Kleed, avanti tutta con gemme e diamanti creati in laboratorio
C’è un’inversione di rotta a livello globale, marchi importanti abbandonano il diamante estratto in miniera
“Non vediamo l’ora di continuare a raccontare la nostra storia e di condividere la bellezza dei nostri gioielli rimanendo fedeli ai nostri valori”. È l’entusiasmo di un’azienda giovane ma anche molto motivata, Kleed sta puntando tutto su gemme e diamanti creati in laboratorio. I risultati più recenti le danno ragione, all’ultima edizione di Open Tarì ha destato molto interesse la proposta dei suoi gioielli in grado di far dialogare lusso e sostenibilità, bellezza e rispetto dell’ambiente, qualità e accessibilità. Insomma, un successo che conferma l’intuizione del marchio: l’unicità e il fascino di un gioiello non dipendono solo dalla materia prima ma dalle capacità tecniche e dalla creatività artistica di chi lo prende in carico. In ciò, Kleed rappresenta l’evoluzione del gioiello, è il primo marchio italiano di gioielli con diamanti coltivati che parte da questa visione.
Le cose stanno cambiando, e in fretta. Uno studio effettuato dalla Paul Zimnisky Diamond Analytics ha evidenziato «Le vendite dei diamanti lab grown sono passate da meno di 1 miliardo di dollari nel 2016 a quasi 12 miliardi nel 2022, con un tasso di crescita del 38% dal 2021 al 2022» la quota di mercato globale in valore delle gemme coltivate in laboratorio è salita vertiginosamente dal 3,5% nel 2018 al 18,5% nel 2023 e quest’anno probabilmente supererà il 20%.
Il gruppo LVMH proprietario del brand Tiffany & Co e Fred ha iniziato a mostrare ai sui clienti gioielli realizzati con diamanti di laboratorio, tra cui un collier di $255.000, Tag Heuer utilizza diamanti lab grown su alcuni dei suoi orologi più importanti, tra questi un modello da $90.000 e Prada ha lanciato la sua collezione di alta gioielleria ugualmente con diamanti lab grown. Così come Pamela Anderson ha condiviso la scelta di Pandora nell’utilizzo di diamanti coltivati in laboratorio, il mondo dell’arte e dello spettacolo insieme a molti altri brand del lusso si sta muovendo in questa direzione.
Sarà difficile fermare la tendenza e competere con questa nuova generazione di gemme che dalla loro hanno bellezza, etica e prezzo. Le vendite alla fine supereranno quelle dei diamanti naturali. La domanda non è se, ma quando ciò accadrà.
Kleed, full steam ahead with lab-created gems and diamonds
“We look forward to continuing to tell our story and share the beauty of our jewelry while staying true to our values.” That’s the enthusiasm of a young but also highly motivated company, Kleed is putting all her eggs in the lab-created gemstones and diamonds basket. The most recent results prove her right; at the last edition of Open Tarì, the proposal of her jewelry capable of bringing together luxury and sustainability, beauty and respect for the environment, quality and accessibility aroused much interest. In short, a success that confirms the brand’s intuition: the uniqueness and charm of a piece of jewelry does not depend only on the raw material but on the technical skills and artistic creativity of those who take charge of it. In this, Kleed represents the evolution of jewelry; it is the first Italian brand of cultured diamond jewelry that starts from this vision.
Things are changing, and fast. A study done by Paul Zimnisky Diamond Analytics showed “lab grown diamond sales have grown from less than $1 billion in 2016 to nearly $12 billion in 2022, with a growth rate of 38 percent from 2021 to 2022” the global market share by value of lab grown gems has soared from 3.5 percent in 2018 to 18.5 percent in 2023 and will likely exceed 20 percent this year.
It will be difficult to stop the trend and compete with this new generation of gems that have beauty, ethics and price on their side. Sales will eventually exceed those of natural diamonds. The question is not if, but when this will happen.
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