Emanuela Burgener. Il talento di far vivere la materia

Spero che l’attenzione sia sempre più rivolta verso le realtà di alto artigianato” a cui anche Margherita Burgener appartiene

La famiglia le ha dato in dote una tradizione orafa secolare che la designer seguita a praticare, ed accrescere, con orgoglio. Tenendosi fuori dalla logica di procedure prestabilite, ri-scrive il sapere artigiano della propria città, Valenza, con la determinazione di far dialogare anche elementi ineguali, dissimili per titolo di rango, come diamanti e titanio ad esempio, perché è attraverso queste dissonanze che snida le malie delle sue creazioni più interessanti.
Si confronta con la forza della Natura, tra i suoi soggetti prediletti, come i fiori che disegna mettendoci più di un po’ di quanto ci si possa immaginare: più volume, più grazia, più movimento …, guadagnando una inusitata abbondanza che li fa apparire sbocciati spontaneamente tra colori cangianti, intensi oltre la sfera di bellezza che la Terra regala. Un’intuizione espressiva che fa vivere la materia.

Emanuela Burgener (foto ©Giulia Bellezza)

Se in ogni suo gioiello nessuna presenza è un gesto grafico a sé stante, non è un caso, dunque, che la leggerezza prenda il sopravvento sulla matericità.

Il suo nome è tra i più quotati a livello internazionale, ed i suoi pezzi sono battuti alle principali case d’asta, anche per una cifra stilistica che sembra avere una doppia veste artistica, due facce della stessa medaglia che si scoprono quando ad esempio approccia idee di classicità immaginando un collier o una coppia di orecchini a goccia. Ma è solo un modo di manifestare la propria versatilità, sensibile e prepotente, che qui si esprime mandando tatticamente in gioco le gemme, volutamente perfette per meglio spiegare l’essenza dell’unicità – la loro virtù più preziosa – con la quale l’artista sembra avere una intima comunione.

Chi è Emanuela Burgener?
Sono l’anima creativa del marchio Margherita Burgener.

Margherita Burgener, perché questo nome?
Nasce dal nome della nostra prima figlia, Margherita, e dal mio cognome Walser. Sono nata ai piedi del Monte Rosa al confine con la Svizzera, ma sono italianissima. Le mie origini ritornano con forza in ogni aspetto della mia creatività. Quando nel 2002 è nata la decisione di creare un nostro marchio, ho voluto ricordare, attraverso il mio cognome le mie montagne ricche di storia perché da loro ho imparato l’orgoglio di una identità fatta di tradizioni e di rispetto per la natura e il territorio. A Macugnaga c’erano ricche miniere d’oro, le più importanti d’Italia. I raffinati costumi tradizionali sono ricamati con fili dorati. Un fil rouge – potrei dire forse un fil d’or – che spontaneamente mi ha avvicinato a Valenza, patria della gioielleria.

Come è nata la passione per l’alta gioielleria?
Mi sono trasferita a Valenza nel 1997. Lavoravo per Damiani ma già frequentavo il laboratorio di quello che sarebbe diventato mio marito. Ero affascinata dalla magia delle pietre che le mani dell’uomo trasformano in piccoli capolavori e incantata dal savoir faire dei maestri orafi con i quali da oltre vent’anni condivido il lavoro quotidiano nel laboratorio orafo, e non ho ancora smesso di provare meraviglia. Nel 2003 è iniziata la collaborazione con le case d’aste internazionali: Phillips, Christie’s, Sothebys, Artcurial, Adam’s e molte altre, con l’opportunità di vedere incredibili gioielli antichi, vintage e contemporanei, uno stimolo continuo a migliorare e uno sprone a realizzare pezzi unici di alto artigianato.

Orecchini Viola del Pensiero, titanio, oro, diamanti e zaffiri rosa, interamente realizzati a mano

