Chantecler, i settant’anni del galletto più famoso al mondo

La famiglia Aprea. Da sinistra i tre figli del fondatore, Gabriele, Costanza e Maria Elena Aprea, la moglie di Gabriele, Teresa

Prima ancora che l’unconventional style di personaggi eccentrici imbastisse, pur senza consapevolezza, le origini della dolce vita caprese, Pietro Capuano e Salvatore Aprea erano già lì, a pochi passi dalla piazzetta che a breve diverrà il “salotto del mondo”. Su quell’isola che come un punto nel blu del Tirreno mette fine alla penisola sorrentina, dove con la stessa casualità incontri un pescatore o un blasonato, il dandy e il visionario hanno saputo re-inventarsi in ogni idea solamente praticando unicità, dal 1947, in quel negozio di via Vittorio Emanuele che sarà il primo di altre prestigiose boutique da Cortina a Hong Kong passando per Milano, Tokyo e Astana in Kazakistan.
Il loro linguaggio artistico è entrato spontaneamente nel vocabolario del jet set internazionale e la loro cifra stilistica, che ha saputo innovarsi in ogni idea, ha i tratti di un mito permasto nel patrimonio genetico di Maria Elena, Costanza e Gabriele Aprea (Presidente del Club degli Orafi): i tre fratelli oggi alla guida di Chantecler insieme a Teresa, moglie di Gabriele

A Gabriele Aprea abbiamo chiesto:

70esimo compleanno per Chantecler. La vostra è ancora una committenza elitaria?
Non più o meglio non solo. I tempi sono cambiati. Il mercato è sempre più multiforme, dinamico, esigente. Ci rivolgiamo agli habitués di Capri e a un pubblico alto spendente e con lo stesso interesse alla z generation, ai millennials. Abbiamo collezioni prêt-à- porter che ci permettono di raggiungere target diversi pur mantenendo la nostra identità e i nostri valori.

Un’azienda familiare che, a motivo della sua creatività, ha traghettato da un’isola di pescatori al jet set mondiale la sua idea di lusso. Il segreto è esclusivamente nel design?
Il segreto è nel non tradire se stessi. Il design è l’elemento che ci permette di distinguerci. Noi troviamo nelle nostre radici la maggior parte della nostra ispirazione e la mettiamo in comunicazione col mondo contemporaneo. Da questo incontro nasce la magia dei nostri gioielli.

Qual è il rapporto con l’isola di Capri?
Un legame indissolubile. Uno dei nostri più grandi asset, un luogo unico da cui tutto ha avuto origine e che mantiene inalterato il suo fascino nei secoli. Oggi come 70 anni fa le nostre scelte sono guidate dalla nostra eredità culturale al cui interno ci sono il profumo dei limoni e il colore del tramonto sui Faraglioni.

Tre fratelli. Un solo stile o i vostri gioielli sono il frutto dell’incontro di più idee?
Incontro di più idee, contaminazioni di viaggi lontani e occhi sempre curiosi sul mondo.

Come si colma il vuoto di singolarità del mercato odierno?
Non rileviamo vuoti nel mercato. Esistono più mercati, sempre in trasformazione… molto esigenti… liberi.

La sfida più impegnativa?
Internazionalizzare. Portare la nostra voce all’estero e inserirci in alcuni key markets in cui stiamo investendo e che riteniamo maturi per il nostro prodotto e per il nostro mondo valoriale.

Cosa può salvare il made in Italy?
Lo può salvare quello che nessuno ci può togliere: la passione, la creatività, il gusto estetico, il sapere fare. Dobbiamo tuttavia imparare a comunicare meglio quello che sappiamo fare e che ci viene riconosciuto come eccellenza.

Salvatore Aprea e Pietro Capuano con Jaqueline Kennedy

Ieri a varcare la soglia della vostra boutique erano figure mitiche come Jacqueline Kennedy o Liz Taylor (per citarne alcune). Oggi chi è il cliente medio?
Continuiamo ad avere clienti importanti… sicuramente una costante delle signore che acquistano da noi è la gioia di concedersi o farsi regalare un gioiello che rappresenta la loro attitudine nei confronti dello stile e della vita. Non hanno bisogno di ostentare potere o status. Desiderano momenti di bellezza e valore. In Chantecler trovano uno stile di vita in cui si riconoscono.

L’innovazione che posto occupa nella scala dei valori Chantecler?
Importantissimo, fondamentale. Solo ricercando e sperimentando si può tenere viva e attuale la nostra tradizione.

Il prossimo obiettivo del galletto più famoso al mondo?
L’obiettivo è quello di trovare le risposte alle sfide della contemporaneità rispettando le nostre radici e la nostra heritage. Mantenere la medesima qualità estetica e artigianale, l’identità e la riconoscibilità del prodotto venendo sempre più incontro alle esigenze del cliente internazionale in termini di servizio e di retail.

www.chantecler.it

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