Giancarlo Montebello: l’ars combinatoria
Dopo la Scuola d’Arte del Castello Sforzesco a Milano nel 1967, Giancarlo Montebello avvia con Teresa Pomodoro un laboratorio di metallurgia preziosa. Con la sigla GEM inizia l’attività di editore di gioielli d’artista. Lavora con personaggi del calibro di César, Sonia Delaunay, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Hans Richter, Larry Rivers, Niki de Saint Phalle, Jesús Soto e Alex Katz, per citarne solo alcuni.
Nel 1978 un evento cambia completamente la sua carriera: tutto il lavoro fatto con gli artisti viene rubato. Nella sfortuna trova la possibilità del cambiamento e interrompe l’attività di editore per iniziare una sua attività. Nel 1978 decide infatti di dedicarsi alla realizzazione delle proprie opere.
Gentilezza, ricerca e racconto sono le parole chiave della sua produzione nella quale la natura rigida del metallo trova espressioni delicate e femminili.
Dalle stringhe del 1997 che terminano con preziosi puntali in oro che annunciano il passo di chi li indossa sulla scarpa fino alle Fiches o all’Automatico che trasformano elementi tecnici dell’abbigliamento come la coulisse o il bottone automatico in dettagli splendidi, non solo utili ma anche intelligenti, l’intera produzione di GianCarlo Montebello dimostra il suo amore per l’indagine dei processi industriali e la loro applicazione nel panorama orafo.
Si pensi alla collana della collezione Superleggeri, dichiaratamente ispirata a uno dei più celebri progetti del maestro Gio’ Ponti, realizzata in taglio chimico su acciaio inox per sfruttare gli spessori ridottissimi del metallo e la leggerezza ottenuta dai tagli sulle superfici. Quando l’innesto tra innovazione e progetto si uniscono nel segno della qualità.
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