Progetti in corso e futuri?
Tantissimi, forse troppi. Non riesco a tenere a freno la mia curiosità di sperimentare cose nuove. Il tempo del Covid mi ha tolto la possibilità di girare il mondo come ero abituata a fare, in cambio mi ha concesso tempi e silenzi preziosi. E mi ha dato la possibilità di coltivare e rafforzare legami con amiche insostituibili, artiste virtuose e professioniste valide. Sono il mio supporto, la spinta a sperimentare nuovi progetti, anche apparentemente lontani dalla gioielleria tradizionale.
Parlo al femminile perché nel mondo femminile gli incontri e gli scambi sono per me più immediati e più efficaci. Con Enrica Borghi, artista contemporanea che lavora con materiali di recupero, abbiamo creato una collezione che mescola provocatoriamente oro e pietre preziose a materiali di scarto, dando una nostra speciale interpretazione al tema del riuso delle plastiche. Le creazioni si ispirano ai fiori di montagna e ai ghiacciai… non avrebbe potuto essere altrimenti. A Valenza, il progetto ‘Fragile Bellezza’ del Centro Comunale di Cultura (vedi pagina 22), con Lia Lenti storica del gioiello, ha celebrato i primi nostri lavori. Per Chiara Di Gennaro, imprenditrice nell’azienda di famiglia Di Gennaro di Napoli, abbiamo realizzato una capsule collection ispirata al territorio, alla gialla ginestra e al nero dell’ossidiana del Vesuvio. La natura celebrata dal nord al sud Italia. Chicco Margaroli, pittrice di Aosta e artista poliedrica, decora gli astucci dei gioielli Margherita Burgener aggiungendo una piccola storia dedicata al committente, sempre diversa. Paola Bergamaschi, la mia copy, traduce i miei pensieri in parole prima ancora che io li abbia raccontati, come solo una cara amica sa fare. Giulia Bellezza, in qualità di direttore della fotografia, ha collaborato al mio progetto più recente: i video che pubblico sui social per raccontare i gioielli, le pietre, gli abbinamenti. È il mio modo per raggiugere chi ama la gioielleria, chi ci apprezza da tempo o chi può iniziare a scoprirci. Una sfida dettata dalle nuove modalità.

Fragile Bellezza: Erica Borghi e Margherita Burgener “Achillea Montana”

È tra i soci del Club degli Orafi, da cosa è dettata questa scelta?
Il Club è un’opportunità di incontro tra professionisti del settore di diversa natura e formazione. Tutti esperti di gioielli, pietre e metalli preziosi, accomunati dalla convinzione che il confronto, lo scambio di opinioni e di informazioni, siano importanti momenti di crescita. L’autorevolezza del Club, che compie 40 anni, rafforza il potere di comunicazione dei brand come il nostro che, per quanto di alta qualità, si fanno spazio con difficoltà in un panorama di nomi famosissimi e potenti, anche a livello di comunicazione. Farne parte aggiunge valore.

Orecchini Chiocciola, titanio, oro, diamanti e zaffiri blu, interamente realizzati a mano

Come immagina il domani dell’alta gioielleria
Spero che l’attenzione sia sempre più rivolta verso le realtà di alto artigianato a cui anche Margherita Burgener appartiene. Realtà in cui il valore del gioiello è dato anche dalla condivisione di valori e di temi che l’azienda racchiude. Spero si allarghi, sempre più, la nicchia di Clienti indipendente dal fascino dei grandi nomi e attenta alla qualità “su misura” di gioielli più vicini allo stile di vita di chi li prediligerà. La qualità che distingue il Made in Italy va sostenuta e preservata.
La vera sfida sarà saper raggiungere chi ha questa sensibilità e comunicare in modo efficace i valori e le tradizioni di un gioiello artigianale. Margherita Burgener ha accettato la sfida. I gioielli classici contemporanei che nascono nel nostro laboratorio di Valenza sono realizzati con grande cura e perizia. La vita è cambiata ma le cose belle continueranno a essere un piacere per gli occhi e per lo spirito!

Una tematica ricorrente nei suoi lavori
Le pietre. Da quelle fini ai quarzi, ciascuna regala al gioiello una meravigliosa unicità. Ogni dettaglio è studiato per valorizzare le singole pietre. Quando è possibile mi piace fare in modo che il gioiello risponda ai desideri di chi lo riceverà, raccontando attraverso i dettagli la sua storia e i suoi gusti.
Il suo è un percorso artistico ricco di date. Tra le più significative?
La nascita di Emma e Margherita, le mie due ragazze. Per me sono una inesauribile fonte di ispirazione e di gioia. Amo renderle partecipe dei miei progetti, ascoltare le loro opinioni di giovani donne e fare tesoro dei loro consigli che mi fanno riflettere sui punti di vista delle nuove generazioni.
Mi piace ricordare l’inaugurazione della Mostra ‘Riverbero’ alla villa Borromeo d’Adda ad Arcore, ad Aprile – a Giugno al Castello Reale di Govone, patrimonio UNESCO – con le opere di Enrica Borghi, tra cui i nostri gioielli ‘Precious Plastic’. Condividerò le immagini su Instagram di Margherita Burgener e su altri social ma spero che in questi luoghi di grande bellezza si possa ritornare ad incontrarsi di persona.

https://www.margheritaburgener.com/

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