Coronavirus, la posizione del mondo orafo

È un momento complesso e inatteso. Come reagire? Come rispondere all’emergenza che sta travolgendo il mondo?

Coronavirus, orafi all’opera per superare anche questa crisi. Mentre l’emergenza sta mettendo a dura prova le aziende, tra viaggi saltati, ordini sospesi, fiere rinviate e pagamenti posticipati, le associazioni sono al lavoro per sostenere il settore in un momento complesso e trova il consenso della categoria la proposta lanciata da Preziosa Magazine di istituire un “tavolo di crisi” che riunisca tutti gli attori per affrontare le difficoltà dovute all’epidemia globale parlando a una sola voce.

Federorafi:
Con Confindustria moda abbiamo un tavolo di lavoro con con il Mise

Ivana Ciabatti

Già all’opera anche Confindustria Federorafi, come spiega la presidente Ivana Ciabatti. «Questa situazione, tra aumento del prezzo dell’oro e coronavirus una tempesta perfetta. Sappiamo che se durerà poco riusciremo a recuperare le perdite velocemente, mentre in caso contrario potrà creare seri problemi. Confido nell’Italia e negli italiani, perché sono forti e avranno una reazione energica. Con Confindustria Moda abbiamo aperto un tavolo di lavoro con il Mise, da cui ci aspettiamo risposte più importanti oltre ai 25 miliardi decisi, concrete e veloci per chi ha subito danni diretti o indiretti: sostegno alle imprese, sospensione dei pagamenti delle imposte e dei mutui, attivazione di ammortizzatori sociali anche per le Pmi, oltre a tutte le questioni sulle quali battiamo da tempo e che non sono più procrastinabili. Ci stiamo anche confrontando con la consulta orafa, ma i nostri problemi sono quelli di tutto il settore moda ed è il momento di muoversi assieme».

Afemo:
Blocco dei pagamenti fiscali

Ivana Ciabatti

Dalla filiera arriva anche l’allarme del settore macchinari, che teme la totale chiusura delle attività. «L’emergenza sanitaria è chiaramente la priorità e tutto ciò che sarà necessario fare per la tutela della salute pubblica ci vedrà  sempre in prima linea – evidenzia il presidente di AFEMO Gianluigi Barettonima è necessario affrontare il tema dell’emergenza economica che diventa sempre più grave: commesse bloccate, impossibilità di spedire merci in parecchi paesi, sfiducia dei mercati esteri, disdette di importanti visite da parte di buyer internazionali, sono solo alcune delle tematiche che affrontiamo purtroppo giornalmente. Abbiamo bisogno dal Governo di rassicurazioni certe in merito al fatto che non verranno presi provvedimenti che blocchino le attività produttive, che sia concesso lo spostamento dei lavoratori e soprattutto che venga garantita la libera circolazione delle merci. Chiediamo inoltre strumenti efficaci e immediatamente fruibili dalle aziende, come il blocco di tutti i pagamenti fiscali e previdenziali, di intermediazioni a nostro favore con il sistema bancario, del congelamento immediato dei pagamenti in F24 fino al termine di questa drammatica situazione. Se il settore deciderà di istituire un tavolo comune, noi ci saremo».

Il Tarì:
Un’unità di crisi per essere vicini ai soci

Vincenzo Giannotti

Vigile anche Il Tarì di Marcianise che, come sottolinea il presidente Vincenzo Giannotti, «si adegua alle disposizioni comunicate dal primo ministro Conte. Il consiglio di amministrazione a garanzia dei soci e delle tante persone che lo animano sta vigilando, giorno per giorno sull’evolversi della situazione causata dall’epidemia da Covid 19, adottando tutti quei protocolli di sicurezza indicati dal Governo. Momenti frenetici, quelli vissuti in questi giorni, al nostro interno abbiamo creato un’unità di crisi, per essere, come sempre, vicini ai propri soci e alle aziende insediate».

