Luca Soprana. Altissima orologeria indipendente, anche nel pensiero
Per me i rapporti umani sono più importanti del marketing. L’orologeria è anche un mondo di persone. La libertà di fare quello che mi piace non ha prezzo.
Luca Soprana è uno dei più grandi maestri orologiai al mondo. Soprattutto è una delle intelligenze più vivide del settore e, da sempre, quello che pensa lo dice con una schiettezza disarmante. Un esempio? Nel talk di Vicenzaoro September 2022 intitolato “Trend dell’orologeria, tra savoir faire meccanico e gusto estetico d’autore”, che trovate anche su You Tube, ha candidamente ammesso che per lui “Patek Philippe” – dove ha lavorato come formatore per la formazione interna – “è il McDonald’s dell’orologeria”.
Compreso il carattere senza filtri del personaggio, raccontiamo brevemente il suo percorso d’eccellenza. Luca nasce a Valdagno il 20 agosto 1974. Il nonno Roberto, orologiaio, è il suo primo maestro. Dopo gli studi di economia e commercio a Bologna frequenta il Wostep, la scuola di formazione orologiera (per stranieri) più importante della Svizzera e nel 2002 ne diventa il primo insegnante italiano.
Con quali marchi lavora lo chiediamo a lui. “Inizio con Vulcain come responsabile del servizio post-vendita, poi con Christophe Claret, ma è con Vianney Halter che imparo a fare un orologio dalla a alla z e diventa una passione. Escono dalle mie mani la Trio – ore e minuti, secondi e gran data in quattro sottoquadranti differenti – e il Classic Janvier N°1, equazione del tempo e fasi lunari, dove mi occupo di tutto. In seguito vado in BNB Concept per gestire l’atelier della prototipia ma fallisce poco dopo e mi assume Patek Philippe e alla fine del 2010 è il turno di Rolex dove mi occupo del restauro”.
Parliamo del Gotha dell’industria… “Sì ma quel mondo non fa per me. È come essere nell’esercito: devi eseguire gli ordini in silenzio. Al contrario io amo l’approccio veneto di lavorare per l’azienda come fosse mia; atteggiamento che gli svizzeri trovano pericoloso. Nel frattempo con Vianney Halter lavoriamo a un progetto che nel 2013 vince il premio innovazione al Grand Prix di Ginevra, gli Oscar dell’orologeria. Nello stesso momento fondo a Vaumarcus, nel cantone di Neuchâtel, l’Ateliers 7h38, che è l’ora di nascita del primo figlio avuto dai soci fondatori. Si tratta di un laboratorio di sviluppo e subito avviamo una partnership con Jacob & Co., realizzando lo Split-Flap World Time e l’AstronomiaE diventi una rockstar del settore! “Diciamo che con l’Astronomia nel 2014 e le sue evoluzioni (l’Astronomia Sky del 2016 e l’Astronomia ripetizione minuti Maestro del 2018) arriva la visibilità internazionale…”
Insieme alle tantissime collaborazioni riservate con i grossi nomi dell’orologeria… “Ovviamente di quelle non posso parlare per i relativi patti di riservatezza, posso dire però che quasi ogni anno l’Ateliers 7h38 vince qualche premio ai GP di Ginevra, oltre al fatto che siamo una specie di Mister Wolf del settore. Ogni volta che un orologio di alcuni marchi molto prestigiosi non funziona, interveniamo noi per risolvere il problema”.
In parallelo, poi, ci sono i progetti dove la tua figura, oltre ad essere essenziale, compare pubblicamente, come nel caso del meraviglioso Derek Pratt. Ce ne parli? “Derek Pratt, scomparso nel 2009, è stato il più grande di tutti gli orologiai moderni, un orologiaio totale che sapeva fare tutto a mano: dal movimento al quadrante fino alla cassa. È suo il tourbillon ‘a remontoir’. Ed è lui che nel 1997 fa funzionare il Double-Wheel Tourbillon Remontoir, un tourbillon da tasca con doppio scappamento a remontoir, che perfeziona due invenzioni di Abraham-Louis Breguet: scappamento a doppia ruota e tourbillon. La malattia gli ha invece impedito di riuscire a mettere su uno scappamento statico, quindi non tourbillon, il suo adorato remontoir in un movimento da polso, visto che si era dedicato solo alla realizzazione di orologi da tasca. Con l’approvazione della moglie Jenny Haller, ho portato a termine il progetto nel 2023, mantenendo intatto il suo approccio filosofico e filologico”.
