Giuliana di Franco, una lettura molto più profonda del senso del gioiello
Non si può parlare di regole, di metodi, di limiti quando è il talento a muovere le idee. Giuliana di Franco ha una sincera passione per la tecnica tradizionale della microfusione, però non trascura soluzioni innovative che la vedono costantemente impegnata nel proprio laboratorio a Leonforte, non una bottega bensì uno spazio di 1000 mq che accoglie il più grande e moderno impianto produttivo del Sud Italia di elettrodeposizione su cera, ma a conduzione artigianale, perché è la manifattura, il tocco sartoriale che infonde un’anima al gioiello.
“[…] Mi piace definire il mio stile “Classico Contemporaneo”, poiché affonda le radici nella tradizione ma si proietta nel futuro con indipendenza, coraggio, originalità e visione” spiega l’artista, destinataria di premi nazionali ed internazionali per il suo modo di fare arte che celebra la vita nelle sue infinite sfaccettature, tra la natura, i colori e la spiritualità emotiva che da secoli accompagnano il Mediterraneo, ma filtrati dalla sua modernità che già nei nomi di alcune collezioni costruiscono contatti con essa o fanno i conti con i suoi rituali scaramantici e/o magici: Limoneto, Agrodolce, Primizie, Sciaurosa; Tarocchi, Angeli Custodi, Arcani.
Lavora così, dando un senso alle forme e ai segni attraverso ricerche stilistiche e tecniche, apprezzate anche in occasione di mostre personali e collettive.
La designer e modellista si spende con responsabilità e amore che si concretizzano in una mera missione: dare al gioiello un carico culturale che lo porti oltre il tempo con valori anche etici non destinati ad esaurirsi, come il progetto che vede l’incontro tra la microscultura di Giuliana di Franco e il tocco del pittore Alfonso Baja in cento esemplari di gioielli, numerati a mano e presentati in un prezioso scrigno, che in un gioco di rimandi e sostituzioni troviamo indossati da antiche protagoniste della storia dell’arte italiana, in miniature realizzate ad olio su tela 15×21.
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