Cibjo:
Il settore orafo va ripensato

Gaetano Cavalieri

Traccia un quadro della situazione internazionale da un punto di osservazione privilegiato Gaetano Cavalieri, presidente del Cibjo, la Confederazione mondiale del gioiello, che non si limita al quadro attuale. «Quando nel 2001 nella conferenza interministeriale a Doha, la Cina fu accettata nel Wto, con le sue politiche molto aggressive, che hanno fatta crescere esponenzialmente, quel paese è diventato la fabbrica del mondo, dove vengono prodotti anche i grandi marchi del lusso: È logico che ci siano conseguenze quando il coronavirus ci fa svegliare e considerare che la cosa più preziosa è la salute e ci dobbiamo tutelare. Anche il settore orafo va ripensato, perchè si annullano fiere e incontri uno dopo l’altro e questa emergenza fa riconsiderare le priorità . Questa volta, rispetto alle passate epidemie, l’effetto è globale e crea un circolo vizioso dovuto al fatto che nessuno negli ultimi 30 anni ha pensato che si potevano anche mantenere delle produzioni in Italia o Europa. Adesso si creano ricadute negative, di natura strettamente economica, lavoratori che verranno messi in cassa integrazione, licenziati, Pmi che non riescono a sostenere la situazione perchè nessuno le paga. Non credo che torneremo alla normalità di prima del coronavirus. Certamente mettersi assieme per chiedere di sostenere le imprese può essere utile, auspicabile e bellissimo».

Federpreziosi:
Siamo in piena sintonia con il nostro presidente Sangalli

Giuseppe Aquilino

I negozianti di Federpreziosi-Confcommercio, sono messi a dura prova dal mancato afflusso di turisti e dalla poca propensione ad acquistare beni di lusso nei momenti di crisi, come sottolineato dal presidente Giuseppe Aquilino. «Siamo tutti coscienti e consapevoli delle difficoltà contingenti e di quelle future che anche noi tutti del comparto orafo ci troveremo ad affrontare – afferma – carichi di un fardello di grandi problemi pregressi che già pesano sulle nostre spalle e che da tempo stiamo affrontando con grande fatica».
«In ambito Confcommercio – continua – in piena sintonia con il nostro presidente Sangalli stiamo intervenendo nelle sedi e nei modi più opportuni per fornire risposte a tutti gli operatori, nessuno escluso. Tantoche il decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9 recante “Misure urgenti di sostegno per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19″, recepisce alcune linee di intervento richieste da Confcommercio in sede di confronto con il Mise e il ministero del Lavoro. L’ipotesi di creare un tavolo di crisi a sostegno del settore non può non trovarci concordi».

In questo ambito guarda con favore a un tavolo comune, ma resta un passo indietro Assocoral, come spiega il presidente Vincenzo Aucella. «Noi siamo una piccola associazione e da quando il problema è arrivato in Italia ci siamo interfacciati in primis con il sistema Confcommercio grazie alla nostra adesione a Federpreziosi».

Confartigianato:
fare fronte comune è la cosa giusta

Luca Parrini

Sul pezzo, ovviamente, anche i rappresentanti del vasto mondo artigiano. «Una congiunzione così negativa non l’ho mai vista in decenni di attività  – commenta Luca Parrini, presidente degli orafi di Confartigianato. Dal prezzo del metallo all’immobilità delle persone, in pratica viviamo alla giornata. Ci stiamo poi confrontando con le banche del territorio, perchè stanno cominciando a scadere i postergati e gli istituti di credito rivogliono il metallo, ma noi l’abbiamo già utilizzato per ordini che non riusciamo a consegnare. Cosa facciamo? Rifondiamo tutto? E se ci arriva un altro ordine, con cosa lo realizziamo?»
«Noi – continua – siamo sempre molto aperti alle opportunità di confronto, mi chiedo un tavolo quanto sia fattibile da un punto di vista pratico, visto che bisogna mettere tante persone in una stanza. Fare fronte comune certamente è la cosa giusta».

Cna:
Serriamo i ranghi e lavoriamo insieme

Arduino Zappaterra

Concorde il suo omologo di Cna, Arduino Zappaterra, che guarda con preoccupazione anche lo spostamento a gennaio della fiera di Basilea. «Ormai siamo di fronte a una pandemia, non tanto nei numeri, quanto per la diffusione a livello mondiale – sottolinea- quello che mi preoccupa da un punto di vista politico è lo spostamento di Basilea a gennaio, perchè in una situazione di sofferenza a livello mondiale, quando sarebbe il momento di mettersi d’accordo e avere una visione comune, se facciamo questi tentativi di sgambetti e giochiamo a fregarci gli espositori è finita».

