Chissà se Indiana Jones senza Borsalino, Charlot senza Bombetta o Buster Kiton senza Paglietta, per citarne alcuni, avrebbero lasciato un segno tanto indelebile nella storia del cinema … e del costume.
Perché il cappello non è una questione di moda né tanto meno un pratico accessorio per ripararsi dal sole o dal freddo. Niente affatto. Al pari di un gioiello sa essere espressione di uno status sociale o segno di eccentricità.
Lo sa bene l’irlandese Philip Treacy che deve alla sua passione per i copricapo se è divenuto uno dei più celebri creatori di cappelli al mondo. Lungimirante è stata l’editrice britannica, nonché icona di stile, Isabella Blow che ha intuito le sue qualità.
Laureato al Royal College con lode, giovanissimo è stato convocato a Parigi da Karl Lagerfeld, chief designer di Chanel, e da allora per dieci anni consecutivi ha progettato cappelli per la famosa Maison. A partire dal primo “British Designer of the Year” i premi incominciano a farsi sempre più numerosi e i modelli sempre più eccentrici, destinati a gente comune, teste blasonate e dive, da Grace Jones a Lady Gaga passando per Victoria Beckham, Sarah Jessica Parker, Zara Phillips fino a Kate Middleton. I suoi cappelli sono presenti anche nei film di Harry Potter e una intera collezione è stata dedicata a Michael Jackson.

Le sue creazioni sono installazioni, sculture, opere d’arte che vanno in mostra al Victoria & Albert Museum di Londra, a New York, alla Biennale di Venezia…, tutto questo mentre il mondo aspetta con curiosità di scoprire nuovi modelli da calzare. Tra i VIP anche Camilla Parker Bowles che sceglie di indossare un Philip Treacy per il suo matrimonio con Sua Altezza Reale il Principe di Galles.

Ma oltre che hat designer couturier Philip è anche stilista, interior designer e tutto quanto possa contribuire a portare novità, bellezza ed eccentricità.
Il suo talento l’ho ha condiviso con Karl Lagerfeld, Alexander McQueen, Givenchy, Valentino per il quale ha disegnato una leggiadrissima scarpa in pizzo.
