Il trend dell’orologeria svizzera alle porte di “Watches and Wonders”
Le montagne russe, solite certezze, delusioni e novità bomba
Adori le serie televisive ricche di suspense e colpi di scena? Impazzisci per le maratone e non dormi la notte per finire prima possibile cinque stagioni in un colpo solo? Ecco quello che fa per te: il mercato attuale dell’orologeria meccanica d’alta gamma! Ti appassionerà, garantito, quasi quanto “Breaking Bad”, “Stranger Things” e il primo “True Detective”.
E dire che per decenni non è successo nulla di sorprendente, peggio di una soap opera brasiliana anni Novanta. Poi è arrivato l’ultimo quadriennio, una specie di tsunami con una onda gigantesca, lunga, lenta e inarrestabile, che ha moltiplicato alla potenza il valore dei best seller in acciaio (e non solo) – su tutti i soliti Daytona, Nautilus e Royal Oak – e l’esplosione di molti marchi indipendenti d’altissima gamma – in primis gli strepitosi Greubel Forsey (in foto il nuovo Balancier 3) e il “neo-classicismo” di F.P. Journe – che da quasi sconosciuti ai più (ma da sempre un cult per addetti ai lavori e fini conoscitori) si sono ritrovati con le liste d’attesa degne della boutique Rolex in Fifth Avenue a Manhattan.
Così l’orologeria d’alta gamma, tutto d’un tratto, si è scoperta una vera e propria forma di investimento speculativo anche per chi non conosce la differenza tra un cronometro e un cronografo – tranquilli, la differenza non la conosce nemmeno il commesso di una boutique monomarca di un grande gruppo. E come in Borsa quando arriva a pascolare il “popolo bue”, l’onda dello tsunami ha inesorabilmente invertito la rotta, lasciando dietro di sé una devastazione fatta, in questo caso, di valutazioni scese anche del trenta per cento o più rispetto a quelle di uno o due anni fa sul fantomatico mercato parallelo (ossia il mercato non gestito dalle reti ufficiali di vendita).
E adesso, a pochi giorni da “Watches and Wonders 2024”, la più importante manifestazione mondiale d’orologeria (a Ginevra dal 9 al 15 aprile), cosa c’è da aspettarsi?
Di sicuro una granitica certezza. Se il 9 aprile, in concomitanza con l’apertura del salone, Rolex sul suo sito presentasse come novità una nuova variante in acciaio di uno dei suoi long seller – i “rumors”, spesso disattesi, parlano di una nuova versione del GMT – be’ la festa sarebbe finita prima di cominciare, perché l’attenzione del mondo intero sarebbe concentrata su questa novità e poco altro.
È una esagerazione? No, a confermarlo è il recente report annuale sull’industria dell’orologeria svizzera a cura di Morgan Stanley e LuxeConsult (su dati 2023). Se da un lato i valori odierni sono in una fase di calo generalizzato (ne parliamo di seguito), dall’altro lato i numeri della posta in palio sono chiarissimi. Rolex (senza la controllata Tudor, che l’anno passato ha registrato un calo del fatturato del 4%, assestandosi a 545 milioni di franchi svizzeri per 255mila vendite), da sola, conta addirittura il 30,3% della quota mercato! Che in “soldoni” valgono 10 miliardi di giro d’affari e 1,2 milioni di pezzi venduti. Seconda e terza, a distanze siderali, troviamo Cartier (di proprietà Richemont) e Omega (Swatch Group), rispettivamente con 3,1 miliardi (e la metà di orologi venduti: 660mila) e 2,6 miliardi (e 570mila pezzi). Seguono Audemars Piguet (2,3 miliardi con 51mila vendite), Patek Philippe (2 miliardi con 70mila vendite) e Richard Mille, dall’incredibile performance: +18,5% sul 2022 per 1,540 miliardi sviluppati con soli 5.600 orologi venduti! Che significa un prezzo medio per modello stratosferico: 275mila franchi svizzeri! A chiudere i conti sulla classifica va anche segnalato il +20% annuo sulle vendite di Vacheron Constantin (Richemont), che “muove” un miliardo grazie a 35mila pezzi venduti e che comunque sconta un gap incomprensibile rispetto ai concorrenti storici (ovviamente Patek e AP).
Sfogliando la classifica possiamo individuare bocciature eccellenti? Diciamo di sì. Per esempio viene all’occhio il -13% di fatturato di IWC (“colosso” Richemont), che paga un posizionamento di prezzo valutato esagerato dagli acquirenti finali. E altri marchi importanti di Richemont (soprattutto Roger Dubuis, Baume & Mercier e in misura minore A. Lange & Söhne e Jaeger-LeCoultre, questi ultimi due marchi meravigliosi ma non performanti come meriterebbero) e di Swatch Group (Glashutte Original, Breguet e Blancpain), che vivacchiano tirando a campare, mentre le potenzialità – e le risorse economiche per svilupparle – sarebbero esplosive.
