CIIE Shangai, Federorafi: “Abbiamo bisogno del sostegno del Governo e dell’ICE

Federorafi, obiettivo tris a Shanghai. “Ma sarebbe importante il sostegno delle istituzioni”. Stefano De Pascale, direttore di Confindustria Federorafi, lancia l’appello a Governo e Ice.

Per far ripartire il settore, per il terzo anno l’associazione sta programmando la partecipazione al China International Import Expo (Ciie) di Shanghai, una manifestazione voluta dallo stesso Xi Jinping, per mostrare il Dragone come mercato aperto all’estero, ospitando esclusivamente aziende straniere da oltre 180 tra paesi, regioni e organizzazioni internazionali.
Un evento al quale le aziende orafe avevano partecipato nel 2018 in via sperimentale all’interno della collettiva Ice, proseguendo poi nell’ambito di missioni guidate da Federorafi, che anche l’anno scorso, pur tra mille difficoltà dovute alle misure restrittive anti-Covid, è riuscita a portare la gioielleria italiana in Cina, pur senza la presenza fisica degli imprenditori.
Per questa edizione il direttore chiede appunto alle istituzioni un appoggio ancor più tecnico che economico, riguardo al quale, però, non ci sono ancora certezze.

«La Cina continentale è un mercato sempre più importante – spiega – anche a fronte di un progressivo ridimensionamento di Hong Kong e quello di Shanghai è un appuntamento rilevante, anche alla luce dei risultati degli anni passati. Dopo un 2020 nel quale siamo andati con una collettiva Ice, portando esclusivamente i gioielli, viste le difficoltà a viaggiare tra cui la quarantena, quest’anno stiamo programmando una presenza anche fisica e abbiamo già l’adesione di 10 aziende. L’appoggio istituzionale, però, secondo De Pascale, sarebbe molto importante in un contesto d’incertezza su viaggi, restrizioni e passaporti vaccinali. «Sarebbe innanzitutto importante non arrivare per ultimi ad avere questo strumento – afferma – ma anche, in quel caso, un’assistenza da parte soprattutto del ministero degli Esteri e delle ambasciate, per avere indicazioni sulle normative e le procedure. E che i livelli istituzionali si attivassero fin da ora per trovare soluzioni se dovessero ancora esserci limitazioni. Le aziende oggi si sentono abbandonate, mentre dovremmo muoverci come sistema Paese. Non possiamo continuare ad aspettare gli eventi, come abbiamo fatto nel 2020».

«Sarebbe innanzitutto importante non arrivare per ultimi ad avere questo strumento ma anche, in quel caso, un’assistenza da parte soprattutto del ministero degli Esteri e delle ambasciate, per avere indicazioni sulle normative e le procedure.

Stefano De Pascale

L’appello, insomma, è a una collaborazione per sostenere le imprese che stanno lavorando per ripartire. «La nostra missione è autofinanziata e siamo già pronti ad acquistare gli spazi, ma lasciamo la porta aperta».

Un’altra azione riguarda poi le aziende del settore del corallo. «Attualmente i loro prodotti non possono entrare in Cina in un ambito BtoB, ma al contrario questo è ammesso nel caso di vendita diretta al cliente finale e il Ciie di Shanghai è molto orientato al BtoC. L’anno scorso non eravamo riusciti a consolidare questo aspetto, ma stiamo studiando il modo di permettere alle aziende di Torre del Greco di poter portare e vendere i loro gioielli».

E anche in questo caso l’appoggio delle istituzioni può essere determinante. «Le possibilità ci sono – conclude il direttore – Assocoral e Federorafi hanno fatto tanto, ma se non arrivano la “benedizione” e l’affiancamento del Governo e del ministero rischiamo di far molta più fatica e di non ottenere il risultato finale, perché entrano in gioco gli aspetti politici e soprattutto in Cina spesso la politica riesce a superare le difficoltà tecniche e doganali».

https://www.federorafi.it/

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