Italian Exhibition Group approva il rendiconto intermedio di gestione al 30/9
Ricavi totali dei primi nove mesi a 68,2 milioni di euro in riduzione, a causa della pandemia, rispetto ai 128,3 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (-46,8%).
Il Consiglio di Amministrazione di Italian Exhibition Group S.p.A. (IEG) società quotata dal giungo 2019 sul Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., ha approvato in data odierna il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2020. I ricavi totali del Gruppo del terzo trimestre -storicamente caratterizzato dalla meno intensa attività fieristica e congressuale dei mesi estivi – ammontano a 6,4 milioni di euro in riduzione del 77,4% rispetto ai 28,4 milioni del medesimo periodo del 2019. Questa significativa contrazione è imputabile alla pandemia i cui effetti principali sono stati: l’impossibilità di svolgere in modo regolare l’importante manifestazione fieristica VicenzaOro September – sostituita dal nuovo evento ibrido VOICE-Vicenza Oro International Community Event -, il dimezzamento del numero dei congressi (15 contro i 30 dei primi nove mesi del 2019) e la forte riduzione dell’attività captive e verso terzi sul fronte dei servizi correlati. La cancellazione degli eventi sopra citata, in parte mitigata dalle misure intraprese per contrastare gli effetti del COVID-19, ha generato un EBITDA negativo di 6,6 milioni di euro rispetto al risultato positivo di 3,9 milioni di euro del terzo quarter 2019. L’EBIT evidenzia una perdita di 10,5 milioni di euro contro quella di 0,4 milioni euro del medesimo periodo del 2019. Il risultato del periodo del Gruppo, dopo una stima del beneficio fiscale futuro generato dalle perdite del trimestre, evidenzia un valore negativo di 8,5 milioni di euro rispetto alla perdita di 1,8 milioni di euro dello stesso trimestre del 2019. Il risultato del periodo di pertinenza degli azionisti della Capogruppo mostra una perdita di 8,2 milioni di euro contro quella di 1,3 milioni del terzo quarter 2019.
Principali risultati consolidati dei primi nove mesi del 2020
I ricavi totali del Gruppo dei primi nove mesi del 2020 si attestano a 68,2 milioni di euro, in calo del 46,8% rispetto ai 128,3 milioni del medesimo periodo del 2019. Gli ottimi risultati messi a segno nei primi due mesi dell’anno, che hanno sostanzialmente determinato la crescita organica del periodo pari a 2,6 milioni di euro (+2,0%), sono stati annullati dagli effetti della pandemia che ha causato una riduzione dei ricavi di 62 milioni di euro (-48,4%) rispetto ai primi nove mesi del 2019. La flessibilità della struttura dei costi operativi che caratterizza sostanzialmente tutte le linee di business del Gruppo, le misure adottate dal management per contrastare gli effetti economici della crisi e il ricorso agli ammortizzatori sociali hanno consentito di attenuare l’impatto della contrazione dei ricavi sui risultati operativi del Gruppo.
L’EBITDA dei primi nove mesi rimane ancora in territorio positivo e si attesta a 9,1 milioni di euro, in riduzione del 70,3% rispetto ai 30,6 milioni del medesimo periodo dell’anno precedente. L’EBITDA Margin, per le ragioni sopra descritte, è pari al 13,3%, registrando un calo di 10,6 punti percentuali (23,9% era il valore dell’indice al 30 settembre 2019). L’EBIT dei primi nove mesi, sul quale incide una svalutazione non ricorrente di intangible asset di circa 2,6 milioni di euro, evidenzia una perdita di 7,1 milioni di euro contro il risultato positivo di 17,5 milioni dello stesso periodo del 2019. Il Risultato Prima delle Imposte evidenzia una perdita di 621 mila di euro – rispetto al risultato positivo di 13,7 milioni dei primi nove mesi del 2019 – dopo aver beneficiato di un utile della gestione finanziaria di 6,8 milioni di euro (contro un onere di 3,9 milioni di euro dei primi nove mesi del 2019) ottenuto prevalentemente a seguito della rideterminazione, per 9,3 milioni di euro, dei debiti per put options concesse alle minorities di alcune società controllate. Il Risultato del Periodo del Gruppo, dopo la stima di “imposte anticipate” sulle perdite fiscali del periodo, evidenzia un utile di 0,8 milioni – rispetto agli 8,9 milioni dei primi nove mesi dello scorso esercizio (-90,7%).
