Editoriale: L’importante è avere coraggio e coscienza

Il mondo della gioielleria da tempo incarna un’anomalia tutta italiana. Se da un lato i numeri confermano la solidità del settore (+ 20 per cento il preconsuntivo 2022, con un fatturato di circa 11 miliardi di euro), dall’altro scopriamo che la quasi totalità delle produzioni – circa il 90 per cento – è finalizzata ai mercati esteri. Questo per gli elevati standard di qualità e bellezza delle nostre produzioni, apprezzate e riconosciute in tutto il mondo, ma anche per l’intrinseca capacità di esprimere un patrimonio dei territori italiani non delocalizzabile.

Questo aspetto economico ci tranquillizza e ci riempie di orgoglio ma ci pone anche davanti ad un quesito: che cosa vendono, ogni giorno, i gioiellieri presenti nelle 14mila gioiellerie italiane? Una domanda non da poco, considerato che le difficoltà di assorbimento del mercato interno sono sotto gli occhi di tutti. Secondo una delle ultime note congiunturali dell’Istat (febbraio 2023), a gennaio si è stimato un lieve aumento per le vendite al dettaglio, +1,7% in valore e +1,2% in volume, per i beni non alimentari +1,4% in valore e +0,7% in volume. Comunque, il dato aggregato esprime variazioni percentuali minime che, nel breve periodo, nelle gioiellerie non porteranno a modifiche sostanziali dell’andamento economico. Di sicuro, la ripartenza delle mete turistiche e le città d’arte hanno contribuito, almeno in parte, al segno positivo. La domanda che dovremmo porci, invece, è: quanto il mercato tradizionale ed i normali appuntamenti sono ancora appetibili per i consumatori (matrimonio, battesimi, anniversari, etc.)?

In sintesi. Quanto sono ancora desiderabili i nostri punti vendita? E su questo punto ogni imprenditore dovrebbe soffermarsi per analizzare con obiettività la propria attività e, se necessario, riprogettare interamente il negozio.

A volte quando le cose non vanno come dovrebbero ci facciamo prendere dal panico mentre basterebbe apportare cambiamenti al nostro modo di operare. In tal caso, colleghi, associazioni di categorie e consulenti possono essere strategici.

L’importante è avere coraggio e coscienza di quello che ci sta accadendo.

POST COMMENT

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *