Editoriale: Formazione, il futuro del sistema gioiello
Per il secondo anno consecutivo Italian Exhibition Group ha organizzato, ad Arezzo, il Summit del Gioiello. Un importante momento di confronto dove, i vari attori del settore: imprenditori, associazioni di categorie, giornalisti ed organizzatori fieristici hanno avuto modo di analizzare e valutare lo stato di salute del nostro comparto. La ricerca di soluzioni collettive finalizzate al miglioramento delle attività future del sistema gioiello Italia è stato il lietmotiv della mattinata, soprattutto in riferimento ad una serie di problematiche riscontrabili nelle attività produttive presenti nei quattro distretti dell’oro. Il ricambio generazionale delle maestranze e la formazione professionale delle nuove è sicuramente uno dei temi che andrà affrontato, nel breve periodo, con serietà, costanza e in maniera collettiva.
È evidente che per le aziende, oggi più che in altri momenti storici, è importante, per poter competere in un mondo globale, che i propri dipendenti acquisiscono con metodo e programmazione nuove competenze (skills); come è pur vero che la crescita professionale del personale aumenta il valore dell’impresa, migliora l’immagine aziendale, contribuisce alla motivazione del personale. Fra l’altro, è palese che se ad un lavoratore non si garantisce una formazione professionale costante in un contesto lavorativo altamente performante come quello attuale, può generare, nel giro di pochi anni, la sua uscita dal mercato del lavoro. Deve essere un processo che prosegue per tutta la carriera di un lavoratore.
Non sfugge a nessuno la portata e l’entità degli avvenimenti che si sono succeduti, negli ultimi anni, nel contesto sia internazionale che nazionale, segnati dall’emergenza pandemica che, a causa del COVID 19, ha inciso sulla vita di tutti, sugli affetti, sulla vita quotidiana e da una ingiusta guerra che continua ad essere presente nella nostra quotidianità. Un periodo storico unico che però può diventare un momento importantissimo di ripartenza ma soprattutto di riorganizzazione delle proprie attività e dei comparti di appartenenza. Attualmente le risorse ci sono e anche cospicue: solo nel programma #nextgenerationitalia, nell’ambito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono allocati circa 7 miliardi di euro. Una montagna di soldi che deve essere utilizzata per consentire la miglior formazione possibile per le nostre manifatture. Per questo bisogna fare squadra, bisogna viaggiare sullo stesso treno nella medesima carrozza affinché la forza generata sia tanta e dirompente.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare, sicuramente il mondo della formazione “in aula” ma, soprattutto, garantire agli imprenditori quegli incentivi fiscali in grado di poter inserire i giovani nel proprio organico, consentendo, in un giusto rapporto “do ut des”, una vera crescita professionale “al banco” fondamentale per completare l’apprendimento nozionistico scolastico. Non dimentichiamo che aldilà delle conoscenze dei nuovi processi lavorativi, quello che arricchisce veramente la formazione di un giovane è il sapere che gli arriva direttamente dai maestri artigiani, da chi da una vita ha ideato, progettato e realizzato gioielli che ci hanno reso famosi e imbattibili sui mercati di tutto il mondo.
Plaudo all’ampliamento di manifatture importanti, soprattutto a Valenza, ma credo che la vera scommessa sta nel far incrementare la presenza di “banchetti” nelle tante piccole medie imprese che rappresentano la vera ossatura del nostro sistema gioiello.
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