Gioiello italiano, continua la frenata dell’export
Il dato falsato dal “caso Turchia” con +42,1 %
Le elaborazioni effettuate dal Centro Studi di Confindustria Federorafi su dati ISTAT, nel primo quadrimestre del 2024 confermano il trend registrato a fine dello scorso anno con le importazioni in flessione e una crescita dell’export sostenuta dai rialzi delle quotazioni dei metalli preziosi, ma soprattutto dalla performance “anomala” della Turchia che nel periodo in esame fa registrare un aumento dell’export pari al +42,1%, per un totale di 7.892 milioni di euro. A livello trimestrale si evidenzia, tuttavia, un rallentamento della crescita delle esportazioni, che dal +46,9% del gennaio-marzo 2024 passano al +38,0%.
Claudia Piaserico, presidente di Confindustria Federorafi: “Le rilevazioni confermano le preoccupazioni che avevamo già evidenziato all’inizio dell’anno che solo l’”anomalia turca” ha mascherato in questi mesi. Infatti sulla performance dell’area extra-UE incide in maniera decisiva l’andamento registrato dalla Turchia, salita al primo posto dal quinto occupato nel ranking dell’anno 2023. Nell’arco dei sei mesi raggiunge una variazione pari al +618,6%4 arrivando a coprire il 34,6% delle esportazioni settoriali. Come già ricordato, l’evoluzione presentata da questa nazione è riconducibile a diverse ragioni: dalla ricerca di nuove rotte a causa dei conflitti russo-ucraino e israelo-palestinese, all’aumento dei dazi/tassazione locale sull’oro che ha incentivato l’importazione da parte degli operatori turchi di semilavorati o prodotti finiti come confermano le analisi del World Gold Council. La domanda interna turca di gioielleria ha in primis finalità di investimento, conseguente a diverse cause endogene tra cui l’alta inflazione, le tensioni politiche interne, la volatilità geopolitica globale, i tassi di interesse reali negativi, la mancanza di investimenti alternativi praticabili. Nel mese di giugno le esportazioni dall’Italia alla Turchia hanno accusato una significativa flessione di natura congiunturale (n.d.r. -82,2% rispetto a maggio). Il fenomeno che ha caratterizzato l’interscambio con la Turchia sembra quindi progressivamente attenuarsi.“
Da evidenziare anche che la UE palesa una crescita media molto meno vivace di quella settoriale e non va oltre al +10,5%, e che pesa anche la discesa rispetto all’ anno precedente dei numeri degli Statai Uniti: questo trend con buona probabilità, si protrarrà anche nella seconda parte dell’anno.
“Ci aspettiamo un autunno molto complicato- sottolinea Piaserico- in virtù del fatto che anche gli USA, nostro principale mercato di riferimento e “termometro” affidabile delle performance settoriali, presentano un’inversione di tendenza e calano del -1,6% rispetto al medesimo periodo del 2023. Dobbiamo confidare in un raffreddamento nell’escalation delle quotazioni della materia prima che condiziona la nostra pipeline sia a monte che a valle ma poco possiamo fare in quanto è la conseguenza delle tensioni militari in atto, del peggioramento di molte economie e, in parte, anche dell’attesa delle prossime elezioni americane. Le imprese italiane con il covid ed il post-covid si sono comunque in gran parte consolidate e rafforzate proiettandosi in modo stabile verso politiche focalizzate sull’innovazione di prodotto e di processo, sullo sviluppo di best practices nel campo della sostenibilità e delle relazioni commerciali con i principali partners mondiali, sostenute anche dalle iniziative che la federazione ha avviato da tempo nel campo della formazione, dell’innovazione e della promozione/comunicazione, quest’ultima attraverso originali progetti con l’Agenzia Ice ed il Ministero degli Affari Esteri. Rimango pertanto ragionevolmente fiduciosa sul futuro.”
Italian jewelry continues export slowdown
The elaborations carried out by the Confindustria Federorafi Study Center on ISTAT data, in the first four months of 2024 confirm the trend recorded at the end of last year with declining imports and a growth in exports sustained by the rises in the prices of precious metals, but above all by the “anomalous” performance of Turkey, which in the period under review recorded an increase in exports of +42.1%, for a total of 7,892 million euros. At the quarterly level, however, there is evidence of a slowdown in the growth of exports, which falls to +38.0 percent from +46.9 percent in January-March 2024.
Claudia Piaserico, president of Confindustria Federorafi: “The findings confirm the concerns we had already highlighted at the beginning of the year that only the ‘Turkish anomaly’ has masked in recent months. In fact, the performance of the non-EU area is decisively affected by the performance recorded by Turkey, which rose to first place from the fifth place it occupied in the ranking of the year 2023. Over the six-month period it achieves a change of +618.6%4 reaching 34.6% of sectoral exports. As mentioned earlier, the evolution presented by this nation can be attributed to several reasons: from the search for new routes due to the Russian-Ukrainian and Israeli-Palestinian conflicts, to the increase in local duties/taxation on gold that has incentivized Turkish operators to import semi-finished or finished products as confirmed by the World Gold Council analysis. Turkish domestic demand for jewelry is primarily for investment purposes, resulting from several endogenous causes including high inflation, domestic political tensions, global geopolitical volatility, negative real interest rates, and lack of viable alternative investments. In June, exports from Italy to Turkey experienced a significant cyclical decline (editor’s note: -82.2 percent compared to May). The phenomenon that has characterized trade with Turkey thus seems to be gradually diminishing.”
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