Andrea Panconesi LuisaViaRoma un successo tutto italiano

“È stata una sfida ma i risultati ci hanno dato ragione”

Andrea Panconesi

Dici Luisaviaroma.com e pensi subito a brand e design di lusso, venduti online in tutto il mondo su una piattaforma ambita da ogni creativo. Un successo tutto italiano, con 130 milioni di fatturato e oltre 60 milioni di utenti unici l’anno, partito da un negozio di cappelli nel centro di Firenze, città dove si svolge ancora tutta l’attività dell’azienda. Mente di tutto questo è Andrea Panconesi, che nel 1999 ha creato il sito e nel 2008 ne ha fatto un portale indipendente, moltiplicando esponenzialmente il giro di affari in nemmeno 10 anni.

Come le è venuta l’idea di passare dalla boutique storica al web?
Costruire una piattaforma di e-commerce è stata per me un’intuizione e un esperimento, non avevo idea di cosa sarebbe successo. Circa 18 anni fa osservavo i miei figli studiare al computer e interagire con i compagni di classe via web e ho capito che il mondo stava andando in una direzione ben precisa. Ho così cominciato a guardare con molta curiosità tutte le possibilità che potevano offrire le nuove tecnologie. Nel 1999, per far fronte alle richieste dei clienti più esigenti, abbiamo deciso di lanciare la piattaforma online.

Ha avuto resistenze da parte della famiglia?
Nessuna resistenza, molta collaborazione. LuisaViaRoma è un progetto famigliare che si è sviluppato gradualmente, oggi l’azienda conta 200 dipendenti ma rimane per nostra volontà un business privato e la maggior parte delle attività di marketing viene svolta in-house, perché vogliamo avere il controllo a 360° di tutte le attività che un e-commerce comporta.

Com’è stato iniziare?
Sicuramente è stato un processo lento, soprattutto nelle sue fasi iniziali. Abbiamo percorso un sentiero che non era ancora stato battuto, non c’erano né le strutture né le tecnologie che ci sono oggi. È stata una sfida ma i risultati ci hanno dato ragione.

Come e perché è avvenuto il passaggio da sito a disposizione del negozio a piattaforma indipendente?
È avvenuto gradualmente e in modo del tutto casuale. Agli inizi degli anni ’30 mia nonna Luisa Jaquin aprì un piccolo negozio di cappelli a Firenze, in via Roma: un indirizzo molto centrale e turistico della città, che ha consentito di attrarre fin dall’inizio clienti internazionali, dando la possibilità, prima dell’avvento di internet, ordinare a distanza gli articoli in vendita nella boutique. La tecnologia ci ha permesso di trasportare l’esperienza di acquisto del nostro cliente sul web, tramite una piattaforma indipendente in grado di offrire al cliente un’occasione d’acquisto di altissimo livello. Accanto ai grandi brand, abbiamo infatti 600 designer, dai più rinomati a quelli emergenti e di nicchia, per offrire una scelta ampia, originale e unica.

Qual è oggi il rapporto sito/boutique?
Direi che i due mondi si sostengono a vicenda. Il fatto di essere un negozio storico di Firenze, presente dal 1930, ci ha consentito di poter contare da subito sulla fiducia dei nostri clienti, anche quelli che non conoscevano la nostra realtà. Il negozio è la nostra vetrina su Firenze, Luisaviaroma.com è una vetrina sul mondo.

Quanto è importante il settore gioiello per voi? Funziona anche online?
Nel settore del fashion la categoria gioiello sta crescendo esponenzialmente rispetto al passato. Oggi è parte integrante del look ed impreziosisce anche gli outfit più semplici. L’online è ormai il mezzo più semplice per comunicare ed acquistare un gioiello, specie se dietro c’è un’azienda in cui il cliente finale ripone grande fiducia, come lo è la nostra. Ovviamente lo store ha altresì una funzione importante: i nostri clienti (turisti di passaggio e non) possono comodamente provare un gioiello e finalizzare l’acquisto online.

Il web può essere un’opportunità, ad esempio, per una gioielleria?
Il web deve essere un’opportunità importante nel 2018. Non si parla solo di vendita online, ma di comunicazione, di promozione, di campagne social. La gioielleria tradizionale dovrebbe investire molto di più in tal senso, per non rischiare di perdere interesse da parte delle generazioni 2.0

Cosa non rifarebbe o consiglia di non fare a chi vuole affacciarsi all’online?Sicuramente il contesto competitivo è cambiato profondamente rispetto a quando siamo partiti. I player erano pochi, quindi scarsa concorrenza e bassi costi di marketing. Oggi c’è molta più competizione, sia da parte di aziende simili alla nostra, sia da parte dei brand stessi, che pian piano si stanno strutturando per sfruttare al meglio le opportunità del canale digitale. Ma è anche vero che oggi il mercato è più dinamico e in forte espansione, con un numero crescente di consumatori che stanno iniziando il loro percorso di scoperta del canale digitale. Forse la miglior soluzione per le piccole e medie imprese sarebbe quella di fare squadra, attraverso dei consorzi in grado di sfruttare al meglio le sinergie del gruppo e risultare competitivi in un mercato sempre più complesso. (MEB)

 

 

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