«Il tavolo – sottolinea – è un’idea giusta, perchè oggi più si serrano i ranghi meglio è, e con il tavolo categoriale ci stiamo parlando. Bisogna lavorare assieme, fotografare la situazione, individuare le criticità, le opportunità e quale strada bisogna intraprendere, tirando fuori progetti che cerchino di risolvere i problemi. Sono sempre stato di questo avviso e a Vicenza in questo siamo avanti».

Oroitaly:
Occorre una detassazione e decontribuzione temporanea totale

Gianni Lepre e Salvio Pace

Gianni Lepre, Segretario Generale di Oroitaly, associazione che raggruppa oltre centosettanta aziende orafe di tutto il territorio nazionale dichiara: «Vi sono comparti come quello orafo, che stanno soffrendo notevolmente per la drastica diminuzione della produzione e degli scambi commerciali. Per questi settori occorre una detassazione e decontribuzione temporanea totale,  finchè il fenomeno del coronavirus non sarà debellato. Non solo, lo stato di deve far carico anche della paga dei lavoratori dipendenti. Le aziende si troveranno a pagare rate, mutui e fornitori, c’è bisogno di una moratoria. I fitti dovranno essere detassati e quindi depauperati della relativa quota, infine Si chiede l’annullamento degli interessi bancari. Si rischia altrimenti di depauperare un intero patrimonio produttivo».

Per il resto, il presidente Salvio Pace invita a una piena assunzione di responsabilità. «Dobbiamo rispettare le indicazioni del governo, anche se purtroppo cambiano di giorno in giorno. Lo dobbiamo fare nell’interesse superiore del Paese e dei nostri figli!».

Assogemme:
In questo momento fare squadra tra tutti i comparti, e le associazioni di categoria, è vitale

Paolo Cesari

In questo delicato momento, in Italia, stiamo affrontando una crisi sanitaria senza precedenti storici. È di fondamentale importanza, e priorità assoluta proteggere il benessere e la salute delle persone: – i nostri collaboratori, le famiglie di tutti noi, amici e i colleghi.
Il buonsenso di tutti è cruciale – ha affermato Paolo Cesari, Presidente Assogemme – cosi come l’adozione delle misure preventive di tutela, per collaborare al contenimento del rischio di contagio, in linea con quanto emanato dal Ministero, dalla Protezione Civile e dalle singole regioni d’Italia.
Assogemme è impegnata in confronti attivi con le maggiori istituzioni per sostenere, proteggere e tutelare il comparto orafo, dato l’impatto economico che il virus sappiamo avrà sull’economia globale. In questo momento fare squadra tra tutti i comparti, e le associazioni di categoria, è vitale per ottenere davvero risultati concreti a tutela di tutti gli operatori di settore, soprattutto per il settore orafo che ha già abbondantemente sofferto una crisi economica precedente al coronavirus.

Politecnico di Milano:
Le crisi sono momenti di rinascita

Alba Cappellieri

Una nota di ottimismo viene da Alba Cappellieri, docente di design del gioiello al Politecnico di Milano e direttore del Museo del Gioiello. «Il coronavirus è la punta dell’iceberg di una crisi già in atto – afferma – ma ho una visione positiva, perchè storicamente le crisi sono anche momenti di grande rinascita. Sono degli elementi di disturbo utili per rimescolare le carte e risorgere. Vorrei che lo Stato facesse la sua parte, come ci si aspetta da Paesi come il nostro e che a partire da questa emergenza ci fosse un momento di avvicinamento tra i diversi attori della filiera, come già  avvenuto con la moda. Il gioiello si deve ricompattare ed è fondamentale che associazioni, fiere e Ice trovino un quadro condiviso, perchè è sempre stata un’industria di grandi individualismi. Ben venga la crisi se può servire a un ripensamento delle relazioni e degli obiettivi, ripensando il sistema orafo italiano».

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