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Giulia Morellini, il brutto è bello perché è brutto
Stravolge i canoni del gioiello classico per creare empatia tra le persone e gli oggetti
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Anelli in legno. Sono stati i primi lavori di Giulia Morellini, ma all’approccio spontaneo al mondo orafo ha preferito quello professionale frequentando scuole di specializzazione, pur se il legno è rimasto tra i suoi materiali prediletti, del quale rispetta i difetti ed esalta i pregi (lavori che hanno poi preso parte ad alcuni concorsi riscuotendo premi e riconoscimenti). Mixa perfezione e irregolarità, tratti spontanei e geometrie elaborate in una disequilibrata convivenza che genera curiosità. Giulia Morellini forza la prevedibilità per uno stile dall’identità attuale carico di contraddizioni: prezioso/non prezioso, armonico/disarmonico, liscio/grezzo…. È una pioniera che non cancella il passato ripescando nella tradizione le antiche tecniche. A guidarla è un desiderio di superare le autorità dei dogmi, difficile da frenare, dai risultati opposti all’immaginabile, come gli spregiudicati e ingovernabili anelli solitari che sconvolgono il significato di bellezza per mostrare altre attrattive, atipiche e coraggiose ma seducenti per altri versi.
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