Una esperienza che ti ha emozionato? “Sì, sono contento di aver avuto la possibilità di completare un progetto di Derek. È stato un maestro assoluto e ci univa una stima reciproca. Per me i rapporti umani sono più importanti del marketing. L’orologeria è anche un mondo di persone. La libertà di fare quello che mi piace non ha prezzo. Restando fedele all’orologeria che amo, quella indipendente, fatta da orologiai che davvero costruiscono tutto e in pochi esemplari. Perché se produci non dico centomila orologi all’anno, ma anche solo 100 o 600, è industria. E la lascio volentieri ai McDonald’s di turno”.
Luca Soprana. Highest independent watchmaking, even in thought
“For me, human relationships are more important than marketing. Watchmaking is also a world of people. The freedom to do what I like is priceless”.
Luca Soprana is one of the world’s greatest master watchmakers. Above all, he is one of the most vivid intelligences in the field, and he has always said what he thinks with disarming candor. Case in point? In the Vicenzaoro September 2022 talk titled “Watchmaking trends, between mechanical savoir faire and designer aesthetic taste,” which you can also find on You Tube, he candidly admitted that for him, “Patek Philippe”-where he worked as an in-house training trainer-“is the McDonald’s of watchmaking. “Understanding the unfiltered nature of the character, let’s briefly recount his path of excellence. Luca was born in Valdagno on August 20, 1974. His grandfather Roberto, a watchmaker, is his first teacher. After studying economics and business in Bologna, he attended Wostep, the most important watchmaking training school (for foreigners) in Switzerland, and in 2002 he became its first Italian teacher.
Which brands he works with we ask him. “I start with Vulcain as an after-sales manager, then with Christophe Claret, but it is with Vianney Halter that I learn how to make a watch from a to z and it becomes a passion. Out of my hands come the Trio – hours and minutes, seconds and grand date in four different sub-dials – and the Classic Janvier N°1, equation of time and moon phases, where I take care of everything. Later I go to BNB Concept to run the prototype atelier but it goes out of business shortly after and I am hired by Patek Philippe and at the end of 2010 it’s Rolex’s turn where I take care of the restoration. “Let’s talk about the Gotha of industry… “Yes but that world is not for me. It’s like being in the army: you have to follow orders in silence. In contrast I love the Venetian approach of working for the company as if it were my own; an attitude that the Swiss find dangerous. Meanwhile, with Vianney Halter we work on a project that in 2013 wins the innovation prize at the Geneva Grand Prix, the Oscars of watchmaking. At the same time, I founded Ateliers 7h38 in Vaumarcus, in the canton of Neuchâtel, which is the birth time of the first child had by the founding partners. It is a development lab and immediately we start a partnership with Jacob & Co., making Split-Flap World Time and Astronomy. “And you become a rock star in the industry! “Let’s say that with Astronomy in 2014 and its evolutions (2016’s Astronomy Sky and 2018’s Astronomy Master Minute Repeat) comes international visibility…”
Along with the many, many confidential collaborations with the big names in watchmaking… “Obviously, I can’t talk about those because of the relevant confidentiality pacts, I can say, however, that almost every year Ateliers 7h38 wins a few prizes at the Geneva GPs, in addition to the fact that we are a kind of Mr. Wolf of the industry. Whenever a watch of some very prestigious brands does not work, we intervene to solve the problem. “Then, in parallel, there are the projects where your figure, besides being essential, appears publicly, as in the case of the wonderful Derek Pratt. Can you tell us about that? “Derek Pratt, who passed away in 2009, was the greatest of all modern watchmakers, a total watchmaker who could make everything by hand: from the movement to the dial to the case. The tourbillon ‘a remontoir’ is his.
And it was he who in 1997 operated the Double-Wheel Tourbillon Remontoir, a pocket watch tourbillon with a double remontoir escapement, perfecting two inventions of Abraham-Louis Breguet: double-wheel escapement and tourbillon. Illness, on the other hand, prevented him from being able to put on a static escapement, thus not tourbillon, his beloved remontoir in a wristwatch movement, since he had devoted himself only to making pocket watches. With the approval of his wife Jenny Haller, I completed the project in 2023, keeping his philosophical and philological approach intact. “An experience that excited you? “Yes, I am happy to have had the opportunity to complete a project of Derek’s. He was an absolute master and we were united by a mutual esteem. For me, human relationships are more important than marketing. Watchmaking is also a world of people. The freedom to do what I like is priceless. Staying true to the watchmaking I love, the independent watchmaking, made by watchmakers who really build everything and in a few pieces. Because if you make not say 100,000 watches a year, but even just 100 or 600, that’s industry. And I gladly leave it to the McDonald’s on duty.”
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