2022: Anno record con un +21% per l’Alto di Gamma e previsioni di crescita per il 2023
L’appuntamento annuale della Fondazione, tenutosi a Milano alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso, conferma la piena ripresa del mercato globale dell’alto di gamma che nel 2022 sfiora i 1.400 miliardi di euro di fatturato segnando una crescita del +21% rispetto al 2021.
Da quanto è emerso dal report Altagamma–Bain Worldwide Luxury Market Monitor 2022 realizzato da Bain & Company e presentato da Stefania Lazzaroni, Direttrice Generale di Altagamma, il mercato mondiale dei beni personali di lusso toccherà quota 353 miliardi di euro nel 2022 segnando un +22% rispetto al 2021.
Nonostante le continue sfide economiche, nel 2022 il mercato luxury ha generato una crescita positiva per il 95% dei marchi con U.S.A., Europa e Asia (esclusa la Cina) che si confermano in testa alla crescita. Previsioni positive anche per il 2023 ma, ancor più interessante, il percorso di crescita previsto nel lungo termine: nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe infatti salire a circa 540-580 miliardi di euro con un aumento del +60% o più rispetto al 2022.
Dai dati emersi, si nota come il mercato del lusso, grazie alla base di consumatori “più ampia e concentrata” e a fattori come la centralità del cliente e gli ecosistemi multi-touchpoint in grado di garantire una maggiore resilienza di fronte alle turbolenze interne ed esterne, sia oggi meglio equipaggiato per far fronte agli “up & down” economici. Interessante anche il dato che evidenzia di come la spesa delle Generazioni Z e Alpha, grazie alla loro attitudine più precoce verso il lusso, sia destinata a crescere circa tre volte più velocemente rispetto alle altre generazioni fino a costituire un terzo del mercato. Altro dato degno di nota è che i negozi stanno riconquistando il loro ruolo; il retail continua a farla da padrone mentre i canali online vedono una normalizzazione della loro crescita. Per quanto riguarda le dinamiche dei mercati, gli USA confermano la loro forza mentre l’Europa si è ripresa grazie a una solida domanda locale e agli acquisti dei turisti statunitensi e mediorientali. In progressione India, Paesi emergenti del Sud-Est asiatico ed Africa.
Tra le persone intervenute a rappresentare i diversi settori del lusso e a discutere i dati delle ricerche, Sabina Belli, Vice Presidente Altagamma (per il settore gioielli) e CEO di Pomellato.
Nato nel 1967 e parte del Gruppo Kering dal 2013, Pomellato è un marchio meneghino dalla forte identità diventato oggi un player di rilevanza mondiale. Belli, oltre a rimarcare lo stato di ottima salute di cui gode il settore dell’oreficeria con numeri sempre in crescita, ha sottolineato di come il gioiello sia “…un oggetto che esiste da migliaia di anni e che trascende il suo valore reale per diventare un simbolo, un vero e proprio talismano, un pegno d’amore, un elemento che racchiude emozioni”. Oggigiorno, il gioiello è sempre più un elemento prezioso da vivere nella quotidianità e non più solo da riservare per le occasioni. Per questo motivo Pomellato, che parla alla donna contemporanea, propone gioielli dal design lineare e moderno che strizza l’occhio alle tendenze che il mondo del fashion propone. Belli rimarca anche che, per le donne, il gioiello si sta rivelando sempre più un oggetto da regalarsi per auto-complimentarsi per un risultato raggiunto o per un’emozione che si vuole ricordare. A questo proposito ricordiamo che il consumer target delle donne sta diventando sempre più importante perché il power spending delle donne sta diventando sempre più rilevante. Oggi è anche il tempo del “More is more” che per Sabina Belli è da intendere come un effetto di riconoscimento dell’altissima qualità orafa e dell’elevata expertise dei Maestri Artigiani che operano nel mondo del gioiello. A questo proposito, la CEO di Pomellato evidenzia di come in Pomellato vi siano un centinaio di Maestri Orafi che lavorano ogni singolo pezzo a mano esprimendo un’altissima creatività e qualità orafa.
Secondo Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma. “In questo scenario i marchi italiani continuano ad eccellere malgrado un contesto congiunturale caratterizzato da una forte incertezza e da numerose sfide. Come ha recentemente dichiarato il Ministro Urso, oggi presente all’Osservatorio Altagamma, dobbiamo non solo proteggere, ma fare crescere i nostri Campioni Nazionali e le filiere produttive di eccellenza che sono un fattore propulsivo per interi settori. L’alto di gamma può essere, in ultima analisi, una locomotiva per l’economia italiana”.
Il Ministro delle Imprese e del Made In Italy, Adolfo Urso ha messo l’accento sull’importanza del comparto di alta gamma: “Il Made in Italy di eccellenza rappresentato da Altagamma è il fiore all’occhiello della nostra industria manifatturiera, ed è stato capace di mantenere un ruolo da protagonista in un contesto mondiale in un periodo estremamente difficile, dando un contributo al PIL significativo. Ci sono ancora grandi spazi di crescita, per questo intendiamo operare congiuntamente con corpi intermedi e associazioni, per consolidare i fondamentali della nostra industria di eccellenza, sostenerla nello sviluppo e promuoverla in tutto il mondo”.
“La nuova ondata che sta interessando l’industria del lusso e che sta plasmando nuovi trend, richiederà un’evoluzione delle aziende del comparto che dovranno lavorare sul proprio adattamento all’incertezza e focalizzarsi sulla creatività in tutte le aree del business. Guardando al 2030, i brand del lusso dovranno far leva sull’avanguardia culturale e l’eccellenza che da sempre li contraddistingue, applicata a nuovi campi. Proprio come nel loro DNA e nelle recenti evoluzioni, con prodotti altamente creativi e attenzione al consumatore, allo stesso modo ora – per superare le sfide che li attendono – le aziende del lusso dovranno indirizzare gli investimenti dove si concentrano le opportunità: ESG, catena della creatività, tecnologia e dati. La loro crescita non potrà che dipendere da questi driver ad alto potenziale”, hanno infine spiegato Claudia D’Arpizio e Federica Levato, Senior Partner di Bain & Company autrici dello studio.
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