Editoriale: Lo slittamento di VicenzaOro, diventa per tutti un’opportunità da cogliere

Il sistema orafo italiano sfrutti questi 60 giorni per incominciare a lavorare alla realizzazione di una vera e propria “unità di crisi

Mentre il secondo “annus horribilis” volge a conclusione, Italian Exhibition Group si vede costretta ad annunciare lo slittamento di due dei suoi eventi più importanti, il Sigep e VicenzaOro. Un atto dovuto in considerazione dell’emergenza sanitaria che non concede deroghe.  Lo scenario prossimo futuro, già non chiaro prima, con la decisione di ieri rischia di diventare ulteriormente complesso. Fiere nuove sono pronte al loro battesimo (Dubai Jewellery, Gem & Technology), altre, come la tedesca Inorghenta, hanno già ipotizzato un rinvio a marzo, mentre tante ancora “tentennano” nel comunicare le prossime date. Per non parlare dell’implosione dell’hub di Hong Kong, nodo nevralgico per le imprese italiane nel mercato del sud-est asiatico, in balia di tensioni politiche difficilmente risolvibili. A questa situazione tanto complicata si aggiungono fattori di macro economia: crescita dell’inflazione, aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, impennata dei costi della logistica, mancanza di alcuni materiali e componenti strategici.

In questo scenario, in cui il clima di incertezza facilmente si converte in un’ulteriore riduzione dei livelli produttivi e del portafoglio ordini, come si può fare impresa? La dura verità è che, due anni senza la forza propulsiva del sistema fieristico mondiale da un lato e dell’industria del turismo dall’altro – vero volano commerciale, le nostre aziende sono stremate.

Anche se i numeri del 2021 riportano un segno positivo, bisogna comunque mettere in conto le variazioni dovute all’aumento dell’oro, i ristori ricevuti, CIG ed altre forme di incentivi, di cui la maggior parte delle attività ha beneficiato e che in qualche maniera alterano il risultato finale.

Non dimentichiamo che fino al 2019 gli appuntamenti fieristici di settore, nazionali ed esteri, erano, almeno, uno o due al mese, garantendo un flusso costante di ordini ed una continuità lavorativa nell’arco dell’anno: tutto questo negli ultimi due anni non è avvenuto, se non a fasi alterne. 

Il mio auspicio è che tutto il sistema orafo italiano, con l’aiuto di chi ci rappresenta in realtà internazionali, sfrutti questi 60 giorni di slittamento per incominciare a lavorare alla realizzazione di una vera e propria “unità di crisi” che si adoperi al rilancio del settore e garantire la ripartenza dell’intera filiera.

Siamo tutti coscienti che l’aver perso nel tempo tanti asset, strategici politici ed economici, ci pone oggi in una condizione di grande difficoltà. Da anni le forze politiche hanno smantellato “mattone dopo mattone” i fondamenti del comparto: dalle agevolazioni all’ingresso in azienda (apprendistato) ai limiti di contanti nei punti vendita, dalle restrizioni sull’introduzione dei nostri gioielli in determinati mercati (cites) ai dazi imposti in maniera unilaterali.

Insomma, è venuto il momento di fare lobby: unire le forze per una battaglia comune di sopravvivenza, e VicenzaOro edizione 2022 può essere il palco giusto dove far emergere, forte e chiara, un’unica voce. 

Mi auguro, dunque, che questo slittamento di data sia una reale opportunità per avviare un dialogo costruttivo, recuperare le tante cose perse ed avvalersi del palco vicentino per iniziative concrete e non (ahime!) autocelebrative.

Non credo che avremo tante altre occasioni, buon anno!

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