Outlook di grandi imprese e indagini di associazioni del settore diffondono dati positivi che fanno intravedere una ripresa possibile
Utile netto a +24,6 per cento per Hermès: la maison francese ha chiuso il 2012 con una cifra di 740 milioni di euro a fronte dei 594 del 2011, battendo le stime degli analisti. Nuovo record, dunque per il brand. L’aumento dell’utile è legato alla performance solida dei comparti abbigliamento e accessori. I ricavi sono saliti del 22,6 per cento (3,48 miliardi di euro). L’utile operativo è cresciuto del 26,4 per cento a 1,12 miliardi di euro, rispetto agli 885 milioni di euro dell’anno precedente. Durante la presentazione dei dati 2012, la società ha fatto sapere di aver dato il via alla fase offensiva contro il colosso del lusso LVMH, che oggi detiene il 22,6 del suo capitale. Proprio sulle condizioni dell’ingresso LVMH nel capitale azionario Hermès, la maison annuncia battaglia mentre resta in attesa della decisione della Autorité des marchés financiers (AMF), prevista per la prossima estate. Dopo una denuncia contro ignoti per insider trading, cospirazione e manipolazione dei prezzi, Hermès si è costituita parte civile: il 20 febbraio la questione è stata affidata dalla procura a un giudice istruttore.
Negli Usa +14,7 per cento in vendite di gioielli nel primo mese dell’anno: il mese di gennaio chiude bene per i gioiellieri americani. Secondo una nota diffusa da un’agenzia governativa e riportata da Rough and Polished, rispetto allo stesso mese del 2012 è stato registrato dunque un aumento significativo nei fatturati dei dettaglianti. Il Dipartimento americano del Commercio ha fatto sapere che circa 2 miliardi di gioielli (precisamente, 1,954 miliardi) sono stati venduti nel primo mese del 2013. I dati di gennaio, dunque, confermano la traiettoria positiva osservata nell’ultimo quarto dell’anno precedente. Il periodo natalizio ha infatti visto crescere significativamente le vendite di gioielleria con diamanti (anelli, orecchini e pendenti), come confermato dagli stessi negozianti.
Platino sempre più apprezzato dalle spose statunitensi: il Platinum Guild International-Usa parla di fatturati pari o superiori a quelli del 2011 per la gioielleria venduta in occasione dei matrimoni. In particolare, questo andamento ha riguardato l’87 per cento dei dettaglianti e per quest’anno è previsto un ulteriore balzo dell’8 per cento nelle vendite. A trainare le scelte delle consumatrici americane, le qualità connesse al metallo: il sondaggio condotto da PGI-Usa ha rivelato che il 42 per cento dei gioiellieri coinvolti aveva posto l’accento su caratteristiche come l’immutabilità del colore, la resistenza, la purezza e la popolarità. Il prezzo del platino si è classificato secondo rispetto a quello dell’oro (circa 1.560 dollari l’oncia), fattore che ha certamente contribuito alla diffusione degli oggetti in questo preziosissimo metallo. Per la prima volta da quando questo periodico studio del Platinum Guild International è stato avviato (era il 2007) gli intervistati hanno incluso, tra i fattori chiave del successo, la capacità di comunicare i valori connessi al platino, circostanza che ha confermato l’importanza di portare avanti una formazione permanente destinata agli addetti alla vendita.