“La forma del tempo”

Milano: al Museo Poldi Pezzoli un’imperdibile mostra fino al 27 settembre. Un lungo percorso di riflessione che dal Medioevo giunge alla Rivoluzione scientifica, dall’antichità alle soglie dell’età moderna

Anonimo, Orologio notturno, Atlante regge il globo celeste, 1670

È per l’uomo la sfida di sempre, misurare, fermare, afferrare il tempo. L’esposizione, che dal 13 maggio al 27 settembre 2021 propone il Museo Poldi Pezzoli, a Milano, intende rappresentare come la scienza, l’arte, la tecnologia abbiano affrontato questo rapporto tra l’essere umano e lo scorrere del tempo. Un lungo percorso di riflessione che dal Medioevo giunge alla Rivoluzione scientifica, dall’antichità alle soglie dell’età moderna.

In relazione l’iconografia del tempo (attraverso una trentina di opere tra orologi, sculture, codici e dipinti di Tiziano, Gian Lorenzo Bernini, Andrea Previtali, Bernardino Mei e Giovan Battista Gaulli detto il Baciccio) con l’avanzamento tecnologico nella sua misurazione, mediante gli angoli di osservazione della scienza, della letteratura e dell’arte. Una serie di preziosi orologi notturni italiani del Seicento, invenzione dei fratelli Campani per Papa Alessandro VII Chigi, con i quadranti dipinti con allegorie del tempo da famosi artisti barocchi sono il fulcro dell’esposizione curata di Lavinia Galli, conservatrice del Poldi Pezzoli, su progetto allestitivo di Migliore+Servetto Architects.

Ludovico Mannelli, Ludovico Mattioli, Paesaggio Notturno assieme

Il percorso è articolato in quattro sezioni: La misura del Tempo e dello spazio, Le immagini del Tempo e Nottetempo, Ombre magiche.

In mostra tra i tantissimi capolavori anche l’unico svegliatore monastico del XV secolo; un raro rilievo romano con Kairos/Occasio, l’uomo alato che personifica l’attimo fuggente in cui la fortuna cambia; una serie di dodici orologi notturni seicenteschi che presentano quadranti dipinti con allegorie del Tempo; un unicum, una scultura a tutto tondo alta più di un metro e mezzo in legno dorato raffigurante Chronos attualmente attribuito a Giuseppe Campani e Johannes-Jakobus Reyff che regge un orologio notturno nascosto in un globo celeste che proietta i disegni delle costellazioni sul soffitto; esposto anche il rarissimo orologio notturno a proiezione di Wendelinus Hessler, realizzato a Roma e di proprietà del Museo Poldi Pezzoli. 

Ciro Ferri, Gesù e la samaritana al pozzo

Per tutta la durata dell’esposizione saranno organizzate diverse attività didattiche collaterali. 

museopoldipezzoli.it

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