Carlo Palmiero. Il richiamo dell’oro

Dalla fantasia di un bambino alla forza di un gioiello come opera d’arte contemporanea

Carlo Palmiero

Quando inizia a modellare anelli in cera e maneggiare il seghetto da traforo, Carlo Palmiero è poco più che un bimbo. Qualche anno più tardi entra come apprendista in una bottega di Valenza e nella seconda metà degli anni ’70 apre un laboratorio, piccolo ma tutto suo.

È ancora giovanissimo, ma dimostrerà presto una creatività fuori dal comune. Mentre gli altri continueranno a proporre il solitario, l’anello contrarié o la classica pietra centrale contornata da brillanti, lui sposta infatti l’attenzione dal “centro” all’intero oggetto: gli anelli diventano così piccole sculture, nelle cui plastiche forme è compreso il gambo, non più limitato a una banale funzione di supporto. Sulle ali del crescente successo, Palmiero inaugura nel 2007 un laboratorio-atelier disegnato a sua immagine e somiglianza. Al centro, nella corte interna, si trova un olivo secolare a simboleggiare la radicata abilità dei valenzani nella lavorazione artigianale dei preziosi. Qui, per raggiungere livelli di perfezione ai quali la mano e l’occhio umano da soli non potrebbero arrivare, i bravissimi artigiani sono affiancati dalle più avanzate tecnologie. Qui Carlo Palmiero modella e addomestica il metallo seguendo la propria ispirazione, attraversando i confini che separano artigianato e arte. Attingendo a una ricchissima tavolozza di zaffiri multicolor, diamanti bianchi, diamanti colorati e altre pietre preziose – quasi un Pantone della gioielleria – Palmiero dipinge le forme di splendidi anelli, interpretando i soggetti naturali e animalier con originalità, e la pittura moderna con una sensibilità infinitamente superiore a quella di un artigiano. Tra le tante immagini che ogni giorno ci passano davanti agli occhi, ce ne sono alcune destinate a restare per sempre nella nostra mente. A questa privilegiata categoria appartengono i gioielli di Carlo Palmiero.

Dicono che ha iniziato a inventare gioielli prima di avere l’età per lavorare in una bottega…
Ero un bimbo ricco di fantasia. Oltre a passare ore montando e smontando oggetti modellavo piccoli gioielli in cera, come avevo visto fare. A Valenza c’era un orafo a ogni porta, così è stato del tutto naturale che la mia voglia di fare si realizzasse nel mondo dei gioielli. Ho avuto la fortuna di lavorare accanto a grandi artigiani, che mi hanno insegnato ad amare l’arte dell’oreficeria.

Valenza ha avuto un suo Benvenuto Cellini?
La nostra storia ha importanti radici nell’800, a partire da Vicenzo Morosetti e dal suo allievo Vincenzo Melchiorre, capostipite di una scuola che non ha uguali al mondo. E che si è tramandata fino al mio maestro, che a me ha trasmesso non solo i segreti del mestiere, ma anche l’amore per le forme naturali.

Tutti i grandi gioiellieri si sono ispirati al mondo della Natura, lei soprattutto all’arte contemporanea.
Sono un appassionato dell’arte del ’900 e dei grandi classici. Forse è proprio questo che mi aiuta a vedere la natura con occhi diversi e a reinterpretarla attraverso forme ricercate, facendone emergere i dettagli più nascosti.

Tra le creazioni che popolano il suo fantastico mondo ci sono anche orologi…
Da tempo i clienti manifestavano l’esigenza di un orologio in parure con i gioielli. E in effetti si tratta di autentici orologi-gioiello, con quadrante lavorato a pavé, che si presta benissimo ai soggetti della Art Collection, ispirati ai girasoli di Van Gogh o ai quadri di Vassily Kandinsky. Ma forse l’orologio che amo di più è Moonlight: raffigura un paesaggio in una notte di luna piena, riuscendo secondo me a riprodurne efficacemente l’atmosfera un po’ misteriosa.

La Art Collection si è arricchita anche di una linea di preziosi occhiali da vista.
È vero, li abbiamo realizzati in serie numerata, in oro con inserti preziosi. Al salone Baselworld abbiamo presentato anche la nostra prima penna-gioiello: per raffigurarvi un fuoco rosso su sfondo di diamanti neri abbiamo incastonato sulla penna quasi duemila pietre… Ma questi preziosi diversivi non ci fanno trascurare i gioielli. Tra le novità abbiamo tre anelli unici che hanno per protagonista una pietra rara e particolarissima, la dendrite, circondata da pietre preziose che ne sottolineano il disegno. Bisogna superarsi continuamente. Noi facciamo molta ricerca, per riuscire a raffigurare realisticamente le forme e i colori senza essere mai scontati. E cerchiamo di perfezionare al massimo la lavorazione artigianale, ma senza esitare ad usare materiali nuovi e facendo anche molta ricerca.

Perché la sua clientela sceglie un gioiello Palmiero?
Quando una donna prova un anello al dito, vedo che spesso non riesce a nascondere l’emozione…

1 Comment

  • St.Louis

    Ottime fantasie che per altro già le rifacevamo noi in Italia nel 2001/2010 con gli stass di Swroski ( vedi collezioni ARTISAN ) addirittura si rivestivano anche i cellulari !! Comunque complimenti !!

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