Il Risultato del Periodo di pertinenza degli azionisti della Capogruppo – che ha beneficiato di proventi netti non ricorrenti per 6,5 milioni di euro (al netto dell’effetto fiscale teorico) – mostra un utile di 1,6 milioni di euro contro gli 8,4 milioni di euro dei primi nove mesi del 2019 (-81,4%). La Posizione Finanziaria Netta al 30 settembre 2020 ammonta a 116,7 milioni di euro, evidenziando un aumento dell’indebitamento netto di 12,2 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2019. La PFN “monetaria” – che quindi non tiene conto del debito di 25,4 di euro derivante dall’applicazione dell’IFRS 16, degli eventuali debiti finanziari per future put options pari a 5,7 milioni di euro e per strumenti finanziari derivati per 5,9 milioni di euro – si attesta a 79,7 milioni di euro comportando un incremento dell’indebitamento per 26,5 milioni rispetto alla fine dell’esercizio 2019. Parallelamente le componenti non monetarie della PFN appena citate, al 30 settembre 2020 pari a 37 milioni di euro, mostrano una riduzione dell’indebitamento di 14,2 milioni di euro rispetto alla situazione al 31 dicembre 2019principalmente per effetto della sopracitata rideterminazione dei debiti per put optionsIl patrimonio netto consolidato al 30 settembre 2020 ammonta a circa 106 milioni di euro sostanzialmente invariato rispetto ai 106,1 milioni al 31 dicembre 2019.
Risultati per area di attività dei primi nove mesi del 2020
La riduzione complessiva dei ricavi nei primi nove mesi del 2020 rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, pari a 60,1 milioni di euro (-46,8%) ha interessato, anche se in misura differente, tutte le linee di business. Questa variazione è stata determinata dalla crescita organica essenzialmente realizzata dagli Eventi Organizzati dei primi due mesi dell’anno, che è stata pari a 2,6 milioni di euro (+2,0%), successivamente annullata dallo scoppio della pandemia che ha comportato una riduzione complessiva dei ricavi di 62,0 milioni di euro (di cui 58,2 milioni per “effetto cancellazione” e 3,8 milioni per “effetto posticipo”), pari al -48,4% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. A questa si aggiunge una trascurabile contrazione di ricavi di 0,1 milioni di euro (-0,1%) dovuta al differente calendario fieristico della Capogruppo e alla presenza di minori proventi netti non ricorrenti per 0,6 milioni di euro (-0,4%) rispetto ai primi nove mesi del 2019. Il “core business” del Gruppo, costituito dall’organizzazione diretta di manifestazioni fieristiche, ha rappresentato nei primi nove mesi dell’anno il 66,3% dei ricavi complessivi, pari a 45,2 milioni di euro, e mostra un decremento di 22,0 milioni di euro (-32,7%) rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Come per i ricavi complessivi, anche per questa linea di business la contrazione dei ricavi è stata il frutto di differenti fattori. Innanzitutto, il comparto ha registrato una sensibile crescita organica di 2,8 milioni di euro (+4,2%) realizzata grazie agli ottimi risultati dei due più importanti prodotti fieristici della Capogruppo, Sigep e Vicenza Oro January. Questa crescita è stata tuttavia completamente assorbita dall’ “effetto COVID-19” nella duplice forma dell’“effetto cancellazione” per euro 22,0 milioni (-32,7%) – tra le maggiori si citano VicenzaOro September, Rimini Wellness e OroArezzo – e dell’“effetto posticipo” per euro 2,9 milioni (-4,2%).
Prosegue con determinazione l’attività di approfondimento della fattibilità dell’operazione di integrazione con il Gruppo Bologna Fiere. A questo proposito si ricorda che in data 15 ottobre le due società capogruppo hanno siglato un term-sheet non vincolante, avente ad oggetto un’operazione di integrazione sulla base di un rapporto di concambio pari ad 1:1 e secondo le modalità ancora da definirsi tra le parti. La realizzazione dell’operazione è soggetta, tra l’altro, all’esito positivo delle attività di due diligence che saranno condotte, nonché alla realizzazione delle eventuali operazioni societarie che si dovessero rendere necessarie ai fini del raggiungimento del suddetto rapporto di concambio. Il Term-Sheet delinea, inoltre, un’ipotesi di struttura della nuova governance della combined entity volta a riflettere il sopracitato rapporto di concambio paritario ed assicurare la prosecuzione del programma di investimenti nei quartieri fieristici di proprietà compatibilmente con la situazione finanziaria della combined entity e in coerenza con gli impegni contrattuali già definiti ferme restando le eventuali diverse intese che saranno raggiunte tra i soci di riferimento delle società coinvolte. Qualora questa importante operazione dovesse avere esito positivo si darebbe vita al principale operatore italiano del settore, in grado di competere, anche grazie alla propria capacità organizzativa in Italia e all’estero, con i più importanti player internazionali, facendosi portavoce del Made in Italy e, al contempo, mantenendo un forte legame con i territori.
L’operazione consentirebbe, inoltre, di accrescere la visibilità della combined entity sui mercati di riferimento nonché di incrementare il flottante al fine di agevolare un successivo accesso al segmento STAR di Borsa Italiana.
POST COMMENT