Ciro Condito, Assocoral: “Quello della sostenibilità è un tema che ci vede impegnati in prima linea”

Il 20 gennaio appuntamento nella VO Square, pad. 6 di VicenzaOro per parlare del corallo e del suo utilizzo sostenibile nella gioielleria. Al talk, in programma alle 12:30,  presenzieranno i vertici di Assocoral, il presidente Vincenzo Aucella e il vicepresidente Ciro Condito, e il direttore di Federpreziosi, Steven Tranquilli.

 

Quella del corallo è una lunga storia, cominciata a Torre del Greco nel ‘600. Di secoli ne sono trascorsi ma il paese è sempre e inscindibilmente legato al prezioso “corallium rubrum”, nome scientifico del corallo rosso, un connubio culturale e di evoluzione sociale, che non può essere considerato solo un business, piuttosto tradizione e cultura. Un unicum storico e attuale, che fa di Torre del Greco la capitale mondiale per la lavorazione del Corallo e dei Cammei. Ma la storia densa del suo patrimonio immateriale e materiale, ha affrontato nel tempo mille cambiamenti. Come a fine ‘700, in seguito alla crisi della pesca del corallo, che era la principale attività dei pescatori torresi, trasformatasi perlopiù in lavorazione nel 1805, quando i Borbone diedero a Torre del Greco, la concessione esclusiva per la sua trasformazione in monili. E, nonostante tanta letteratura ne parli, si fa ancora e spesso confusione, con bisogno di chiarire: il corallium rubrum, infatti, non ha nulla a che vedere con le barriere coralline, ma è pescato in tutto il mar mediterraneo da sub (professionisti e le cui licenze non possono essere più di 30 l’anno), che lo prelevano con una semplice piccozza, scendendo a profondità che partono da 50 e fino circa 150 metri di profondità.

Ciro Condito

Il prelievo è regolato da norme che assicurano la sostenibilità nel tempo ed il rispetto dell’ambiente marino.– assicura Ciro Condito, vicepresidente vicario di Assocoral, l’associazione che riunisce i produttori di coralli, cammei e gioielli di Torre del Greco- Quello della sostenibilità è un argomento che ci vede in prima linea, avviato nel 2007, quando appena nominato presidente dell’associazione, arrivò la proposta di includere il corallo in Cites (Convention on International Trade of Endangered Species), e da noi respinta, ma con l’impegno di dimostrare che il corallo non teme estinzione. Fu un momento di grande riflessione per la comunità che ci ha portato ad un lungo percorso sulla sostenibilità”. Anni di impegno e lotte burocratiche che hanno portato lo scorso anno alla prima legge nazionale che disciplina la raccolta del corallo rosso in Italia, stabilendo una serie di regole, per garantirne la sostenibilità e la salvaguardia dell’habitat marino.

La tracciabilità per la filiera, indicando luogo, profondità e quantità– continua Condito, figlio d’arte con l’azienda omonima, nonché orgoglioso rappresentante del Made in Italy con il prodotto corallo- specificando il tipo di colonie è lo step successivo, che il pescatore deve indicare in fattura quando vende. E’ un risultato importante raggiunto al fine di sviluppare una regolamentazione di carattere nazionale. Ma attendiamo per completezza il risultato internazionale della ricerca che Cites ha commissionato alla Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations), e che sarà resa nota nel prossimo incontro COOP che si terrà a Ginevra nel 2022”. Intanto la società torrese, compatta nel tutelare al meglio la sua materia prima, venduta per l’80% all’estero, soprattutto per l’apprezzato stile italiano, punta sempre più sulla formazione dei giovani con L’Istituto Statale d’Arte, uno dei più antichi d’Italia dove è la Scuola per la lavorazione del Corallo, ed il Museo del Corallo sempre più frequentato da turisti di tutto il mondo. Un altro spunto su cui lavorare a Torre del Greco, per favorire un turismo di accoglienza, magari con un borgo del corallo, sulla direttiva sempre apprezzata Napoli Pompei.

www.assocoral.it

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