Oro etico, il futuro è nelle miniere urbane
BTT Italia, Cescut: «Dalle schede elettroniche affiniamo in maniera sostenibile quasi il cento per cento dei metalli preziosi»
L’oro sostenibile viene dai circuiti elettrici. Ha appena messo a punto un nuovo macchinario per l’affinazione dei metalli preziosi provenienti dai rifiuti Raee la Btt Italia di Arezzo, azienda da 40 anni specializzata in progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti di recupero e affinazione di metalli provenienti dalle aziende, dalle miniere e, appunto, da catalizzatori e rifiuti elettrici.
«Recuperiamo oro, platino, argento, palladio e rame dai rifiuti Raee, in particolare dalle schede elettroniche e abbiamo messo a punto un sistema d’affinazione sostenibile quasi al 100%».
«Stiamo cercando di valorizzare il settore con oro proveniente dalle “miniere urbane” – sottolinea Omar Antonio Cescut, direttore commerciale, marketing e comunicazione – Recuperiamo oro, platino, argento, palladio e rame dai rifiuti Raee, in particolare dalle schede elettroniche e abbiamo messo a punto un sistema d’affinazione sostenibile quasi al 100%».
Anche per quanto riguarda il passaggio precedente, cioè la scomposizione delle schede elettroniche «anche questo passaggio ha un processo circolare e non umano. Inoltre non necessita di vulcanizzazione e di conseguenza non genera emissioni di fumi o CO2 in atmosfera. Questo procedimento viene effettuato da una società specializzata, con cui abbiamo una joint produttiva; noi ci occupiamo, invece, di produrre gli impianti utilizzati poi dalle imprese per affinare i metalli estratti, che è ciò che facciamo da 40 anni».
Questo tipo di lavoro, secondo Cescut, rappresenta il futuro e anche una fonte di metallo etico e completamente tracciabile. «È un processo interessante, perché green, sostenibile, circolare e che permette di fornire un oro con le massime performance in termini di titolo, 999. Provenendo da una raccolta certificata, inoltre, può essere tracciata lungo tutta la filiera. Invece di scavare nelle miniere, noi scaviamo quelle di rifiuti, per recuperare le parti nobili. I Raee, del resto, sono in aumento e la previsione è che i consumi di schede elettroniche aumenteranno, anche in conseguenza dell’installazione di macchinari 4.0, soprattutto nella frazione R3 e R4, quindi circuiti elettronici di pc e macchinari industriali».
I nuovi impianti, frutto di due anni di ricerche, sono pronti per entrare in funzione. «Da un paio d’anni ci stiamo chiedendo quale sarà il nostro lavoro in futuro e stiamo innovando dedicandoci al tema dell’affinazione dei rifiuti, quindi ci focalizzeremo sempre di più sulla costruzione d’impianti performanti per l’affinazione del Raee, ma anche provenienti da pannelli solari e batterie elettroniche. I prototipi funzionano e a ottobre li abbiamo presentati a Ecomondo. Nel secondo semestre entreranno in produzione i primi ordini».
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