Orologi contraffatti: la Guardia di Finanza oscura 163 siti
Mario Peserico: «La contraffazione viene veicolata quasi sempre attraverso spedizioni singole, il cliente che acquista on line riceve il pacchetto a casa. Nella rete dei delinquenti sono finiti centinaia di marchi, distribuiti e contenuti in migliaia di link»
“Abbiamo scoperchiato un pentolone. Speriamo che la nostra denuncia sia apripista non solo per dissuadere i contraffattori ma anche per incentivare le piattaforme on line a controllare meglio”. Mario Peserico, il presidente di INDICAM, l’Associazione Italiana per la tutela della proprietà intellettuale, commenta con soddisfazione la conclusione delle indagini della Guardia di Finanza. Nei giorni scorsi, il Nucleo Speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma ha individuato i responsabili di un meccanismo di frode conosciuto come “Hidden Links“. Coinvolgeva 15 persone che commercializzavano online prodotti contraffatti, in particolare orologi di prestigiosi marchi, ed era stato sviluppato attraverso 163 siti di vendita on line tutti oscurati. Ai danni delle persone protagonisti della frode, è scattata la perquisizione personale, informatica e locale disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano. Contestualmente alla perquisizione, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Milano su richiesta della locale Procura della Repubblica, con il quale sono state oscurate 163 risorse digitali presenti su Twitter, lnstagram, Facebook, Telegram e altri siti web.
Il Nucleo Speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma ha individuato i responsabili di un meccanismo di frode conosciuto come “Hidden Links” che coinvolgeva 15 persone che commercializzavano online prodotti contraffatti, in particolare orologi di prestigiosi marchi, ed era stato sviluppato attraverso 163 siti di vendita on line tutti oscurati.
“L’indagine degli organi di polizia, della Guardia di Finanza in particolare, sono scattate dopo una nostra denuncia – ricostruisce Peserico – Abbiamo voluto evidenziare questo fenomeno che emerge sempre di più on line. Alcuni social network parassitano le piattaforme e accade soprattutto per mancanza di verifiche o per verifiche blande: ospitano aste nascoste, all’interno dei link e ne abbiamo individuato decine apparentemente innocue, perché propongono prodotti che, se ci si sofferma ad una presa visione sommaria, rimandano ad oggetti unbranded o non necessariamente collegate. Facciamo un esempio: all’apparenza, ci troviamo di fronte ad una vendita di magliette bianche. I consumatori che vogliono, ricevono codici a ciascuno dedicati e attraverso i codici aprono il link. Non trovano più magliette bianche ma prodotti contraffatti, segnatamente orologi di prestigiosi marchi”.
“Abbiamo voluto evidenziare questo fenomeno che emerge sempre di più on line. Alcuni social network parassitano le piattaforme e accade soprattutto per mancanza di verifiche o per verifiche blande”
Mario Peserico, presidente INDICAM
Dunque il venditore abusivo non inserisce, nel proprio canale di vendita, immagini che riproducono il bene contraffatto bensì riporta immagini prese da siti ufficiali di noti brand dell’orologeria, cui viene associato un mero codice identificativo, che sarà utilizzato, sui canali social, per perfezionare la vendita illecita.
“La contraffazione viene veicolata quasi sempre attraverso spedizioni singole – ricorda il presidente di INDICAM – il cliente che acquista on line riceve il pacchetto a casa. Nella rete dei delinquenti sono finiti centinaia di marchi, distribuiti e contenuti in migliaia di link. Se vengono inviati a casa ogni giorno miliardi di pacchetti, è complicato per le Dogane controllare tutto, tanto più che sul pacchetto c’è magari la dicitura regalo oppure prodotto di poco valore, soprattutto se si tratta all’apparenza di… magliette bianche”.
“Gli hidden links sono la nuova frontiera della contraffazione online: comprendere i meccanismi che guidano questo fenomeno insidioso è fondamentale per le attività di contrasto ai traffici illeciti”
Marcello Borsetti, presidente Assorologi
L’operazione di polizia ha preso avvio dopo un’analisi accurata, svolta con ASSOROLOGI, l’Associazione Italiana Produttori e Distributori di Orologeria. Dopo aver indetto una conferenza stampa nella quale furono evidenziate tutte le anomalie riscontrate con dovizia di particolari, è entrata in azione la Procura. “Gli hidden links sono la nuova frontiera della contraffazione online: comprendere i meccanismi che guidano questo fenomeno insidioso è fondamentale per le attività di contrasto ai traffici illeciti – ha detto Marcello Borsetti, il presidente di ASSOROLOGI – L’orologeria è da sempre uno dei comparti maggiormente colpiti dal fenomeno criminale della contraffazione e questa importante azione di contrasto efficace e concreto messa in atto sulla base dell’attività di analisi dei nuovi strumenti criminosi, evidenzia la necessità di proseguire su questa strada”.
Perché il mondo dell’orologeria è da sempre uno dei comparti più colpiti? “Per una serie di fattori che ruotano intorno al nostro comparto – spiega Borsetti – c’è tanto interesse intorno ai marchi e probabilmente dipende anche dalla natura del prodotto, che per la sua dimensione può essere movimentato in maniera più semplice di un altro bene, come può essere ad esempio l’automobile. C’è poi un aspetto culturale o che potremmo definire di sottocultura: se c’è un’offerta e se c’è un forte interesse a questo genere di business, vuol dire che c’è qualcuno che alimenta costantemente questo approccio e questo legame con la contraffazione.
