La Commissione perle CIBJO pubblica l’ottavo rapporto speciale precongressuale

Ai produttori di perle viene chiesto di fornire prove scientifiche della conformità agli standard ambientali accettati. Questa richiesta è sempre più frequente e pressante: lo impongono il legislatore ma anche il mercato, la domanda, il committente. Questo tema è stato affrontato dall’approfondita relazione preparata dalla Commissione perle CIBJO. È l’ottavo rapporto speciale precongressuale, pubblicato a tre settimane dal Congresso CIBJO in programma in India, a Japur, il 3 ottobre. L’ampio Rapporto speciale include anche contributi approfonditi di rappresentanti del settore perlifero in Bahrein, Giappone e Australia, nonché del Gemological Institute of America (GIA), dell’Istituto Gemmologico Svizzero (SSEF) e dell’Istituto del Bahrein per le perle e le pietre preziose (DANAT), tre dei principali enti di ricerca sulle perle a livello mondiale.

Nel report si parte da una premessa, una domanda: qual è lo stato di salute delle perle? Sia naturali che coltivate, non solo continuano a essere un punto fermo dell’industria della gioielleria a livello globale, ma nell’ultimo anno vanno anche incontro ad un forte sviluppo nei mercati specifici. Nel 2023, l’impatto complessivo sul mercato è 10,49 miliardi di dollari, con una crescita di 2 miliardi di dollari rispetto al 2022. Si prevede una crescita esponenziale: 24,37 miliardi di dollari entro il 2030, con la regione Asia-Pacifico come mercato in più rapida crescita.  Questo trend tiene conto non solo dei livelli di produzione delle perle bianche di coltura dei mari del Sud ma anche dei dati del Ministero giapponese dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca. Le statistiche commerciali giapponesi indicano una chiara tendenza all’aumento tra il 2020 e il 2023.

Ken Scarrat

La recente adozione degli Standard europei di rendicontazione della sostenibilità per le grandi organizzazioni quotate in borsa che operano in Europa ma anche con l’Europa accelererà le dichiarazioni volontarie di responsabilità sociale d’impresa per una rendicontazione ambientale, sociale e di governance basata su dati scientifici – osserva Scarratt, presidente della Commissione Perle della CIBJO -. In base alla legislazione, le aziende dovranno fornire, infatti, dati non solo in merito all’impatto sulle persone e sull’ambiente, ma anche su rischi e opportunità finanziarie. L’obbligo scatterà già nel 2025 per le aziende più grandi e nel 2029 per le altre”. Per assistere i membri dei settori delle perle e della gioielleria, un comitato speciale che opera sotto l’egida della Commissione perle ha lavorato a una sezione sulla sostenibilità che sarà aggiunta alla Guida perle della CIBJO. È intitolata “Impatto sociale, ambientale ed economico delle perle naturali e coltivate” ed è attualmente in attesa di essere discussa e approvata al prossimo Congresso CIBJO di Jaipur.

La responsabilità dell’uomo ed i comportamenti virtuosi prescindono dagli aumenti di produttività. La crescita e la sopravvivenza dei molluschi, ad esempio, dipendono dalla salute dei corsi d’acqua. Le perle prodotte riflettono tutte il “viaggio” delle ostriche e delle cozze da cui vengono raccolte. La formazione della madreperla può avvenire in modo naturale o essere innescata dall’uomo; in questo caso, l’abilità, la cura e talvolta l’ispirazione dei coltivatori di perle influenzano notevolmente la qualità di ogni gemma raccolta. Ma gli operatori responsabili sono andati oltre la ricerca di incrementi di produttività e la mitigazione dei rischi per gestire attivamente il loro impatto sociale e ambientale. In Australia, il sistema di quote di ostriche perlifere selvatiche è certificato dal Marine Stewardship Council (MSC) e includerà le ostriche nate in incubatrice. Le Filippine hanno intrapreso la strada della promozione degli allevamenti di perle come aree marine protette per garantire la conservazione dell’habitat. L’Indonesia è impegnata nello sviluppo delle comunità attraverso programmi di educazione e conservazione che utilizzano le aziende perlifere come hub logistici. La “Charte des bonnes pratiques” della Polinesia francese incoraggia un uso più efficiente delle risorse. Le Figi si impegnano a rispettare i principi dell’economia blu. Il Giappone ha recentemente lanciato un concetto circolare in cui le parti inutilizzate della carne delle ostriche vengono convertite in fertilizzante. La Cina ha optato per una drastica riduzione del volume di produzione per concentrarsi sulla qualità delle perle d’acqua dolce e su innovativi sistemi di acquacoltura a ciclo chiuso per pulire i corsi d’acqua urbani.

