Arezzo, furti alle aziende Orafe, Giannotti propone il business model del Tarì

Il Presidente del centro orafo esprime la sua solidarietà ai colleghi toscani e indica l’insediamento di Marcianise come esperienza da replicare

É di soli tre giorni fa la notizia dell’ennesimo furto nel distretto orafo di Arezzo. Come avevamo già documentato in precedenza, il fenomeno è in crescita e prende una piega allarmante considerato che nel 2024, solo nell’aretino, come riporta il quotidiano La Nazione, sono già ventiquattro le aziende prese di mira dai malviventi. Immediata la reazione solidale e compatta da parte del comparto orafo e in modo particolare da parte del Presidente del Tarì Vincenzo Giannotti, che interviene sull’argomento proponendo per il distretto orafo di Arezzo una soluzione simile a quella trovata in Campania con la creazione del centro orafo che guida dal 2015.

Presidente Giannotti, la cronaca negli ultimi mesi sta evidenziando un aumento di furti nel distretto orafo di Arezzo, l’ultimo avvenuto proprio quelche giorno fa: un fenomeno preoccupante, di fronte al quale il mondo orafo non può che solidarizzare con le aziende colpite.
Sicuramente, seguo il fenomeno con preoccupazione e mi sento molto vicino alle aziende colpite, avendo io stesso un’attività di famiglia nella stessa zona. Il tema della sicurezza è strategico da sempre per il nostro settore, e purtroppo il suo acuirsi in questo periodo non consente a noi imprenditori di lavorare con la serenità necessaria. E’ fondamentale il supporto sul territorio delle Forze dell’Ordine, ma è altrettanto indispensabile una organizzazione adeguata da parte di noi imprenditori”.
 

In passato anche le aziende orafe campane hanno subito attacchi di questo tipo perchè logisticamente esposte in luoghi sensibili e centrali soprattutto a Napoli. La soluzione è stata la delocalizzazione di molte imprese dal Borgo Orefici, dai Quartieri Spagnoli e da Torre del Greco verso il Centro orafo Il Tarì, alla cui nascita anche lei ha preso parte. 
L’esperienza del Tarì prende il via  più di 30 anni fa proprio dalla situazione che avete correttamente evidenziato. L’esigenza di garantire alle aziende e a tutti gli operatori del settore orafo la possibilità di svolgere con serenità il loro lavoro fu alla base dell’idea del Tarì, che nacque come un sistema strutture e servizi progettati sul tema della sicurezza. Su questo aspetto abbiamo continuato ad investire molto nel corso degli anni, e ancora oggi i nostri sistemi di sicurezza sono all’avanguardia per tecnologie, formazione e risorse dedicate.

Il Tarì

A quasi trent’anni dalla creazione dell’Hub di Marcianise, quali sono secondo lei  le opportunità e i benefici che le aziende hanno ricevuto nell’aggregarsi in un unico spazio operativo in coworking?
I benefici per le aziende sono innumerevoli. Il Tarì come ho detto nacque con l’idea di garantire sicurezza e libertà di movimento a tutti gli operatori. Questo significa che, grazie al mix di tecnologie, servizi ed esperienze professionali del nostro staff operativo, imprenditori e buyers hanno quotidianamente l’opportunità di svolgere con la massima serenità tutte le loro attività, in un ambiente accogliente oltre che sicuro. Intorno al tema della sicurezza sono nati inoltre numerosi ulteriori servizi, che oggi più che mai le aziende apprezzano e che spesso sono alla base della loro scelta di posizionare qui la loro sede operativa.

Secondo lei il business model del Tarì è replicabile altrove e quali suggerimenti sente di dare ai colleghi degli altri distretti che ora sono nel mirino?
“Il business model del Tarì è già stato nel tempo messo a disposizione di altre realtà consortili di successo, anche internazionali. Oggi la stessa realtà del Distretto orafo campano coglie nel business model del Tarì un punto di riferimento dal quale potere sviluppare nuove applicazioni, anche diffuse sul territorio e a beneficio del mondo del dettaglio. Il mio suggerimento rivolto ai colleghi è puntare sulla collaborazione e sulle competenze. E’ fondamentale, a tutti i livelli, fare rete, condividere problematiche ed esperienze, mettere al servizio del sistema orafo competenze sempre più avanzate e dotare le nostre realtà imprenditoriali di organizzazioni strutturate in modo moderno ed efficiente“.
 


Arezzo, thefts at Goldsmith companies, Giannotti proposes the business model of Tarì

It was only three days ago that news broke of yet another theft in Arezzo’s goldsmith district. As we had previously documented, the phenomenon is growing and takes an alarming turn considering that in 2024, in the Arezzo area alone, as reported by the newspaper La Nazione, there are already twenty-four companies targeted by criminals. There was an immediate solidarity and compact reaction from the goldsmith sector and in particular from the President of Tarì Vincenzo Giannotti, who intervened on the subject by proposing for the Arezzo goldsmith district a solution similar to that found in Campania with the creation of the goldsmith center that he has led since 2015.

President Giannotti, the news in recent months has been highlighting an increase in thefts in the Arezzo goldsmith district, the latest occurring just yesterday: a worrying phenomenon, in the face of which the goldsmith world can only sympathize with the companies affected.
Certainly, I follow the phenomenon with concern and feel very close to the affected companies, having myself a family business in the same area. The issue of security has always been strategic for our industry, and unfortunately its exacerbation in this period does not allow us entrepreneurs to work with the necessary serenity. The support in the area of law enforcement is essential, but adequate organization on the part of us entrepreneurs is equally essential.

In the past, jewelry companies in Campania have also suffered such attacks because they were logistically exposed in sensitive and central locations especially in Naples. The solution was the relocation of many companies from Borgo Orefici, Quartieri Spagnoli, and Torre del Greco to the Il Tarì Goldsmith Center, in the birth of which she was also involved.

The experience of the Tarì began more than 30 years ago from the very situation you have correctly pointed out. The need to ensure that companies and all those working in the gold sector could carry out their work with peace of mind was the basis for the idea of Tarì, which was born as a system structures and services designed around the theme of security. We have continued to invest heavily in this aspect over the years, and even today our security systems are at the forefront of technology, training and dedicated resources.

In your opinion, is the Tarì business model replicable elsewhere, and what suggestions do you feel you can make to colleagues in other districts that are now in the crosshairs?
The Tarì business model has already been made available over time to other successful consortiums, including international ones. Today the same reality of the Campania Goldsmith District grasps in the Tarì business model a reference point from which to be able to develop new applications, also spread throughout the territory and for the benefit of the retail world. My suggestion to colleagues is to focus on collaboration and expertise. It is essential, at all levels, to network, to share problems and experiences, to put increasingly advanced skills at the service of the goldsmith system and to equip our business realities with organizations structured in a modern and efficient way.

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