Confindustria Moda, appello al nuovo governo per sostenere il Made in Italy
C’ è voglia di Made in Italy nel mondo, lo dicono i dati. Confindustria Moda, che con le associazioni confederate rappresenta un totale di circa 60mila imprese per quasi 600mila lavoratori, dopo il pesante impatto vissuto durante la pandemia, registra tassi di crescita del fatturato molto dinamici con un primo semestre del 2022 che vede un aumento medio di tutti i settori del 18.2% rispetto al 2021, sostenuto in particolar modo dalle performance registrate nei mercati esteri.
Ma questo risultato non deve tuttavia trarre in inganno: il boom dei costi di energia e materie prime sta facendo registrare un impatto drammatico sugli utili delle piccole e medie imprese di cui la filiera si compone, tanto da rischiare in molti casi di rendere economicamente impossibile continuare ad operare.
Il Presidente Ercole Botto Poala, si fa portavoce in una nota di una serie di tematiche urgenti su cui si richiede un intervento rapido e deciso delle Istituzioni Governative che domani traghetteranno l’Italia in una nuova fase politica.“La sfida che abbiamo davanti è sicuramente fra le più complesse mai viste. Il settore che Confindustria Moda rappresenta con tutte le associazioni confederate, è una risorsa che deve essere valorizzata per poter garantire una crescita economica di tutto il sistema Paese nei prossimi anni.“
I temi prioritari per la federazione sono: Contrasto al caro-energia con riforme ad hoc e la definizione di un price cap da prevedere a livello Europeo, o nazionale; Integrazione per gli stipendi dei dipendenti con la possibilità per le imprese di erogare, fino a 100 euro/mese aggiuntive alla normale retribuzione dei dipendenti, totalmente esenti da ritenute fiscali e contributive; Internazionalizzazione tramite sostegni economici per la partecipazione delle imprese italiane di tutto il Tessile, Moda e Accessorio alle manifestazioni internazionali in collaborazione con ICE agenzia; Digitalizzazione e sostenibilità per far fronte alle nuove sfide di mercato anche tramite sistemi di efficientamento energetico, autoproduzione ed economia circolare; Credito d’Imposta per campionari e collezioni in modo che le attività di ideazione dei campionari continuino a poter beneficiare della misura del credito d’imposta che offre un ulteriore elemento di competitività alle imprese a livello internazionale; Formazione per valorizzare la formazione tecnico-scientifica, riducendo il gap fra la domanda di lavoro e offerta del sistema formativo.
“Le richieste che facciamo al nuovo Governo ” conclude Ercole Botto Poala, “vanno nell’ottica di concentrare la spesa su azioni in grado di garantire un ritorno economico strategico per tutta l’Italia. Da Nord a Sud, infatti, i nostri distretti ricoprono tutto lo stivale e, se messi nelle condizioni, saremo un motore per lo sviluppo inclusivo di tutto il Paese”
https://www.confindustriamoda.it/
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