Gemtech: come si determina il valore di una pietra?

“A parità di bellezza, il valore commerciale di una gemma varia in considerazione di fattori politici nei paesi di estrazione e di flussi del mercato globale”.


A cura di Francesco Sequino Gem Tech- Istituto Gemmologico

CEO e Lab Director di Gem Tech – Istituto indipendente per la ricerca, la didattica e l’identificazione gemmologica e Docente International Gemological Institute


Cos’è la Gemmologia? Molti la confondono o l’associano alla Geologia, forse per l’assonanza del nome. Ma c’è tanta differenza tra le due materie. Un gemmologo deve rispondere a domande diverse rispetto a quelle che si pongono agli studi mineralogici.

La prima domanda che un cliente pone nel momento in cui deposita la pietra per un certificato è: “Quanto vale?”. Il gemmologo non ha l’obbligo di stabilire una quotazione, ma nel momento in cui valuta colore, purezza, taglio e fluorescenza di un diamante, il prezzo lo ha praticamente stabilito: basta consultare un listino Rapaport aggiornato e il gioco è fatto.

È dall’identificazione della specie di appartenenza che parte il lavoro del laboratorio. Nelle gemme di colore il concetto di rarità assume poi un rilievo fondamentale per determinare il valore. Proviamo infatti a immaginare di avere tra le mani una pietra gialla: potrebbe essere un vetro, un quarzo citrino, un topazio, un corindone giallo, un berillo aureo, un granato hessonite e via dicendo. Ma se scorriamo tale elenco, a parità di bellezza, il valore commerciale cambierà. E, vi assicuro, non di poco. Inoltre bisogna considerare la situazione politica dei paesi di estrazione e dei flussi che renderanno più o meno disponibile sul mercato una determinata gemma.

Eccovi un esempio lampante. La grandidierite, poco conosciuta al grande pubblico, era fino a qualche anno fa introvabile sul mercato, fino a quando in Madagascar non si scoprono depositi promettenti ed i prezzi crollano. Il giacimento non ha riserve come quelle sperate? E allora il prezzo si innalza. A fine anni ‘80 il rubino thailandese aveva prezzi sostenuti, poi all’improvviso la Birmania, alla ricerca disperata di denaro (paese ad economia socialista pianificata) scaraventa sul mercato un’enormità di rubini di colore bellissimo, con una fluorescenza abbagliante osservabile anche alla luce solare. Le miniere in Thailandia chiudono ed i rubini thailandesi si deprezzano nel giro di pochi mesi e non di poco, altro che Bitcoin. Adesso la Birmania, pardon il Myanmar, tra isolamento politico e diminuzione della produzione esporta molti meno rubini con conseguente repentino innalzamento dei prezzi.

Per le gemme più importanti quali zaffiri blu, rubini e smeraldi un altro fattore importante è la provenienza geografica. Trovare degli indizi per stabilire il luogo di estrazione è complicato per le pietre non trattate, immaginate per quelle che hanno subito dei trattamenti termici significativi… con inclusioni devastate! Eppure riuscire a stabilire che per un corindone varietà zaffiro di colore blu la provenienza sia l’Australia, il Madagascar, lo Sri Lanka, la Birmania o il Kashmir comporta un aumento esponenziale del prezzo.

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