Inoltre l’Istituto Gemmologico Americano e il Nature Conservancy hanno collaborato per comprendere meglio l’impatto sociale e ambientale della lavorazione delle perle e hanno aggiunto i dati sulla sostenibilità al monitoraggio dell’origine delle perle. Il TNC (The Nature Conservancy) ha inoltre promosso i principi dell’acquacoltura riparativa – definita anche rigenerativa – e la gestione di progetti di collaborazione con l’industria utilizzando uno strumento di valutazione interno. “L’acquacoltura di perle è stata una grande opportunità per testare l’industria globale”, ha dichiarato Heidi Alleway del TNC. GIA, l’Istituto Gemmologico Americano, ha invece finanziato il primo ciclo di vita delle perle e le prime valutazioni per costruire Pearlpoints, uno strumento online open-source di autovalutazione dell’impatto delle perle. “Questa iniziativa è complementare ai servizi educativi e perliferi del GIA e contribuirà a proiettarli nel futuro – ha dichiarato Tom Moses, vicepresidente esecutivo del GIA e Chief Laboratory and Research Officer – Il nostro obiettivo è quello di responsabilizzare gli agricoltori fornendo loro le strutture necessarie e i sistemi digitalizzati per assumere il controllo dei loro sforzi di sostenibilità“. La prima versione si concentra sull’acquacoltura di acqua salata ma lo stesso approccio può essere applicato alle perle d’acqua dolce e naturali.

Le microplastiche, però, sono il nemico da combattere sia in acqua dolce che in acqua salata. Scarratt, presidente della Commissione Perle della CIBJO, spiega che l’esposizione alle microplastiche può avere un impatto sulla comparsa di biominerali e sull’espressione di geni legati alla biomineralizzazione, che rappresentano una nuova potenziale minaccia per gli organismi acquatici. Per molti anni, nel settore della coltura delle perle ha tenuto banco il tema dell’inquinamento legato all’allevamento di perle d’acqua dolce in Cina. Le deliberazioni del Comitato speciale della Pearl Commission sulla sostenibilità delle perle hanno dimostrato che, sebbene le preoccupazioni relative all’inquinamento dell’acqua in Cina fossero condivisibili, sono stati compiuti grandi passi avanti. Alle ostriche, inoltre, è universalmente riconosciuta una grande capacità di filtraggio sia d’acqua dolce che d’acqua salata ma gli esperti del settore si confrontano di frequente per verificare l’accuratezza delle ipotesi formulate. Per quanto riguarda l’inquinamento dei banchi di perle naturali, un interessante rapporto del 2020 di Hammadi et al. sull’inquinamento degli ecosistemi dei banchi di ostriche delle coste settentrionali degli Emirati Arabi Uniti ha rivelato la presenza di microplastiche nei sedimenti e nelle ostriche raccolte da queste coste.

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CIBJO Commission publishes eighth preconvention special report

Bead producers are asked to provide scientific evidence of compliance with accepted environmental standards. This demand is becoming more and more frequent and pressing: it is imposed by the legislator but also by the market, the demand, the buyer. This issue was addressed in the in-depth report prepared by the CIBJO Commission. It is the eighth Pre-Congress Special Report, published three weeks before the CIBJO Congress scheduled to take place in Japur, India, on 3 October. The extensive Special Report also includes insightful contributions from representatives of the pearl industry in Bahrain, Japan and Australia, as well as from the Gemological Institute of America (GIA), the Swiss Gemmological Institute (SSEF) and the Bahrain Institute for Pearls and Gemstones (DANAT), three of the world’s leading pearl research institutions.
The report starts with a premise, a question: what is the health status of pearls? Whether natural or cultured, not only do they continue to be a staple of the global jewellery industry, but they are also experiencing strong development in specific markets over the past year. In 2023, the total market impact is USD 10.49 billion, a growth of USD 2 billion compared to 2022. Exponential growth is expected: $24.37 billion by 2030, with the Asia-Pacific region as the fastest growing market.

The recent adoption of the European Sustainability Reporting Standards for large listed organisations operating in and with Europe will accelerate voluntary corporate social responsibility reporting for science-based environmental, social and governance reporting,” notes Scarratt, chairman of the CIBJO Pearls Commission. “Under the legislation, companies will have to provide data not only on their impact on people and the environment, but also on financial risks and opportunities. The obligation will come into effect as early as 2025 for the largest companies and 2029 for the others’. To assist members of the pearl and jewellery sectors, a special committee operating under the auspices of the Pearl Commission has been working on a section on sustainability that will be added to the CIBJO Pearl Guide. It is entitled ‘Social, Environmental and Economic Impact of Natural and Cultured Pearls’ and is currently awaiting discussion and approval at the next CIBJO Congress in Jaipur.

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