Talvolta i consumatori sono loro stessi vittime, sono ignari: non riconoscono il prodotto contraffatto, non lo capiscono. Questo non vale per l’Hidden Links. Per quale motivo? “Perché ci si rivolge con consapevolezza ad un link che rimanda ad una cosa ben diversa da quello che all’apparenza sembra. Chi frequenta questi canali sa bene che il link è la porta d’accesso ad un acquisto contraffatto. E sa bene che Hidden Links significhi link nascosti, appunto. È un canale che un consumatore naturale non conosce. Dunque chi si è rivolto a questo canale sapeva. Molti si trincerano dietro il “che male c’è?”. Non vale, è un’azione da censurare. Anche una singola azione alimenta un mondo di illeciti e fuorilegge e fa danno alla comunità, alla distribuzione. Non si pagano tasse e dietro questo business c’è un mondo parallelo che spesso nutre le organizzazioni criminali. Queste organizzazioni sfruttano i proventi per investirli poi in altre attività illecite”.
Fighting the Hidden Links phenomenon: 163 sites for selling counterfeit watches blacked out
“We have uncovered a cauldron. We hope that our complaint will be a pathfinder not only to deter counterfeiters but also to incentivize online platforms to better control.” Mario Peserico, the president of INDICAM, the Italian Association for the Protection of Intellectual Property, comments with satisfaction on the conclusion of the Guardia di Finanza’s investigation. In recent days, the Rome-based Nucleo Speciale tutela privacy e frodi tecnologiche (Special Unit for the Protection of Privacy and Technological Fraud) identified those responsible for a fraud mechanism known as “Hidden Links.” It involved 15 people marketing counterfeit products online, particularly watches of prestigious brands, and had been developed through 163 online sales sites all of which had been blacked out. On the persons involved in the fraud, the personal, computer and local search ordered by the Public Prosecutor’s Office at the Court of Milan was triggered. At the same time as the search, a preventive seizure order was executed, issued by the Gip of the Court of Milan at the request of the local Public Prosecutor’s Office, by which 163 digital resources present on Twitter, lnstagram, Facebook, Telegram and other websites were obscured.
“The investigation by law enforcement agencies, the Guardia di Finanza in particular, was triggered after a complaint from us,” Peserico reconstructs. “We wanted to highlight this phenomenon that is emerging more and more online. Some social networks parasitize platforms, and it happens mostly due to lack of verification or bland verification: they host hidden auctions, within links, and we identified dozens of them seemingly harmless, because they propose products that, if one pauses to take a cursory look, refer to unbranded or not necessarily related items. Let’s take an example: on the surface, we are faced with a sale of white T-shirts. Consumers who want, receive codes to each dedicated and through the codes open the link. They no longer find white T-shirts but counterfeit products, namely watches of prestigious brands.” So the abusive seller does not insert, in his sales channel, images that reproduce the counterfeit good, but rather reports images taken from official sites of well-known watch brands, which are associated with a mere identification code, which will be used, on social channels, to perfect the illicit sale.
“Counterfeiting is almost always conveyed through single shipments,” recalls the president of INDICAM, “the customer who buys online receives the package at home. Hundreds of brands, distributed and contained in thousands of links, ended up in the net of criminals. If billions of packages are sent home every day, it is complicated for Customs to check everything, especially since on the package there is perhaps the wording gift or product of little value, especially if it is apparently … white T-shirts.”
The police operation began after a thorough analysis, carried out with ASSOROLOGI, the Italian Association of Watch Manufacturers and Distributors. After calling a press conference in which all the anomalies found in great detail were highlighted, the Public Prosecutor’s Office swung into action. “Hidden links are the new frontier of online counterfeiting: understanding the mechanisms that drive this insidious phenomenon is fundamental for activities to combat illicit trafficking,” said Marcello Borsetti, the president of ASSOROLOGI. “Watchmaking has always been one of the sectors most affected by the criminal phenomenon of counterfeiting, and this important action of effective and concrete counteraction put in place on the basis of the activity of analysis of the new criminal tools, highlights the need to continue on this path. Why has the world of watchmaking always been one of the most affected industries? “Because of a number of factors that revolve around our sector,” Borsetti explains, “there is so much interest around the brands, and it probably also depends on the nature of the product, which because of its size can be handled more easily than another good, such as a car can be, for example. Then there is a cultural aspect or what we could call a subculture aspect: if there is a supply and if there is a strong interest in this kind of business, it means that there is someone who is constantly feeding this approach and this connection with counterfeiting. Sometimes consumers are themselves victims, they are unaware: they don’t recognize the counterfeit product, they don’t understand it. This does not apply to Hidden Links. For what reason? Because one consciously turns to a link that points to something quite different from what it looks like on the surface. Those who frequent these channels know that the link is the gateway to a counterfeit purchase. And they know that Hidden Links means hidden links, precisely. It is a channel that a natural consumer does not know about. So those who turned to this channel knew. Many are entrenched behind the “what’s the harm?” It does not apply; it is an action to be censored. Even a single action feeds a world of malfeasance and outlawry and does harm to the community, to distribution. No taxes are paid, and behind this business is a parallel world that often feeds criminal organizations. These organizations exploit the proceeds and then invest them in other illicit activities.”
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