Oro, l’export valenzano sale ed è tra i migliori settori piemontesi
A dirlo è lo studio condotto da Intesa San Paolo, che ha analizzato le esportazioni dei diversi distretti del Piemonte, comparando i dati del primo semestre 2021 e quelli dello stesso periodo del 2020.
Periodo difficile, quello dell’anno passato, che ha risentito dei due mesi e mezzo di lockdown, ma tra i settori produttivi ben otto su dodici hanno addirittura superato i numeri pre Covid. E in questo contesto l’oro è protagonista, con un +35,7% che lo pone al terzo posto per incremento, con un risultato superiore anche alla media nazionale del 27,6%.
In generale, i distretti piemontesi hanno migliorato il proprio export del 21% e il balzo più significativo è quello del piccolo distretto dei casalinghi di Omegna, l’unico rappresentante del sistema casa in regione, che vola con un +66,5%.
E tutt’altro che trascurabile è anche il +50,3% di un distretto tra i principali della tradizione alimentare piemontese: nocciola e frutta.
Oro sul Podio
Terzo gradino del podio, appunto, per l’oro valenzano, che nei primi sei mesi del 2021 ha intensificando le esportazioni di gioielleria in particolare verso gli Usa (+93,8%), Irlanda (+79,6%) e Hong Kong (+59,7%). A propiziare questi numeri tutt’altro che trascurabili anche la ripresa della domanda mondiale di gioielleria in oro, salita del +54% nel primo trimestre e del +60% nel secondo, anche in conseguenza di un “revenge shopping” post pandemia.
Questo fenomeno, se si guarda l’ambito moda, non ha aiutato altrettanto il tessile di Biella, penalizzato dal calo dei consumi legato al Covid, cresciuto solo del 12,6% e spinto soprattutto dalle imprese del Vercellese, il cui risultato sui mercati esteri (+44,7%) è nettamente migliore di quello dei colleghi biellesi (+1,3%). Principali destinazioni dei prodotti del distretto sono Cina, Francia, Hong Kong, Usa e Turchia. In generale, la moda distrettuale piemontese ha visto un incremento del 22,5% nel primo semestre.
Buoni risultati anche per la meccanica (+24%), anche se non in modo uniforme, e per la maggior parte dei distretti dell’agroalimentare, che nel suo complesso cresce del 18,2%: vini delle Langhe, Roero e Monferrato (+20,2%), dolci di Alba e Cuneo (+18,2%), caffè, confetti e cioccolato di Torino (+10,9%), mentre è ancora in difficoltà il riso di Vercelli, il cui export è diminuito del 7,9%, a causa del ritorno del prodotto orientale – in precedenza bloccato dalla pandemia – sui mercati del Nord Europa. Infine i poli tecnologici, che con un +4,9% reagiscono meglio della media italiana del settore (+1,7%), anche se la differenza tra quello di Torino, che supera i dati 2019, e quello aerospaziale, ancora in difficoltà a causa della concentrazione in pochi paesi delle vendite estere, si è accentuata.
«Un risultato molto buono – sottolinea Teresio Testa, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo – Ci stiamo avvicinando alla media dei distretti nazionali. Nei comparti in cui i dati congiunturali non sono ancora positivi, conforta l’andamento qualitativo. Nella moda, settore che pesa particolarmente sul dato complessivo regionale, assistiamo per esempio ad una ripresa degli ordinativi e ad un certo dinamismo nelle operazioni di fusione e acquisizione tra imprese. Per l’aerospazio, nonostante il segno meno, Torino resta territorio di riferimento per nuovi progetti. Le imprese devono cogliere l’attimo e ricominciare ad investire».
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