Filostil, “fare un gioiello significa metterci l’anima”
La storica factory orafa valenzana riporta la sensibilità umana al centro dell’atto creativo
“Il nostro approccio non è quello di semplici esecutori” chiarisce Giorgia Cattelan, CEO di Filostil. “Vogliamo dare qualcosa in più, non solo producendo i gioielli che ci vengono commissionati, ma creando qualcosa di inedito. Ci mettiamo del nostro, perché è in questa attenzione e passione per il dettaglio che si può ricercare una vera e onesta innovazione dal punto di vista del design”.
Come dire, arretrare di un passo per farne dieci e più in avanti. Il passo indietro significa il recupero di una tradizione artigiana che va disperdendosi, rimpiazzata da macchinari avanzati ma impersonali. Filostil ha scelto invece di fare la differenza attraverso un approccio sartoriale, che riporta al centro la sensibilità umana. La vera sfida è creare con intraprendenza nel rispetto della tradizione, una modalità fondamentale per l’azienda di Valenza, un aspetto sempre più raro e ricercato che va recuperato.
Il giusto equilibrio tra tecnica ed estetica, l’incontro tra un disegno ispirato e la sua realizzazione artigianale, tra idea ed esecuzione, ponendo al centro l’identità e l’originalità di un gioiello, permettono poi di distanziarsi di quei dieci e più passi avanti rispetto a chi punta unicamente alla mera produzione.
Filostil, storica factory orafa fondata nel 1978, accompagna i propri committenti nella definizione di gioielli che esprimano una personale essenza, andando anche oltre il disegno e l’idea iniziale. Una sfida che il marchio lancia anche alle nuove generazioni da impegnare nel comparto, a chi è dotato di predisposizione e lungimiranza per convincersi che il futuro del gioiello è nel sapersi riappropriare del valore, fondamentale, della genuinità dell’intero processo creativo.
Produrre, sì, ma interpretando: ogni pezzo è il risultato di una stretta collaborazione tra idea, disegno ed esecuzione, dove il programma CAD offre il supporto tecnico ma è la mano dell’orafo che dà vita e significato al gioiello, un “classico intramontabile rivisitato” ottenuto evocando il passato con moderna emotività, in continua e perfetta sintonia con il committente, “fare un gioiello significa metterci l’anima” aggiunge Cattelan, “e la nostra missione è quella di realizzare opere che non solo rispondano alle aspettative dei clienti, ma le superino, trasmettendo qualcosa di profondo”, processo che richiede tempo e dedizione.
Filostil, “making a piece of jewelry means putting your soul into it.”
“Our approach is not that of mere performers,” clarifies Giorgia Cattelan, CEO of Filostil. “We want to give something extra, not just by producing the jewelry that is commissioned from us, but by creating something unprecedented. We put our own spin on it, because it is in this attention and passion for detail that we can look for true and honest innovation from a design perspective.”
As in, step back one step to take ten or more steps forward. Stepping back means recovering a tradition of craftsmanship that is dissipating, replaced by advanced but impersonal machinery. Filostil has chosen instead to make a difference through a sartorial approach, one that brings human sensibility back to the center. The real challenge is to create with resourcefulness while respecting tradition, a fundamental mode for the Valenza-based company, an increasingly rare and sought-after aspect that must be recovered.
The right balance between technique and aesthetics, the encounter between an inspired design and its handcrafted realization, between idea and execution, placing the identity and originality of a piece of jewelry at the center, then allows one to distance oneself those ten or more steps ahead of those who aim solely at mere production.
Filostil, a historic goldsmith factory founded in 1978, does not limit itself to production from a mere factory, but accompanies its clients in defining jewelry that expresses a personal essence, even going beyond the initial design and idea. A challenge that the brand also throws to the new generations to be engaged in the sector, to those who are endowed with the predisposition and foresight to be convinced that the future of jewelry lies in being able to reclaim the value, fundamental, of the genuineness of the entire creative process.
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