Maddalena Germano: “Creare gioielli vuol dire avere le mani sporche di sogni”
Ogni creazione come un viaggio, un esperienza che si compie e si declina in gioielli esclusivi e speciali
La sua città è San Giovanni Rotondo. Da qui è partita alla volta di Firenze e di Amsterdam per apprendere ed approfondire quello che è poi diventato il suo lavoro.
E nella cittadina foggiana ha fatto poi ritorno per dare vita ad un proprio Atelier che definisce “un posto magico, un posto desiderato da sempre, un posto dove trovo rifugio ogni giorno, dove le mie mani donano vita alle mie idee.”
Idee che a volte si ispirano a Piet Mondrian, come gli anelli Tableau3 (edizione limitata di pezzi unici minimal, numerati, progettati in 3D e realizzati, con la tecnica della fusione a cera persa, in oro bianco o in argento). Un sentito omaggio all’arte del pittore olandese, in particolare all’opera del 1921, del quale riflettono le chiare geometrie astratte, le costruzioni dei vuoti, pur senza intervenire col colore – emulato da una leggera sabbiatura che rimanda all’imperfezione delle venature lasciate dalla tinta sulla tela – per evidenziare il concetto di forma e perché indossando un anello Tableau3 si diventa parte del gioiello, è la pelle con le sue tonalità a donare colore e carattere. Si è parte dell’opera stessa.
“L’idea che mi ha portata da l’osservare un’opera a concretizzarla in un gioiello è stata sorprendente. Ho vissuto questo percorso come un viaggio, dove attraverso gli occhi di Mondrian sono riuscita a guardare oltre la tela, immaginando così forme tridimensionali. Forme da indossare.”
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