Dicevamo di un calo nei valori del parallelo. Per certificarlo basta osservare il trend dell’orologio più celebre al mondo: il Daytona in acciaio (in foto), oggi con prezzo ufficiale di 15.850 euro. Un anno fa sui marketplace online sfiorava i 50mila euro, adesso oscilla tra i 32 e i 36mila euro. Ben sapendo che per comprarlo a listino bisogna essere consanguinei – o quasi – di un concessionario ufficiale, altrimenti è semplicemente impossibile.
In conclusione che momento è per l’orologeria d’alta gamma? Il migliore di sempre. Perché sul mercato ci sono modelli per tutti i gusti e per tutte le tasche, dai 500 euro all’infinito. E per acquistarli basta un click o, ancora meglio, affidarsi a un rivenditore di fiducia della nostra città.
Una delle novità più belle del 2024 “White Moon” per Omega Abbiamo citato “Breaking Bad”, scomodiamo allora il suo protagonista Walter White per presentare, in attesa delle sorprese di “Watches and Wonders”, quella che ad ogni modo resterà una delle novità più belle del 2024: la versione con quadrante laccato bianco del celeberrimo Omega Speedmaster “Moonwatch”, così chiamato perché dal 1965 è l’orologio ufficiale degli astronauti della NASA e di conseguenza è anche il primo orologio indossato sulla Luna. Questa novità, nella sua storica versione con quadrante nero, è anche conosciuta come “Doppio zaffiro”, a protezione di quadrante e movimento a vista (mentre esiste anche una altrettanto nota versione con vetro in esalite e fondello chiuso). La nuova veste, che va ad affiancare la tradizionale, è una chiara mossa strategica di Omega per sfidare Rolex su entrambi i quadranti - nero e bianco - del Daytona in acciaio. Ed è una mossa eccellente perché il White Moonwatch è davvero riuscito esteticamente. Per il resto, come il cugino nero, non ha un difetto. Il movimento, Cal. 3861, certificato Master Chronometer, è una bomba (scappamento Co-Axial, spirale in silicio e resistenza ai campi magnetici fino a 15mila gauss) e il bracciale è uno dei più belli e comodi di tutta l’industria orologeria. E anche il listino ufficiale di 9.100 euro, visti quelli della concorrenza e anche in termini di rapporto qualità-prezzo, è decisamente giustificato.
Roller coaster, usual certainties, disappointments and bombshell news
Swiss watchmaking trend on the doorstep of “Watches and Wonders”
Do you love TV series full of suspense and twists and turns? Are you crazy about marathons and don’t sleep at night to finish five seasons in one go as soon as possible? Here’s the one for you: the current market for high-end mechanical watches!
And to say that for decades nothing surprising happened. Then came the last four years, a tsunami of sorts that multiplied to power the value of steel (and other) best sellers and the explosion of many independent high-end brands that went from being almost unknown to most to having waiting lists worthy of the Rolex boutique on Fifth Avenue in Manhattan.
So high-end watchmaking, all of a sudden, has discovered itself to be a real form of speculative investment. And as in the stock market when the “ox people” come to graze, the tsunami wave inexorably reversed course, leaving behind a devastation made up, in this case, of valuations down as much as thirty percent or more from those of a year or two ago on the phantom parallel market. And now, just days away from “Watches and Wonders 2024,” the world’s most important watchmaking event (in Geneva April 9-15), what is there to expect?
Certainly a granitic certainty. If on April 9, to coincide with the opening of the salon, Rolex on its website presented as news a new steel variant of one of its long sellers the “rumors,” often disregarded, speak of a new version of the GMT well, the party would be over before it began, because the attention of the whole world would be focused on this novelty and little else.
Is this an exaggeration? No, the recent annual report on the Swiss watch industry by Morgan Stanley and LuxeConsult (on 2023 data) confirms it. While today’s values are in a general decline, the stakes numbers are crystal clear. Rolex alone, counts even 30.3 percent of the market share! That in “big money” is worth 10 billion in turnover and 1.2 million pieces sold. Second and third, at sidereal distances, are Cartier and Omega, with 3.1 billion and 2.6 billion respectively. They are followed by Audemars Piguet, Patek Philippe and Richard Mille, with an incredible performance: +18.5 percent over 2022. To close the accounts on the ranking, it is also worth mentioning the +20% annual increase in sales of Vacheron Constantin.
Browsing through the rankings can we identify excellent failures? We say yes. For example, the -13% turnover of IWC comes to the eye, which pays for a price positioning rated exaggerated by end buyers.
In conclusion, what is the moment for high-end watchmaking? The best ever. Because there are models on the market for all tastes and pockets, from 500 euros to infinity. And all it takes to buy them is a click or, even better, relying on a trusted dealer in our city.
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