increase profitability,’ said Azimut’s Goggioli, and Dr Giusti of Intesa Sanpaolo’s Research and Studies Directorate referred to the great opportunities coming from digital and green transition.
The third panel focused on five examples of Made in Italy companies developing high technology. It also addressed the topic of the PNRR funds’ deadlines, which are of pressing relevance. And then the upcoming ‘transition 5.0’ desired by the government. Francesco Colli, CEO of Ingfor, spoke about it. CEO Alfredo Rosini recalled Iren Ambiente Toscana’s commitment to the collection of WEEE important for the gold and jewellery industry with a new plant under construction in the Arezzo area. Fabio Coradin of MTWH and Stefano Macinai of Mami spoke of special features that accessory manufacturers can propose to brands interested in investing in technologies and materials in small territories. David Diracca of Giovanni Lanfranchi Spa analysed the privileged relationship between school and business that can always favour competitiveness, net of bureaucratic red tape.
Finally, in the panel dedicated to responsibility, three themes and objectives that Europe follows with great rigour were addressed: sustainability, due diligence and the directive against green washing. ‘We need, however, a common metric to really measure competition,’ warned Cristina Squarcialupi, president of Chimet S.p.A. and national vice-president of Federorafi. An opinion shared by Paolo Tempesti of the Leaf Foundation, who added: ‘If certifications are science-based, the metrics do not scare companies.
Respecting the environment is not only an ethical fact, but one that increases a company’s competitiveness: ‘We must not underestimate the ability to apply and enforce very strict environmental protection regulations, but also to communicate our culture and values in the best possible way. We owe this example to the new generations,’ concluded Carlo Salomoni, Prada’s quality manager.
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