Giovanni Ferraris. Innovazione e artigianalità
Un nuovo ‘trend’ in cui la sperimentazione convive amabilmente con la tradizione e l’impiego di materiali ‘classici’
Poetico, delicato, spesso bucolico. Giovanni Ferraris sa bene come raccontare la magia di un gioiello di Haute Joaillerie, che si ritrova oggi interprete di un nuovo ‘trend’ in cui la sperimentazione convive amabilmente con la tradizione e l’impiego di materiali ‘classici’. Ci spiega qui come tutto questo possa essere sinonimo di grande successo, in Italia ma soprattutto sui mercati stranieri.
Giovanni Ferraris si distingue per la capacità di coniugare un gioiello di grande impatto estetico con tecniche di innovazione all’avanguardia. In che modo riuscite a far convivere queste due anime?
La nostra forza è il laboratorio. Sperimentazione, ricerca, innovazione, e una indiscutibile professionalità ci permettono di curare ogni aspetto, dalla progettazione alla produzione e di percorrere strade creative altrimenti impossibili. Dietro a ogni creazione ci sono, quindi, testa e cuore, ovvero la tecnologia più avanzata applicata alla manualità dell’artigiano. Sono convinto che la produzione interna all’azienda consenta non solo di sperimentare nuove soluzioni, ma anche di monitorare assiduamente e di mantenere costante il livello qualitativo. Della linea in “Twist” sono molto orgoglioso, perché abbiamo abbinato la ricerca tecnologica biomedicale al design (brevettata).
Quali sono i materiali che, in termini di sperimentazione, possono essere messi ‘al servizio’ dell’alta gioielleria?
Un gioiello di ‘alto livello’ deve sempre avere oro e diamanti, tutti i materiali alternativi sono un supporto per ottenere un risultato artistico e ‘indossabile’. I gioielli in titanio ti danno la possibilità di esprimere l’estro e di lavorare con dimensioni importanti che in oro peserebbero troppo, per esempio.
Per mantenere un gioiello in una fascia prezzo competitiva, quanto è importante la capacità di saper sfruttare la versatilità e poliedricità di un materiale o di una pietra?
Vi faccio un esempio attuale: dopo mesi di prove nel mio laboratorio, abbiamo brevettato la linea ‘Twist’ della quale sono molto orgoglioso perché siamo riusciti ad abbinare la ricerca tecnologica biomedicale al design, il risultato è un gioiello in oro e diamanti, flessibile e leggero. Leggero anche nel prezzo!
Nello sviluppo stilistico delle collezioni, vi state avvicinando a un prodotto con un appeal più ‘fashion’, pur mantenendo alto il valore del marchio e del gioiello?
Molti grandi marchi di gioielleria stanno producendo collezioni rivolte a un mercato medio basso perché il consumo, in questa fascia, è maggiore a livello internazionale. La mia azienda è strutturata per produrre un numero limitato di gioielli, l’esperienza e l’abilità acquisita di maestri artigiani che abbiamo ci consente di fare pezzi di grande pregio ed inimitabili, per questo motivo speriamo sempre più di posizionarci ed essere apprezzati nel mercato di nicchia.
Il vostro criterio di stile, inteso come audace abbinamento cromatico tra metalli e pietre, segue una stagionalità o riflette un’esigenza specifica del mercato o di un mercato?
Essere cittadini di questa meravigliosa Italia, con la sua storia, la cultura e l’arte che respiriamo ogni giorno, fa sì che siamo noi Italiani a influenzare i mercati. Accade tuttavia che, per occasioni speciali un cliente ci chiede un gioiello unico o ci dà un input per nuove linee.
Facendo un rapido punto sul post Basilea, può tracciare una ‘mappa’ sui mercati più dinamici e ricettivi del gioiello Made in Italy oggi?
Sicuramente i mercati asiatici si confermano grandi appassionati di italianità in tutti i suoi aspetti.
Come interpreti dell’eccellenza Made in Italy, quali sono gli elementi imprescindibili affinché il vostro gioiello possa rappresentarla al meglio?
La qualità e l’eccellenza della produzione Made in Italy per noi significa anche serietà, nel garantire la qualità del manufatto e delle materie prime. Utilizziamo solo pietre naturali e tutti i nostri gioielli sono sempre accompagnati da certificati di garanzia.
In che direzione sta andando l’alta gioielleria? Trova che ci siano nuove esigenze da parte del consumatore finale e ritiene sempre validi i canali retail più tradizionali?
L’alta gioielleria è un po’ legata a un gusto classico. È difficile fare accettare cambiamenti di stile, mentre se i cambiamenti sono ‘tecnici’ allora il discorso cambia, perché questi vanno a migliorare la vestibilità. I canali retail classici garantiscono tuttora un rapporto personale importante che non si deve perdere.
Cosa ne pensa della vendita di un gioiello Fine Jewelry da parte di un department store o concept store?
Questi luoghi sono sicuramente i più adatti per la vendita dei gioielli ‘easy to wear’. Il cliente si sente più libero di curiosare senza l’obbligo di acquisto, mentre per gioielli di target alto è sempre meglio avere personale qualificato e formale che accompagni il cliente nell’acquisto.
Condivide lo sviluppo sempre più marcato di nuove frontiere retail e di comunicazione che oggi portano il gioiello ad avere una presenza sempre maggiore su canali digital? Come vi ponete nei confronti di questa nuova realtà?
La mia azienda per il 90% è export. L’avvento del digitale per noi è fantastico, ti permette di rimanere in contatto con i tuoi clienti, presentare novità, idee…Il tutto con un click.
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